Nei giorni scorsi sui giornali si è parlato molto dell'ipotesi di tassi negativi sul conto corrente, in pratica far pagare gli interessi ai clienti che tengono soldi sul conto.
Un ribaltamento della normaltà ma non così sorprendente, è un po' quello che sta succedendo per i Bot o i Btp a breve termine, dove è chi compra che in pratica paga gli interessi allo Stato.
Di tassi negativi sui depositi se ne parla in realtà già da un po', specie in alcuni paesi esteri dove è già realtà . Interessi negativi sui depositi, anche se limitati alle giacenze elevate, sono già in vigore in Svizzera (Ubs, Julius Baer, Pictet, Lombard Odier e alcune banche cantonali), Danimarca (Jyske Bank e Sydbank) e in alcune regioni tedesche (Berliner Volksbank e Raiffeisenbank im Oberland).
All'estero è un argomento dibattutto con frequenza sui media, specie su quelli tedeschi e del nord Europa, contrari all'attuale politica monetaria di Draghi.
In Italia il tema è stata rilanciato dalle dichiarazioni di Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di UniCredit, ma soprattutto presidente della European Banking Federation, l’associazione che rappresenta le banche europee.
L'attuale dinamica dei tassi di interesse, voluta e spinta dalla Bce, non influisce negativamente solo sugli investitori privati. Riduce infatti sensibilmente anche i margini di interesse delle banche. La politica monetaria di Draghi sta portando al paradosso che il denaro non vale nulla, per la maggioranza delle banche la raccolta sui conti correnti è un costo.
Vero che le banche, soprattutto quelle italiane, ottengono anche vantaggi da questa situazione. In primis la rivalutazione dei titoli di stato e degli altri titoli in portafoglio. Inoltre possono collocare obbligazioni bancarie a tassi ridotti. Non da ultimo, a parte i mutui ipotecari a privati, i tassi sui finanziamenti non sono calati molto, allargando la forbice rispetto al tasso zero sui conti.
L'iniziale proposta di Mustier era di far pagare gli interessi solo sui depositi superiori a 100.000 euro, soglia poi alzata a 1 milione di euro in cui rientrano chiaramene solo le imprese e i cosidetti clienti private o wealth.
Non credo che, almeno nel breve, altre banche italiane seguiranno Unicredit (che francamente credo abbia fatto un bel autogol a livello di comunicazione). Allo stato attuale non conviene a nessuna banca italiana accollare ai clienti gli interessi negativi. Anche perché la variazione di tasso non può esser fatta unilateralmente, ma richiede un accordo bilaterale con il cliente.
Più facile invece che, dimenticando che ci sono anche gli effetti positivi della politica BCE sui loro bilanci, sfruttino quelli negativi per procedere con nuove modifiche unilaterali dei contratti aumentando ulteriormente i costi dei conti correnti e di altri prodotti bancari.
Oppure, come di fatto confessato anche da Unicredit,cerchino di spingere chi ha liquidità sul conto verso investimenti come polizze, fondi e sicav della casa.
Come ti ho già raccomandato negli ultimi articoli, evita di:
Un ribaltamento della normaltà ma non così sorprendente, è un po' quello che sta succedendo per i Bot o i Btp a breve termine, dove è chi compra che in pratica paga gli interessi allo Stato.
Di tassi negativi sui depositi se ne parla in realtà già da un po', specie in alcuni paesi esteri dove è già realtà . Interessi negativi sui depositi, anche se limitati alle giacenze elevate, sono già in vigore in Svizzera (Ubs, Julius Baer, Pictet, Lombard Odier e alcune banche cantonali), Danimarca (Jyske Bank e Sydbank) e in alcune regioni tedesche (Berliner Volksbank e Raiffeisenbank im Oberland).
All'estero è un argomento dibattutto con frequenza sui media, specie su quelli tedeschi e del nord Europa, contrari all'attuale politica monetaria di Draghi.
In Italia il tema è stata rilanciato dalle dichiarazioni di Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di UniCredit, ma soprattutto presidente della European Banking Federation, l’associazione che rappresenta le banche europee.
L'attuale dinamica dei tassi di interesse, voluta e spinta dalla Bce, non influisce negativamente solo sugli investitori privati. Riduce infatti sensibilmente anche i margini di interesse delle banche. La politica monetaria di Draghi sta portando al paradosso che il denaro non vale nulla, per la maggioranza delle banche la raccolta sui conti correnti è un costo.
Vero che le banche, soprattutto quelle italiane, ottengono anche vantaggi da questa situazione. In primis la rivalutazione dei titoli di stato e degli altri titoli in portafoglio. Inoltre possono collocare obbligazioni bancarie a tassi ridotti. Non da ultimo, a parte i mutui ipotecari a privati, i tassi sui finanziamenti non sono calati molto, allargando la forbice rispetto al tasso zero sui conti.
L'iniziale proposta di Mustier era di far pagare gli interessi solo sui depositi superiori a 100.000 euro, soglia poi alzata a 1 milione di euro in cui rientrano chiaramene solo le imprese e i cosidetti clienti private o wealth.
Non credo che, almeno nel breve, altre banche italiane seguiranno Unicredit (che francamente credo abbia fatto un bel autogol a livello di comunicazione). Allo stato attuale non conviene a nessuna banca italiana accollare ai clienti gli interessi negativi. Anche perché la variazione di tasso non può esser fatta unilateralmente, ma richiede un accordo bilaterale con il cliente.
Più facile invece che, dimenticando che ci sono anche gli effetti positivi della politica BCE sui loro bilanci, sfruttino quelli negativi per procedere con nuove modifiche unilaterali dei contratti aumentando ulteriormente i costi dei conti correnti e di altri prodotti bancari.
Oppure, come di fatto confessato anche da Unicredit,cerchino di spingere chi ha liquidità sul conto verso investimenti come polizze, fondi e sicav della casa.
Come ti ho già raccomandato negli ultimi articoli, evita di:
- mantenere conti costosi quando hai a disposizione ottimi prodotti a costo zero o contenuto come Fineco, Webank, CheBanca (che ha attualmente in corso la promo buono Amazon da 100 euro) etc. Ricorda che non è mai troppo tardi per cambiare banca se la tua ti costa troppo. Certo, a livello mentale è una scocciatura, ma il tuo portafoglio ci guadagna;
- tener troppi soldi sui conti correnti che oggi non offrono nulla. Nell'ultimo articolo ti ho parlato del conto corrente illimity e di varie alternative per far fruttare i tuoi soldi
- seguire pedissequamente i consigli del bancario o promotore di turno. Chiedi piuttosto di investire nell'analogo ETF, soluzione che sicuramente ti verrà sconsigliata con mille scuse.
Buongiorno Luca, vorrei chiederti una spiegazione, premettendo che non ho una formazione in economia e finanza. Visto che oggi i tassi negativi sui c/c ancora non sono una realtà (io sono correntista Fineco) e che oltretutto sugli investimenti si paga anche l'imposta di bollo proporzionale (che invece sul conto corrente è fissa e, salvo il caso di importi irrisori, è decisamente meno pesante), perché gli investitori acquistano titoli di stato a tassi negativi? Grazie!
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