Negli ultimi due mesi i mercati finanziari hanno dato buone soddisfazioni agli investitori. Molti indici azionari hanno toccato record storici. E’ il caso della Borsa americana cresciuta dai minimi del 2009 del 132% , sia S&Poors e il Dow Jones sono ai record storici. E record storico è anche per il Dax di Francoforte, mentre il Nikkei giapponese è ai massimi degli ultimi anni. Anche il FTSE MIB di Milano è cresciuto, recuperando le perdite di inizio anno.
Ed i mercati hanno premiato pure le obbligazioni. Sono cresciuti i prezzi dei titoli di Stato, sia di quelli considerati più sicuri (Treasury americani e i Bund tedeschi) sia di quelli che fino ad un anno fa erano a rischio (tutti quelli dei paesi PIIGS, incluso la Grecia). Stessa sorte per le obbligazioni societarie e bancarie.
Lo spread è sceso fino a 250, per poi risalire leggermente a 260. Il Bot è sceso sotto l’1% lordo, il Btp a 3 anni rende netto l’1,5%, a 5 anni il 2,5%.
Anche i conti deposito, comunque sempre più lenti ad adeguarsi al trend del mercato, hanno visto diversi tagli nei tassi di interesse.
La ragione principale è la liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali “occidentali” . Le autorità dei paesi sviluppati (Usa, Gran Bretagna, Ue e Giappone) stanno infatti, chi più chi meno, cercando di fronteggiare la crisi economica stampando soldi, e sperando che questi attivino un circolo virtuoso.
Gli interventi delle autorità monetarie sono ritenuti necessari anche per stabilizzare i mercati. E’ innegabile che da quando la BCE ha iniziato ad acquistare sul mercato i titoli di stato europei a breve termine, la volatilità si sia ridotta.
Se i benefici a breve si fanno sentire, non è chiaro però quali potranno essere gli effetti su un periodo medio-lungo. Certamente queste politiche non possono durare se non sono sostenute dalla crescita reale.
Ma mentre negli Stati Uniti l’economia reale da segni di vitalità (aumento investimenti, calo disoccupazione etc.) e pure il Giappone qualcosa si muove, in Europa non si vede ancora all’orizzonte la ripresa (esclusa la Germania).
Il risultato è che oggi per un investitore sui mercati nazionali il rischio è paradossalmente maggiore che nei mesi passati. I prezzi sono infatti “drogati” dagli interventi monetari e non rappresentano i fondamentali reali. Lo testimonia il fatto che le aste dei Btp e dei Bot trovano sempre meno acquirenti.
Soprattutto sul mercato obbligazionario oggi è difficile spuntare interessi decenti, salvo prendersi più rischi, vale a dire allungare le scadenze o optare per emittenti meno affidabili.
Le stesse banche italiane stanno sfruttando la situazione proponendo bond con alte cedole come l’obbligazione Mediobanca Carattere (subordinata e quindi più rischiosa) o i bond IMI in valuta turca. Titoli che possono essere buoni in una logica speculativa di breve periodo, ma più discutibili se acquistati per essere dimenticati fino alla scadenza.
In tale situazione il piccolo risparmiatore non deve farsi attrarre da scelte non appropriate puntando a rendimenti superiori alla media. Se non sei una persona che può dedicare tempo agli investimenti, seguendo giornalmente i titoli del tuo portafoglio, rispetta alcune regole base senza prendere rischi che non sono compatibili con il tuo orizzonte temporale o con il tuo profilo psicologico di rischio.
Piuttosto è preferibile rimanere liquidi, o sui conti deposito (mentre i titoli di stato a breve ora, tra tasse e costi, non valgono la candela). Nei prossimi articoli tornerò comunque sul tema indicando quali sono gli errori da evitare e i mercati che, secondo gli esperti (che però possono sbagliare) sono più promettenti. Inserendo la tua email più sotto potrai ricevere gratuitamente e prontamente nella tua casella di posta elettronica i prossimi articoli.
Ed i mercati hanno premiato pure le obbligazioni. Sono cresciuti i prezzi dei titoli di Stato, sia di quelli considerati più sicuri (Treasury americani e i Bund tedeschi) sia di quelli che fino ad un anno fa erano a rischio (tutti quelli dei paesi PIIGS, incluso la Grecia). Stessa sorte per le obbligazioni societarie e bancarie.
Lo spread è sceso fino a 250, per poi risalire leggermente a 260. Il Bot è sceso sotto l’1% lordo, il Btp a 3 anni rende netto l’1,5%, a 5 anni il 2,5%.
Anche i conti deposito, comunque sempre più lenti ad adeguarsi al trend del mercato, hanno visto diversi tagli nei tassi di interesse.
Le ragioni della crescita dei mercati finanziari
E’ importante capire le motivazioni di questa euforia dei mercati finanziari. Perché in una situazione di crisi, tutto è cresciuto?La ragione principale è la liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali “occidentali” . Le autorità dei paesi sviluppati (Usa, Gran Bretagna, Ue e Giappone) stanno infatti, chi più chi meno, cercando di fronteggiare la crisi economica stampando soldi, e sperando che questi attivino un circolo virtuoso.
