Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca!

22/04/24

Quanti soldi hanno gli italiani sul conto corrente?

soldi sul conto
Alla fine del 2023, i saldi sui conti correnti delle famiglie italiane hanno subito una significativa diminuzione, attestandosi a 1.151,1 miliardi di euro. Questo rappresenta una diminuzione di 43,5 miliardi di euro rispetto alla fine del 2022, corrispondente a una flessione del 3,6%. Questi dati emergono da un'analisi condotta dalla Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), che attribuisce tale calo all'inflazione, all'aumento dei prezzi e alla ricerca di rendimenti più elevati, con una parte dei fondi spostata su depositi a scadenza o titoli di Stato.

 

Secondo lo studio, una quota significativa della liquidità degli italiani si concentra in Lombardia, dove i residenti detengono complessivamente 234,4 miliardi di euro, pari al 20,4% del totale nazionale e al doppio rispetto alle altre due regioni che seguono, vale a dire Lazio e Veneto, con rispettivamente 120,9 miliardi e 105,4 miliardi di euro, equivalenti al 10,5% e al 9,2% delle riserve italiane.

La classifica delle regioni prosegue con l'Emilia Romagna, che conta 97,7 miliardi di euro (8,5%), seguita dal Piemonte con 90,1 miliardi (7,8%), la Campania con 87,7 miliardi (7,6%), la Toscana con 72,9 miliardi (6,3%), la Puglia con 60,4 miliardi (5,3%), la Sicilia con 58,1 miliardi (5,1%), la Liguria con 32,1 miliardi (2,8%), le Marche con 30,3 miliardi (2,6%), il Trentino Alto Adige con 28,7 miliardi (2,5%), il Friuli Venezia Giulia con 26,1 miliardi (2,3%), la Calabria con 25,6 miliardi (2,2%), l'Abruzzo con 23,1 miliardi (2,0%), la Sardegna con 22,7 miliardi (2,0%) e l'Umbria con 14,3 miliardi (1,3%). Nella parte inferiore della classifica si trovano la Basilicata con 10,8 miliardi di euro (0,9%), il Molise con 6,1 miliardi (0,5%) e la Valle d'Aosta con 2,7 miliardi (0,2%).

 

La maggior parte delle regioni mostra uno squilibrio tra la quota di liquidità detenuta dai correntisti e la percentuale di popolazione residente. Questo fenomeno si manifesta in modo particolarmente negativo nel Mezzogiorno, dove le riserve bancarie non sono allineate con la dimensione demografica: ad esempio, in Campania la liquidità rappresenta il 7,6% delle riserve rispetto al 9,5% della popolazione residente, mentre in Puglia il dato è del 5,3% contro il 6,6%, in Sicilia del 5,1% contro l'8,2%, in Calabria del 2,2% contro il 3,1%, in Abruzzo del 2,0% contro il 2,2%, in Sardegna del 2,0% contro il 2,7% e in Umbria dell'1,3% contro l'1,5%. Basilicata, Molise e Valle d'Aosta mostrano invece un bilanciamento tra la liquidità bancaria e la popolazione residente.

 

Nelle altre 10 regioni, tutte situate nel Nord o nel Centro, la quantità di liquidità detenuta nei conti correnti supera la percentuale di popolazione residente: ad esempio, in Lombardia, rispetto al 16,9% dei residenti, la liquidità rappresenta il 20,4%, mentre nel Lazio c'è una differenza meno accentuata, con il 10,5% della liquidità rispetto al 9,7% della popolazione, e nel Veneto il divario è di un punto preciso, con il 9,2% della popolazione e l'8,2% delle riserve.

 

In generale, il calo dei conti correnti delle famiglie italiane nel 2023 può essere attribuito a diversi fattori. Innanzitutto, l'inflazione e l'aumento dei prezzi possono aver eroso il potere d'acquisto delle famiglie, riducendo così i risparmi disponibili. Inoltre, la ricerca di rendimenti più elevati potrebbe aver spinto alcune famiglie a spostare parte dei loro fondi verso investimenti diversi dai conti correnti, come depositi a scadenza o titoli di Stato, che potrebbero offrire rendimenti più interessanti. 


Proprio su quest'ultimo punto mi sento di dire che il deflusso è ancora insufficiente, persino scarso. Nonostante le tante opportunità di investimento, gli italiani mediamente rimangono passivi. Un altro dato ben esemplifica questo fenomeno. Negli Stati Uniti con l'aumento dei tassi i titoli finanziari sono sotto pressione perché gli americani spostano la liquidità sui conti verso i titoli di stato o altri investimenti. Le banche Usa quindi devono contrastare il fenomeno aumentando i tassi sui conti correnti. In Italia invece i tassi sui conti sono ancora pressoché a zero, salvo alcuni casi residuali (si veda l'esempio di BBVA che offre il 4%) e guarda caso le banche italiane fanno utili record. 

Oggi anche senza voler rischiare in azioni, puoi investire in strumenti come i conti deposito o i titoli di Stato italiani (a inizio maggio arriverà il nuovo Btp Valore) e non. Inizia da qui quindi per investire, ti invito anche a leggere i conti correnti a zero spese perché spesso siamo passivi anche nella scelta del conto e alla fine ricordo che in banca sono i clienti più fedeli (o passivi appunto) a pagar di più.

Nessun commento:

Posta un commento