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11/12/12

Confronto fra buoni ordinari e indicizzati inflazione

Abbiamo visto che i buoni indicizzati all’inflazione hanno un rendimento derivante da una parte fissa predeterminata e una variabile incerta (l’inflazione appunto).

La parte fissa dei Bfpi ha una struttura a tassi annui crescenti, simile a quella dei buoni ordinari. Ovviamente però i tassi sono inferiori. Il confronto fra i due prodotti va quindi effettuato calcolando il valore di inflazione annua media sui 10 anni che renderà i rendimenti dei due strumenti uguali a scadenza.


Rendimenti effettivi lordi dei buoni

Il dato da cui partire è quindi la componente fissa, in particolare il rendimento effettivo lordo dei buoni postali.
Per i buoni ordinari questo si può tranquillamente trovare sul sito delle Poste:

tassi-lordi-buoni-ordinari

Per i buoni indicizzati all’inflazione invece occorre recuperare il foglio informativo della serie (i fogli informativi si trovano sulla sinistra nella pagina delle Poste dedicata ai Bfpi):

rendimento-buoni-postali-inflazione

Fai attenzione quindi ad effettuare il confronto non fra i tassi annui nominali, ma fra quelli effettivi.
Confrontiamo i rendimenti attesi sulla scadenza di 10 anni:
  1. buono ordinario: 2,35%
  2. Bfpi: 1,55%
Approssimativamente si può vedere come il maggior rendimento di base offerto dal buono ordinario rispetto al buono indicizzato sia dello 0,80%.
Se prevediamo che l’inflazione media nei prossimi 10 anni sarà superiore a questo livello, allora sarà preferibile investire nel Bfpi.

La conclusione quindi non può essere che soggettiva. Ci si può ovviamente basare sul passato, ricordando però che come i rendimenti del passato, il dato non è garanzia per il futuro.

Negli ultimi anni l’inflazione italiana a 10 anni è stata mediamente superiore al 2%; si tratta tra l’altro dei valori storici più bassi in assoluto:
  • 1996 2006     2,10%
  • 1997 2007    2,10%
  • 1998 2008     2,24%
  • 1999 2009     2,14%
  • 2000 2010    2,05%
  • 2001 2011     2,05%
Basterebbe quindi un’inflazione media nei 10 anni molto ridotta (non solo in base ai valori attuali ma anche a quelli storici) affinché il buono postale legato all’inflazione renda alla fine di più del buono ordinario.

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