Caratteristiche Btp Italia marzo 2023 - 2028
Il titolo sarà collocato sul mercato in due fasi: la Prima Fase da lunedì 6 a mercoledì 8 marzo (salvo chiusura anticipata) sarà riservata ai risparmiatori privati individuali; la Seconda Fase il 9 marzo sarà riservata agli investitori istituzionali (banche, fondi, assicurazioni etc.). Collocamento sul mercato: 14 marzo 2023.
Puoi sottoscrivere il BTP Italia in banca, presso gli uffici postali o tramite il tuo home banking nella sezione aste o cercando il codice Isin IT0005532715.
Veniamo ora alle caratteristiche specifiche di questa emissione:
- Durata: 5 anni, la scadenza è quindi 14 marzo 2028
- Tasso reale minimo garantito: 2% lordo annuo. Il rendimento reale minimo potrà esser aumentato, nel caso verrà comunicato nella mattinata di giovedì. La cedola semestrale sarà pertanto pari a minimo 1% + l’inflazione italiana del semestre registrata tramite l’indice FOI senza tabacchi.
- Premio fedeltà : 0,8% pagato alla scadenza a chi ha detenuto il titolo ininterrottamente
Non è prevista alcuna commissione bancaria all’acquisto in asta.. Gli interessi sono soggetti a ritenuta fiscale del 12,5% e c’è il solito bollo dello 0,20% annuo.
Conviene il Btp Italia marzo 2023-28?
Parlare di convenienza è sempre complicato in quanto entrano in gioco anzitutto previsioni, e nel caso di questo titolo riguardano non solo i tassi di interesse ma anche l’inflazione italiana. Inoltre la convenienza riflette anche aspetti soggettivi. Pertanto è utile e opportuno fare dei distinguo. I confronti con altri titoli e alcune ipotesi sul futuro ci aiutano a capire le probabilità di rendimento del titolo. Probabilità perché ovviamente non solo non è certo quanto renderà , ma soprattutto se renderà più o meno di un analogo Btp a tasso fisso o altro titolo di pari scadenza.
Partiamo dal contesto di mercato analizzando i due trend, correlati, relativi a inflazione e tassi di interesse.
Inflazione
L’inflazione sembra aver raggiunto il picco e sta arretrando. Ma sembra meno del previsto, o comunque sembra più difficile ora per le Banche Centrali rallentare la corsa dei prezzi tramite la politica monetaria. Vero che le materie prime e in particolare i costi energetici sono crollati dai massimi, ma è evidente che siamo in un nuovo scenario rispetto a quello dei tassi zero e no inflazione. Questo scenario era stato spinto dalla globalizzazione e dall’importazione di prodotti a basso costo dall’Asia. Sembra però caduto questo paradigma e, soprattutto per alcuni prodotti strategici, i paesi e le aziende occidentali hanno capito l’importanza di differenziare le forniture e avere fornitori più vicini.
Quindi vero che il picco sembra superato, ma il ritmo dei prezzi appare destinato a restare vivace ancora a lungo. La stessa Bce spera di raggiungere l’obiettivo del 2% non prima del 2025. Bankitalia per esempio, anche se prudentemente, prevede un’inflazione al 6,5%. Del resto l’inflazione già acquisita per il 2023 dall’indice Foi si può stimare vicino al 5,3%.
Tassi di interesse
I tassi di interesse europei sono in forte risalita da mesi. Il mercato si interroga fino a dove si potrà arrivare. L’andamento dei tassi ha una correlazione complicata con i titoli indicizzati. Come per tutti i titoli, un aumento dei tassi ne deprime il prezzo. D’altro canto se c’è aumento dei tassi significa che l’inflazione è più alta del previsto, cosa che ovviamente aumenta la cedola di questi prodotti.
A marzo la BCE sicuramente aumenterà di nuovo il tasso ufficiale di sconto, si prevede un ulteriore +0,5% arrivando quindi al 3,5%. Ora sembra più probabile che ci sarà un successivo aumento e che i tassi possano arrivare al 4%. Ma il mercato scommette che la crescita dei tassi finirà entro settembre e già dall’anno prossimo potrebbe esserci un rientro graduale. Quel che è certo è che la crescita dei tassi è in gran parte già avvenuta.
Confronto con Btp tasso fisso
Il primo confronto utile è quello con il Btp a tasso fisso di pari scadenza. Prendo a riferimento il Btp con scadenza marzo 2028, Isin IT0005433690 che alla quotazione attuale di 83,05 rende lordo circa il 4,05%. Possiamo dire grossolanamente che con un’inflazione media sopra il 2% converrà il Btp Italia, viceversa il Btp a tasso fisso.
