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un prelievo straordinario sugli «extraprofitti» e la possibilità (su base opzionale per gli istituti) di «affrancare» riserve non distribuite pagando un’imposta agevolata: l’aliquota proposta è del 27,5% per l’affrancamento (con incremento previsto negli anni successivi fino al 33% in alcuni scenari). Questo meccanismo riprende la strada già percorsa nel 2023 ma con formule e aliquote diverse.
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un aumento dell’IRAP per banche e soggetti finanziari di circa 2 punti percentuali (misura strutturale che incrementa il prelievo fiscale sulle loro basi imponibili).
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altre regole fiscali tecniche (differimento della deducibilità di alcuni crediti fiscali, modifiche al trattamento delle perdite fiscali, norme sul trattamento dei crediti dubbi) che insieme producono un «mix» stimato in miliardi di euro di gettito: il governo ha messo nel conto circa 11 miliardi nel triennio e circa 4–4,5 miliardi solo nel 2026 (le stime variano a seconda delle ipotesi).