Gli interventi delle autorità monetarie sono ritenuti necessari anche per stabilizzare i mercati. E’ innegabile che da quando la BCE ha iniziato ad acquistare sul mercato i titoli di stato europei a breve termine, la volatilità si sia ridotta.
Se i benefici a breve si fanno sentire, non è chiaro però quali potranno essere gli effetti su un periodo medio-lungo. Certamente queste politiche non possono durare se non sono sostenute dalla crescita reale.
Ma mentre negli Stati Uniti l’economia reale da segni di vitalità (aumento investimenti, calo disoccupazione etc.) e pure il Giappone qualcosa si muove, in Europa non si vede ancora all’orizzonte la ripresa (esclusa la Germania).
Il risultato è che oggi per un investitore sui mercati nazionali il rischio è paradossalmente maggiore che nei mesi passati. I prezzi sono infatti “drogati” dagli interventi monetari e non rappresentano i fondamentali reali. Lo testimonia il fatto che le aste dei Btp e dei Bot trovano sempre meno acquirenti.
Soprattutto sul mercato obbligazionario oggi è difficile spuntare interessi decenti, salvo prendersi più rischi, vale a dire allungare le scadenze o optare per emittenti meno affidabili.
Le stesse banche italiane stanno sfruttando la situazione proponendo bond con alte cedole come l’obbligazione Mediobanca Carattere (subordinata e quindi più rischiosa) o i bond IMI in valuta turca. Titoli che possono essere buoni in una logica speculativa di breve periodo, ma più discutibili se acquistati per essere dimenticati fino alla scadenza.
In tale situazione il piccolo risparmiatore non deve farsi attrarre da scelte non appropriate puntando a rendimenti superiori alla media. Se non sei una persona che può dedicare tempo agli investimenti, seguendo giornalmente i titoli del tuo portafoglio, rispetta alcune regole base senza prendere rischi che non sono compatibili con il tuo orizzonte temporale o con il tuo profilo psicologico di rischio.
Piuttosto è preferibile rimanere liquidi, o sui conti deposito (mentre i titoli di stato a breve ora, tra tasse e costi, non valgono la candela). Nei prossimi articoli tornerò comunque sul tema indicando quali sono gli errori da evitare e i mercati che, secondo gli esperti (che però possono sbagliare) sono più promettenti. Inserendo la tua email più sotto potrai ricevere gratuitamente e prontamente nella tua casella di posta elettronica i prossimi articoli.
Grande Luca, quello che ci serve, molte indicazioni del caso, e mettiamo i puntini sulle previsioni degli esperti. Con le carte fuori son capace anche io di dare anticipazioni.
RispondiEliminaCon questi tassi così bassi, bisogna guardare, per spuntare rendimenti superiori all'inflazione, ad obbligazioni di durata più lunga, in specie bond bancari o corporate con cedole alte ed anche subordinate. E' chiaro che si tratta di minima speculazione, ma se si vuole avere buoni rendimenti bisogna metterci un certo impegno ed accettare una dose di rischio. Per il momento penso che i tassi bassi rimarranno per parecchi mesi se non qualche anno, poi bisognerà stare attenti al punto di svolta, cioè alla risalita dei tassi. In modo più tranquillo, anche per bilanciare un portafoglio obbligazionario a tasso fisso, si può guardare a bond a tasso misto con buoni floor. Ve ne sono alcuni che danno un minimo del 4,25%. Che ne pensa poi, della borsa del Lussemburgo dove sono quotati bond molto remunerativi?
RispondiEliminaun minimo del 4,25%. prezzo? isin?
RispondiEliminaCaro Luca, in alternativa ai conti deposito, per un orizzonte temporale lievemente più lungo (18-24 mesi) come valuti al momento i buoni postali indicizzati all'inflazione? Grazie
RispondiEliminaper le obbligazioni ricordo che è fuorviante guardare alle cedole. Occorre calcolare il rendimento, che è una cosa diversa e considera anche il tempo e il prezzo. Va poi sempre considerata la qualità dell'emittente. Obbligazioni con floor al 4,25 oggi quotano sicuramente sopra 100, salvo emittenti veramente allo sbando.
RispondiEliminaEs. Intesa IT0004456304 che scade tra meno di 2 anni costa 102,9 oppure Banco Popolare IT0004703317 a 4 anni quota a 105,44.
i buoni indicizzati, nonostante il calo dell'inflazione, vanno bene come alternativa ai conti deposito (ovviamente sai che devi tenerli almeno 18 mesi).
RispondiEliminaSi, ma devi tenerli fino a scadenza 31/05/2017 con un rendimento del ( 2,21% netto) IT0004787476
RispondiEliminaPer quello che penso io, non siamo la Germania che si permette di tenerti i soldi a gratis o quasi, qui da noi
non sono reali i prezzi con la posizione italia