Riprendendo le aspettative inflazionistiche indicate in precedenza, sicuramente il 2% sarà battuto quest’anno. Ma è anche molto plausibile pensare che mediamente la crescita dei prezzi sarà superiore al 2%.
Pertanto si potrebbe concludere che il titolo indicizzato all’inflazione conviene rispetto al suo pari a tasso fisso puro. Uso il condizionale perché è giusto evidenziare che per quest’ultimo il rendimento è certo mentre per il Btp Italia no, pertanto ci si assume un rischio. Ma il rischio è anche un’opportunità e come già detto, credo che in questo periodo per un piccolo risparmiatore è importante avere uno strumento che protegga dall’inflazione. Vedilo come un’assicurazione, se poi l'evento per cui ti sei coperto non si avvererà , potrai comunque esser contento perché non pagherai di più la spesa.
Attenzione poi a non far confusione. Il titolo paga il 2% più l’inflazione. Anche se l’inflazione scende dal 10% al 5%, sempre di crescita dei prezzi si tratta. Pertanto il titolo, semplificando il concetto, renderà 2% + 5%. Non farti ingannare quindi da chi dice che il titolo non è conveniente perché l’inflazione è in calo. Inoltre il Btp Italia non subisce nemmeno l’effetto di un’improbabile deflazione (inflazione negativa, cioè calo dei prezzi) perché nel caso l’indicizzazione sarebbe semplicemente pari a zero e il titolo garantirebbe il 2% minimo.
Confronto con altri Btp Italia
Se si considera anche il premio fedeltà finale dello 0,8% il rendimento del nuovo Btp Italia è allineato perfettamente a quello con scadenza novembre 2028. Se si esclude il bonus quest'ultimo rende circa lo 0,16% in più. Ma occorre considerare il momento in cui si acquista e le commissioni bancarie.
In generale quindi il titolo è allineato e non ha senso pensare a switch, cioè vendere altri Btp Italia per acquistare questo. Salvo ovviamente a inizio settimana ci siano forti stravolgimenti sul mercato. Se in portafoglio hai già altri prodotti analoghi con differenti date di rimborso, inserire la nuova emissione ti permette di modulare le scadenze. Se per te 5 anni sono troppi ma vuoi entrare in questi prodotti, attualmente ritengo la soluzione migliore quello con scadenza maggio 2025.
Ovviamente attenzione sempre alle commissioni bancarie se si acquista sul mercato. E' anche l'ora nel caso che abbandoni banche tipo Intesa e co. che non solo ti fanno pagare commissioni di negoziazione molto alte, ma hanno pure assurdi costi di custodia titoli.
Altri fattori da considerare
Tutto ciò premesso, devi considerare altri due fattori. Il primo è il tuo portafoglio finanziario attuale e la sua diversificazione. Se per es. hai solo Btp, è opportuno che guardi anche altrove (al massimo vendi qualcosa prima di prender questo). Una quota percentuale dedicata ai Btp Italia, tenuto conto anche di emissioni già presenti in portafoglio, potrebbe attestarsi anche al 20-25% dell’intero patrimonio, comprendendo anche la componente azionaria, per un investitotore di profilo prudente che vuole soprattutto coprirsi dalla crescita dei prezzi. Chiaramente per piccoli portafogli questa quota potrebbe esser superiore.
Il secondo fattore da considerare è il tuo orizzonte temporale. 5 anni è un periodo medio, non lungo ma nemmeno corto. Devi esser convinto di poter detenere un titolo fino alla scadenza perché solo così eviterai di rischiare di vendere in perdita (oltre che in questo caso prender anche il bonus fedeltà ). Se sai già che tra qualche anno avrai delle spese per cui ti potranno servire i soldi da investire, meglio che opti per altro. Come detto puoi valutare sempre i Btp Italia acquistando le scadenze più brevi già presenti sul mercato.
Se decidi di sottoscrivere il nuovo Btp Italia 2023-28, come al solito ti consiglio di attendere martedì o mercoledì (ultimo giorno) per esser sicuro che nel frattempo non arrivino notizie fortemente impattanti che magari rendano preferibili altri titoli. E' una forma di estrema prudenza però non costa nulla ... Stai solo attento che non venga annunciata la chiusura anticipata.
Qualunque cosa tu decida, per quest'anno è opportuno:
- investire in conti deposito (pubblicherò un nuovo articolo lunedì), obbligazioni, Btp etc. piuttosto che lasciare i soldi sul conto corrente a tasso zero. Con l'inflazione attuale e le opportunità presenti sul mercato, sarebbe stupido non approfittarne;
- operare con una nuova banca se la tua ti fa pagare commissioni esose e magari qualche altro balzello tipo diritti di custodia. Valuta Directa, Webank, Fineco, Widiba.
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