Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca!

18/09/19

Fondi ESG, investimenti per l'ambiente o l'ennesima fregatura?

investimenti sostenibili
Il trend del momento nel settore finanziario è l’investimento sostenibile, come dimostrano gli articoli sui giornali e le pubblicità di tutti i produttori e collocatori di prodotti finanziari. Come per le mode del passato, è stato coniato un apposito acronimo: ESG
  • Environmental (E), cioè ambiente, rischi climatici, scarsità di risorse naturali;
  • Social (S), ovvero attenzione ai lavoratori, alla sicurezza (anche dei dati) e ai rischi associati ai prodotti e servizi venduti;
  • Governance (G), che si riferisce all’etica del business, la composizione dei consigli d’amministrazione, la retribuzione del top management …
fondi esg
In sostanza si vogliono indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile (IR) che perseguono gli obiettivi di guadagno di una  gestione finanziaria ma tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance, per l'appunto.

L’acronimo non è in realtà nuovo (e non nasce nemmeno in ambito finanziario), già dal 2007 esiste l’indice MSCI World ESG. Ma solo nell'ultimo periodo è diventato il vero mantra del settore finanziario.

Ancora una volta il settore finanziario cerca di darsi un'immagine “pulita” sfruttando temi sociali. Non c'è d'altronde una banca che negli ultimi anni, anche a seguito dei vari scandali che le hanno colpite, non si sia dotata di una funzione legata al terzo settore, il cosiddetto no profit. Un modo per darsi un tono. Soprattutto per i banchieri che appaiono come generosi benefattori con i soldi della banca (dovrei dire dei correntisti). E che ora dicono che investire “sostenibile” è bello e fare bene al pianeta fa pure bene al portafoglio perché chi investe “ESG” può pure ottenere guadagni superiori.

Personalmente la trovo l’ennesima favola venduta ai risparmiatori italiani grazie anche alla complicità della politica e alla sponsorizzazione dei media. L'ennesima moda che finisce solo per arricchire le banche e tutta la filiera dell’industria del risparmio gestito.

Negli ultimi anni abbiamo visto passare e poi presto scomparire prodotti finanziari rivoluzionari come le obbligazioni subordinate, i covered warrant, i fondi con cedola, i prodotti a capitale protetto, le polizze multiramo. Spesso prodotti costosi (almeno in rapporto al rischio) che sono durati una stagione.

Dal prodotto innovativo si è quindi passati al prodotto benefico. Per esempio due anni fa vide la nascita un altro acronimo, i PIR, che dovevano aiutare le  piccole e medie imprese italiane. La realtà è che questi fondi hanno creato una bolla sui titoli sottili di Borsa grazie alla spinta commerciale e al vantaggio fiscale (gli utili di questi prodotti, se mantenuti per 5 anni, sono esenti dall’imposta sostitutiva) ma senza una reale motivazione economica. E quando non ci sono motivazioni di fondo ma solo marketing e vantaggi effimeri, prima o poi i nodi vengono al pettine.

Oggi questi fondi sono fermi. Vero, anche per una normativa pasticciata da riscrivere. Ma soprattutto perché hanno perso appealing. Nei primi 6 mesi del 2019 questi prodotti hanno perso oltre 250 milioni di euro di raccolta. Tra l’altro chi vende ora perde i benefici fiscali tanto sbandierati al momento del collocamento. Scelta dei risparmiatori ma probabile anche di alcune reti che ora propongono nuovi prodotti che seguono le nuove mode e i mantra dell’industria finanziaria, gonfiata  dagli articoli dei giornali nazionali.

Passata la moda dei PIR, ora ci sono gli ESG. Secondo un articolo del Sole 24 Ore, nei primi 6 mesi del 2019 sono state collocate obbligazioni ESG per un valore superiore a 4 miliardi (alcune nemmeno così tanto green, tanto nessuno controlla). Se va male tra uno o due anni non se ne parlerà più, ci sarà un nuovo acronimo e un nuovo slogan di marketing. L'investitore intanto porta a casa il danno delle perdite e la beffa delle alte commissioni pagate.

Se proprio vuoi investire in società sostenibili, puoi selezionarle tu stesso. Oppure, se hai scarsi capitali per differenziare l'investimento, ci sono sul mercato vari ETF che almeno ti permettono di risparmiare le esose commissioni dei fondi attivi. In linea generale credo che i due temi, rendimenti e sostenibilità,  vadano distinti. Anzitutto si raggiunge un miglior risultato cercando di vivere secondo i principi green piuttosto che investirci. E se proprio, vale la pena guardare al rendimento (iniziando ad evitare i costosi prodotti proposti da banche e SGR) e investire i guadagni in azioni concrete e dirette che seguono i principi di sostenibilità.

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