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17/05/23

Mai vendere in perdita, la peggiore regola in Borsa?

Ho letto varie volte su forum e social commenti curiosi (e assurdi) che consigliano di non vendere in perdita. La stranezza è che tale strategia sarebbe proprio l’opposto di quanto suggerito da una delle cosiddette regole di Borsa “far correre i guadagni e tagliare le perdite”. In realtà sono un po’ contrario a regole rigide in fatto di invesitmenti. Pure la diversificazione per es., forse il più grande mantra dell’investimento moderno, per me ha dei limiti e diciamo dei se e dei ma.

In ogni caso la regola di Borsa sul tagliare le perdite è sicuramente più valida e di buon senso di quella di “non vendere in perdita”. Infatti nessuno può azzeccare tutte le operazioni, già avere il 50% di operazioni positive è un successo. Ciò che conta però non è la percentuale di operazioni in guadagno ma il peso specifico. Pertanto se si tagliano le operazioni in perdita limitando i loss e si hanno invece operazioni positive corpose, si è ovviamente in guadagno.

Il presupposto però deve esser sempre un’analisi. Ci sta anche non vendere in perdita, se si ritiene che questa sia dovuta a fattori momentanei di mercato o relativi alla società, ma che il titolo rimanga valido. Io stesso operando più volte per esempio su Apple, non mi sono preoccupato di momentanei segni rossi. Sapevo che il titolo nel medio periodo avrebbe recuperato o comunque fatto meglio delle alternative.

Le regole quindi vanno bene se sono di buon senso e in ogni caso vanno valutate caso per caso. Per questo la regola di non vendere in perdita non ha alcun senso, ma a volte può convenire farlo. Ci sono anche motivi tattici per cui spesso non conviene non vendere in perdita. 

Perché fiscalmente può convenire vendere in perdita

Un metodo per ottimizzare fiscalmente il portafoglio è noto col termine di Wash Sale (“vendita di lavaggio”) ed è un metodo fortemente limitato in USA, ma ancora legale in Italia: consiste nel vendere un titolo in perdita per poi riacquistarlo subito dopo, al fine solo di realizzare delle minusvalenze.

In USA, se non fai trascorrere almeno 30 giorni tra la vendita e il riacquisto, non puoi dedurre la perdita realizzata: in Italia, non esiste questa limitazione e potrai riacquistare il titolo subito dopo.

Se abbiamo un qualche titolo in perdita, sia esso ETF, azione o altro strumento, possiamo venderlo e riacquistarlo subito dopo, generando una minusvalenza che sarà utilizzabile in futuro per risparmiare tasse.

Ricorda che hai tempo 4 anni per compensare le minusvalenze: quelle che hai realizzato con la tua Wash Sale potranno essere usate in futuro anche sul titolo stesso che hai venduto o ricomprato, se si tratta ad esempio di un azione.

Come detto, questa pratica è limitata in USA: pertanto, se vendi il tuo titolo in perdita, ma lo riacquisti prima che siano trascorsi 30 giorni dalla vendita, l’operazione sarà assolutamente possibile, ma non potrai conteggiare la perdita come minus. Trascorsi 30 giorni, potrai invece riacquistare il titolo.

In Italia, invece, non esiste ancora questa limitazione.

Il meccanismo appena visto si introduce anche in un generale processo di Loss Harvesting, ovverosia di raccolta di minusvalenze che, proprio grazie alla possibilità di mettere in campo una Wash Sale, permette all’investitore di attuare politiche di “raccolta” (per l’appunto) delle minusvalenze, da inserire nel proprio zainetto fiscale e da usare in futuro per pagare meno tasse.

Se hai effettuato una Wash Sale, e quindi hai raccolto la tua minusvalenza, non potrai compensare quella minus con ETFs che hai in portafoglio (per i motivi detti prima), a meno che tu non abbia ETC: in questo caso, puoi usare un interessante stratagemma.

Prendere i titoli in perdita, venderli, ricomprarli e, al contempo, realizzare una plusvalenza esentasse sugli ETC che hai in portafoglio: questo stratagemma, nel lungo periodo, è un ulteriore modo che ti fare risparmiare moltissime tasse: che sono rendimenti in più.

Oppure, come detto in precedenza, puoi pensare di accumulare le minus senza realizzare subito la tua plusvalenza in portafoglio (col rischio, però, di non ritrovare nel tempo la plusvalenza).

Ovviamente, specifichiamo ancora una volta che la raccolta delle minus è inutile se in portafoglio si hanno solo ETF o fondi: anche qui, potrebbe essere utile avere in portafoglio single stocks, da usare come redditi diversi per recuperare minusvalenze.

Infine, è bene anche specificare come le regole limitanti riguardanti le Wash Sale non valgano per i contribuenti italiani, indipendentemente dall’utilizzo o meno di azioni americane: ergo, se acquisti azioni americane puoi comunque mettere in campo una Wash Sale, in quanto la tassazione della minus e della plus dipenderà dal paese in cui risiedi fiscalmente.

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