Mario Draghi ha esordito alla presidenza della Banca Centrale Europea con un taglio del tasso ufficiale BCE: da 1,5 a 1,25%. E’ stata una mossa inaspettata, la sorpresa dipende però più dal fatto che non ci si attendeva un taglio subito al suo esordio, mentre era comunque prevedibile un intervento a breve visto che già il mese scorso se ne era parlato.
Le previsioni sui tassi sono infatti completamente cambiate rispetto a quelle di inizio anno. Molti analisti a gennaio ipotizzavano un tasso euribor a 3 mesi anche al 2% entro la fine del 2011.
Ora le previsioni sull’euribor, stimate sulla base dei contratti futures (contratti derivati che fissano un prezzo ad una scadenza futura) sono invece molto più conservative. Attualmente l’euribor è sceso dall’1,58 all’1,49% dopo l’annuncio del taglio del tasso BCE.
Come si vede dalla tabelle le previsioni sembrano puntare ad un ulteriore calo (si ipotizza un ulteriore tagli BCE ad inizio del 2012). Si nota soprattutto come per tutto il 2012, ma addirittura anche il 2013, non sembrano esserci significativi aumenti.
Consiglio comunque di prendere sempre con molta prudenza queste previsioni. In periodi di turbolenza come questo infatti le attese dei mercati cambiano velocemente. Se leggi Banca del Risparmio da un po’ ricorderai come le previsioni di inizio 2011 fossero di tutt’altro tenore. Del resto è sempre utile ricordare che sui mercati finanziari nessuno ha la sfera di cristallo per cui dubita sempre di qualsiasi previsione.
Penso che la mossa di Draghi sia stata comunque opportuna e soprattutto denuncia, involontariamente, l’errore del predecessore, Trichet. Del resto la BCE sotto la sua guida commise già nel 2007 lo stesso sbaglio di alzare i tassi troppo presto.
Da qualche mese assistiamo in Italia a una divaricazione dei tassi bancari rispetto a quelli reali presenti sul mercato nazionale. Nonostante l’euribor e il tasso BCE siano stabili da tempo infatti i tassi in Italia sono saliti vertiginosamente.
Vale per il rendimento dei titoli di stato ma a cascata per tutti i prodotti finanziari: obbligazioni bancarie e aziendali, conti deposito etc. E vale anche per i finanziamenti, a cominciare dai mutui di cui ho appena scritto in merito all’aumento degli spread.
Almeno nel breve quindi non assisteremo ad una riduzione dei tassi in Italia condizionati più dalla situazione del nostro debito che dagli indici di mercato.
Le previsioni sui tassi sono infatti completamente cambiate rispetto a quelle di inizio anno. Molti analisti a gennaio ipotizzavano un tasso euribor a 3 mesi anche al 2% entro la fine del 2011.
Ora le previsioni sull’euribor, stimate sulla base dei contratti futures (contratti derivati che fissano un prezzo ad una scadenza futura) sono invece molto più conservative. Attualmente l’euribor è sceso dall’1,58 all’1,49% dopo l’annuncio del taglio del tasso BCE.
Come si vede dalla tabelle le previsioni sembrano puntare ad un ulteriore calo (si ipotizza un ulteriore tagli BCE ad inizio del 2012). Si nota soprattutto come per tutto il 2012, ma addirittura anche il 2013, non sembrano esserci significativi aumenti.
Consiglio comunque di prendere sempre con molta prudenza queste previsioni. In periodi di turbolenza come questo infatti le attese dei mercati cambiano velocemente. Se leggi Banca del Risparmio da un po’ ricorderai come le previsioni di inizio 2011 fossero di tutt’altro tenore. Del resto è sempre utile ricordare che sui mercati finanziari nessuno ha la sfera di cristallo per cui dubita sempre di qualsiasi previsione.
Penso che la mossa di Draghi sia stata comunque opportuna e soprattutto denuncia, involontariamente, l’errore del predecessore, Trichet. Del resto la BCE sotto la sua guida commise già nel 2007 lo stesso sbaglio di alzare i tassi troppo presto.
Gli indici di mercato e i tassi italiani
La mossa della BCE però in questo momento non produrrà , almeno nel nostro paese, gli effetti sperati, o almeno lo farà solo in minima parte.Da qualche mese assistiamo in Italia a una divaricazione dei tassi bancari rispetto a quelli reali presenti sul mercato nazionale. Nonostante l’euribor e il tasso BCE siano stabili da tempo infatti i tassi in Italia sono saliti vertiginosamente.
Vale per il rendimento dei titoli di stato ma a cascata per tutti i prodotti finanziari: obbligazioni bancarie e aziendali, conti deposito etc. E vale anche per i finanziamenti, a cominciare dai mutui di cui ho appena scritto in merito all’aumento degli spread.
Almeno nel breve quindi non assisteremo ad una riduzione dei tassi in Italia condizionati più dalla situazione del nostro debito che dagli indici di mercato.
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