Insomma dopo le perdite del 2022 non si può dire che chi ha investito nei fondi di investimento abbia recuperato, vedendo il suo capitale ancora eroso dall’inflazione. E con la beffa che se avesse messo i soldi su un conto deposito, un Bot o un Btp avrebbe ottenuto di più.
Ti invito quindi a legger attentamente il post, qui troverai anche il caso esemplificativo di un fondo Fideuram.
Risultati fondi investimento 2023
Significativo è guardare i dati più in dettaglio.
La tabella riporta i risultati dei fondi (attivi e passivi), divisi per Società di Gestione al 30 settembre 2023. Concentriamoci ora sulla terza colonna in verde e sull’ultima. La terza riporta i risultati della gestione. Si notano BlackRock e Vanguard che superano abbondantemente il 6%. Poco sotto Intesa sta al 2,6%. Se guardiamo l’ultima colonna, quella dei costi per l’investitore, vediamo che Intesa fa pagar oltre l’1%, contro lo 0,57% di BlackRock e addirittura lo 016% di Vanguard.
Il motivo di questa differenza di costi è semplice: Vanguard è specializzata e offre praticamente solo Etf e fondi passivi, BlackRock idem anche se presenta anche strumenti attivi, Intesa invece è di fatto assente offrendo solo fondi attivi. I numeri sono chiari e non si prestano a interpretazioni anche perché questi risultati sono stati rilevati da anni e da più analisti. Chi investe in strumenti meno costosi come gli Etf, non solo paga di meno ma guadagna molto di più.
Guardiamo ora le colonne in blu. La prima rappresenta la quota di fondi obbligazionari, la seconda azionari, la terza gli altri. Ovviamente gli azionari costano più degli obbligazionari e quindi qualcuno potrebbe pensare che i numeri appena detti siano fuorvianti perché Intesa investe più su azionari e Vanguard su obbligazionari.
Invece anche qui scopriamo un’altra verità scomoda per le banche che propongono fondi di investimento attivo ai loro clienti. Oltre il 50% dei prodotti di Vanguard e BlackRock sono azionari. Intesa da parte sua ha una quota maggiore di obbligazionari. Quindi la differenza di costi è ancora più grave.
Ma c’è un ulteriore elemento che balza agli occhi: i fondi di Intesa sono per una quota superiore al 40% di tipologia “altro”. Sono quelle categorie ibride, come bilanciati e flessibili, che rendono ancora più opaca la gestione e difficile il confronto. Rispondono alle soluzioni di marketing di offrire al cliente uno strumento che dovrebbe cogliere due obiettivi invece di uno (vale a dire rendimento ma con minor rischio) con l’ovvio risultato di esser perdente per il cliente ma vincente per la rete di venditori che lucra pure commissioni ancora più pesanti in quanto il prodotto è costruito ad hoc e quindi va pagato.
La lezione è chiara. Se stai investendo in fondi di investimento della tua banca o del tuo promotore, anche quando il mercato va bene, guadagni meno. Dopo le perdite del 2022 ora ti becchi rendimenti che non reggono il confronto con un conto deposito o un Bot. E intanto paghi la banca.
Il problema è che molte persone sono in perdita e rimangono sperando nel recupero. Ma finché paghi certe commissioni (anzi se il fondo recupera rischi pure la beffa di pagare la commissione di performance) non recuperi quanto il mercato. Vendi e prendi un analogo e banale Etf, o se vuoi recuperare le minus anche qualche titolo di stato o obbligazione. Sbagliare è umano, persevare è … da fessi!
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