Nell’articolo sul recupero delle minusvalenze ho citato i certificati (o certificates) come strumento utile per lo scopo. Ne sono seguite alcune richieste sul tema che cerco di chiarire.
Questi strumenti hanno avuto molto successo e sapendoli maneggiare possono anche entrare in un portafoglio finanziario di un investitore prudente ma dinamico. Il successo, come spesso capita, ha sempre il suo lato negativo.
Ci sono infatti ormai una marea di certificati e soprattutto di tipologie. Sarebbe impossibile in un articolo spiegare anche solo le principali. Qui mi limito a qualche consiglio generale ma fondamentale.
Proprio per consentire di sfruttare questo "vantaggio" fiscale, alcuni emittenti lanciano a fine anno nuovi prodotti con una prima cedola in scadenza nell'anno con due caratteristiche:
Altra segnalazione importante. Molte banche si sono lanciate nel business dei certificati collocandoli direttamente allo sportello. Non acquistarli! Al collocamento pagherai alte commissioni che verranno poi scontate nel prezzo di negoziazione. Acquista certificati solo già negoziati e quindi direttamente in Borsa. Li prendi come una normale azione.
I Certificati di Investimento. come Giovanni Borsi sceglie i migliori
Il testo è molto operativo perché ti insegna a confrontare i numerosi certificati sul mercato (circa 4.500 secondo l'autore) arrivando a selezionarne circa un centinaio in grado di soddisfare le esigenze sia degli investitori prudenti che speculativi. Sono anche indicati i più utili per il recupero delle minusvalenze. Non da ultimo viene illustrato come gestire i certificati in portafoglio e anche tecniche più avanzate come la copertura delle posizioni.
Cosa sono i certificati
I certificates sono strumenti finanziari negoziati sulla Borsa italiana mercato SeDeX che replicano l’andamento di un'attività sottostante, attività sottostante che può essere un indice azionario, obbligazionario, materie prime etc. o anche una singola azione o un paniere di più azioni.Questi strumenti hanno avuto molto successo e sapendoli maneggiare possono anche entrare in un portafoglio finanziario di un investitore prudente ma dinamico. Il successo, come spesso capita, ha sempre il suo lato negativo.
Ci sono infatti ormai una marea di certificati e soprattutto di tipologie. Sarebbe impossibile in un articolo spiegare anche solo le principali. Qui mi limito a qualche consiglio generale ma fondamentale.
Certificati e minusvalenze
Anzitutto specifico che i guadagni sui certificati (guadagni derivanti dal vendere lo strumento ad un valore superiore a quello di acquisto) producono sempre plusvalenze compensabili con minusvalenze pregresse. Nel precedente articolo mi riferivo però in particolare alle cedole. Alcuni certificati infatti, analogamente ad un titolo obbligazionario, distribuiscono cedole periodiche. Queste sono compensabili ma solo se aleatorie. Che significa? In parole povere la cedola non deve essere certa al 100%. E’ il caso dei classici certificati che staccano cedole al verificarsi di certi eventi, solitamente solo se il valore del titolo o indice sottostante è superiore ad una predeterminata soglia alla data di stacco. Come già indicato, purtroppo non tutte le banche compensano le cedole secondo questa regola. Alcune rettificano il prezzo di carico rimandando quindi alla scadenza (o alla vendita) il calcolo dell’effettivo guadagno/perdita dell'operazione. Questa metodologia viene utilizzata da quasi tutte le banche popolari, UniCredit, Banca Credem, Carige, Mediolanum e Deutsche Bank. Informati quindi con la tua banca su quale metodologia utilizza, ti posso già segnalare che Fineco e Binck operano correttamente consentendo di compensare subito le minusvalenze. Se conosci come opera la tua banca, lascia magari un commento più sotto che sarà utile per gli altri lettori.Proprio per consentire di sfruttare questo "vantaggio" fiscale, alcuni emittenti lanciano a fine anno nuovi prodotti con una prima cedola in scadenza nell'anno con due caratteristiche:
- è aleatoria ma di fatto sicura, nel senso che le condizioni per il pagamento sono altamente probabili;
- è molto alta, proprio per consentire di sfruttare la compensazione di minusvalenze in scadenza.
Altra segnalazione importante. Molte banche si sono lanciate nel business dei certificati collocandoli direttamente allo sportello. Non acquistarli! Al collocamento pagherai alte commissioni che verranno poi scontate nel prezzo di negoziazione. Acquista certificati solo già negoziati e quindi direttamente in Borsa. Li prendi come una normale azione.
Un libro per saperne di più
Questi sono i due spunti che mi sento di lasciarti in poco tempo. Se vuoi approfondire il tema, ti segnalo il libro appena uscito di Giovanni Borsi. E’ un po’ costoso ma offre un quadro completo sull'argomento:I Certificati di Investimento. come Giovanni Borsi sceglie i migliori
Il testo è molto operativo perché ti insegna a confrontare i numerosi certificati sul mercato (circa 4.500 secondo l'autore) arrivando a selezionarne circa un centinaio in grado di soddisfare le esigenze sia degli investitori prudenti che speculativi. Sono anche indicati i più utili per il recupero delle minusvalenze. Non da ultimo viene illustrato come gestire i certificati in portafoglio e anche tecniche più avanzate come la copertura delle posizioni.
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