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13/03/23

Dove investire nel 2023: Btp e obbligazioni

La risalita dei tassi a fronte dell'inflazione offre al risparmiatore diverse opportunità. Finalmente dopo anni di tassi zero, si può tornare a investire in obbligazioni, a partire dai nostrani Btp.

Il quadro di riferimento 

In questo articolo analizzerò la situazione attuale (inizio marzo) valutando anche alcuni titoli.
  1. il rialzo dei tassi dovrebbe finire entro l'estate, massimo settembre
  2. il grosso del rialzo è già avvenuto, ma attenzione alla durata a cui verranno mantenuti i tassi al livello attuale o massimo
  3. l'inflazione ha toccato il picco

Subito una precisazione. Non significa che i tassi non saliranno ancora o che l'inflazione sia sparita. Semplicemente i tassi non saliranno più così tanto come fatto finora e l'inflazione tenderà a calare ma ci accompagnerà ancora a lungo. I tempi dei tassi zero sono finiti. 

L’attenzione deve essere rivolta alla qualità sia sui governativi che sui corporate bond investment grade perché è possibile ricavare buoni rendimenti senza rischi eccessivi. Qualcuno potrebbe eccepire in proposito che i titoli di stato italiani non sono il massimo della qualità. Certo, ma rimangono investment grade e soprattutto non ci sono al momento presupposti per temere tempeste finanziarie.

Per tale ragione ritengo che anche un investitotre prudente oggi debba acquistare Btp oltre a altri titoli obbligazionari governativi, partendo nel caso con scadenze brevi di 2-3 anni.  Si può poi aumentare gradualmente la scadenza arrivando fino ai 10 anni su titoli europei in euro.

Altra osservazione fondamentale: l'investitore non è un trader, non deve cercare il punto di svolta dei tassi. Perché tanto nessuno lo sa, figurarsi lui. Al momento siamo ormai al 4%, c'è chi aspetta il 5%. Ma un investitore con il trend di questo ultimo periodo dovrebbe già iniziare a puntare qualcosa sul lungo, poi al massimo aumenta. E senza dispiacersi se i prezzi sono scesi, si sono aperte nuove occasioni, intanto lui porta a casa il rendimento. 

Altrimenti si rischia di fare come chi a fine 2022 non ha investito aspettando appunto il 5% che poi non è arrivato. Per poi affrettarsi dopo a investire o rimanere fermo con soldi a zero o al massimo parcheggiati su qualche deposito a tassi ben inferiori. Va bene attendere, va bene suddividere le scadenze, ma non restare completamente fermo cercando di prendere i prezzi minimi. Al limite si può attendere la seduta della Bce, la prossima è il 16 marzo. 

Altra nota importante a proposito della politica monetaria della Bce. Il 16 marzo è già previsto un aumento dei tassi dello 0,5%. Leggo tanti commenti di chi dice di aspettare perché ci sarà un altro aumento e quindi poi i tassi andranno su. Questo è totalmente sbagliato. Il mercato ha già valutato questo aumento, perché il mercato si muove sulle notizie non quando i fatti si concretizzano. La prossima riunione è comunque importante perché ora c'è massima incertezza su come si muoverà poi la Banca Centrale. Saranno quindi più importanti le parole sul futuro della Lagarde che l'aumento dello 0,5%.

L'inflazione è in calo ma resterà a lungo. Inoltre per il piccolo risparmiatore è più importante avere un tasso reale positivo (rendimento superiore all'inflazione) che un rendimento alto se questo è sotto il valore dell'aumento dei prezzi. Ecco perché è utile includere anche qualche inflation linked come il Btp Italia. A parte la nuova emissione 2028 di cui ho parlato in un recente articolo, meglio ora star più corti, es. sul 2025-2026. 

Ma a proposito di indicizzazione, con i tassi in rialzo, tornano appetibili le obbligazioni a tasso variabile. In Italia abbiamo il Cct indicizzato all'euribor a 6 mesi che si sta avvicinando al 3,5%. Mentre i tassi a lungo (quelli dei Btp) sono meno influenzati dall'aumento se si sconta un futuro calo, l'euribor invece riflette tali incrementi. Si può infatti notare come ormai tra tassi a 2 anni e quelli a 10 non ci sia grande differenza (in America sono addirittura invertiti). Non entro troppo nello spiegare le logiche sottostanti. Quello che ritengo utile è sfruttare l'alto rendimento dei tassi a breve con i Cct sempre su scadenze brevi 2024-2025. 

E' insomma utile ora più che mai diversificare le fonti di reddito tra emissioni a cedola fissa e variabile, spingendosi nel caso su durate più lunghe con il tasso fisso. 

Ultimo appunto sulle minusvalenze. Con l'aumento dei tassi molti titoli sono tornati a quotare sotto 100. Questo apre un'altra opportunità: sfruttare questi titoli per recuperare le minusvalenze pregresse senza troppi problemi e senza acquistare strumenti rischiosi come i certificate. In un prossimo articolo indicherò precisamente quali sono i titoli (sia governativi che corporate) più utili allo scopo. 

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