
Una delle prime cose da tenere in considerazione è che il semplice possesso di criptovalute deve essere dichiarato nel quadro RW. Ciò significa che gli investimenti all'estero immobiliari, gli investimenti finanziari e tutte le criptovalute devono essere inclusi in questa sezione della dichiarazione. La mancata compilazione del quadro RW può comportare sanzioni amministrative pecuniarie che vanno dal 3% al 15% degli importi non dichiarati. È importante notare che nel caso delle criptovalute, la violazione non sarebbe considerata dichiarazione infedele, ma comunque soggetta a sanzioni.
Le nuove regole dell'Agenzia delle Entrate per la dichiarazione delle criptovalute
Secondo la Circolare n. 30/E del 2023 dell'Agenzia delle Entrate, le persone fisiche devono tassare le plusvalenze e altri proventi derivanti dalla cessione, permuta o detenzione di cripto-attività solo se superano i 2.000 euro nel periodo d'imposta. Tuttavia, ci sono altre questioni legate alle modalità di acquisto delle criptovalute, come gli intermediari o i wallet privati, che rappresentano una sfida significativa quando si analizza una plusvalenza generata da queste valute virtuali.
Nel caso di permuta tra due cripto-attività con caratteristiche e funzioni simili, questa non costituisce una fattispecie fiscalmente rilevante. Tuttavia, è importante stabilire che le due cripto-attività permutate abbiano "eguali caratteristiche e funzioni". Questo concetto potrebbe sembrare ovvio, ma non lo è. Ad esempio, ci sono cripto-valute chiamate "stablecoin" che sono equiparate alla moneta elettronica e, quindi, potrebbero generare una potenziale plusvalenza fiscale se scambiate con criptovalute di diverso genere. La corretta dichiarazione dei rendimenti derivanti dalle cripto-attività dipende quindi dalla natura stessa delle criptovalute e dalla corretta qualificazione dei rendimenti generati.
Le sanzioni per la mancata dichiarazione delle criptovalute nel quadro RW
Molti contribuenti potrebbero non essere a conoscenza dell'obbligo di dichiarare la mera detenzione di criptovalute, specialmente se non generano plusvalenze, a questi rimando alla guida tassazione delle criptovalute. Inoltre, esiste l'erronea convinzione che detenere criptovalute su supporti fisici esenti dall'obbligo dichiarativo. Tuttavia, la normativa prevede che gli obblighi di monitoraggio fiscale delle cripto-attività sussistano "indipendentemente dalle modalità di archiviazione e conservazione delle stesse", sia che siano detenute in Italia o all'estero. Pertanto, non dichiarare la detenzione di cripto-attività potrebbe comportare significative sanzioni.
È importante tenere presente che al momento non è prevista una proroga della procedura di regolarizzazione delle criptovalute introdotta con la Legge di Bilancio 2023, la quale è scaduta il 30 novembre 2023. Pertanto, è fondamentale adempiere agli obblighi dichiarativi relativi alle criptovalute e comprendere le implicazioni fiscali connesse a questo settore in continua evoluzione.
L'obbligo di dichiarare le criptovalute nel modello 730/2024 è una novità importante per i contribuenti. La mancata dichiarazione delle criptovalute nel quadro RW può comportare sanzioni amministrative pecuniarie, e la correttadichiarazione dei rendimenti generati dalle cripto-attività rappresenta una sfida data la natura complessa delle criptovalute. È fondamentale per i contribuenti informarsi adeguatamente sulle regole fiscali e consultare un professionista esperto per garantire la corretta adesione alle disposizioni normative e evitare sanzioni indesiderate. La compilazione non è complicata, per chi vuol far da se rimando alla guida tassazione delle criptovalute.
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