Abbiamo visto come la manovra finanziaria del Governo Monti ha esteso a quasi tutti gli strumenti finanziari il bollo che prima colpiva solo gli investimenti collegati ad un deposito titoli.
Anche in questo caso purtroppo l’urgenza del provvedimento sta generando molta confusione fra i risparmiatori italiani, confusione che potrà risolversi solo con chiarimenti nel Decreto stesso o, più probabilmente, con una circolare
dell’Agenzia delle Entrate. Peccato che il nuovo bollo entrerà in vigore il 1° gennaio 2012 per cui, considerando le festività , c’è poco tempo per consentire ai risparmiatori di muoversi in tempo.
NB: leggi anche l'aggiornamento del 14 dicembre a fine articolo
Importante: scopri come ricevere gratuitamente la guida al bollo sui conti, buoni postali e depositi
I buoni però hanno una particolarità : sono investimenti spesso frazionati e di piccolo importo. Si possono infatti investire piccole cifre e si possono sottoscrivere diverse serie.
Non ci sarebbero comunque problemi senonché la manovra finanziaria ha introdotto un importo minimo di bollo pari a 34,2 euro.
Si arriva quindi al paradosso per cui nemmeno il capitale potrebbe essere garantito alla scadenza. Si prenda un buono postale di 1.000 euro (non è ancora chiaro se rimane la vecchia esenzione fino a 1.000 euro stabilito nella manovra estiva di Tremonti), caso non così raro specie se aperto per un minore. Su questo buono si pagherebbero ogni anno 34,2 euro di bollo, il 3,4% del capitale. Tasso che può essere addirittura superiore al tasso netto offerto dall’investimento.
Le banche sommano, in capo ad ogni intestatario, tutti gli investimenti sul deposito e applicano quindi il bollo sulla somma. In caso di cointestazione questa viene considerata a parte. Esempio: signor Rossi e sig.ra Bianchi sono sposati e, sulla stessa banca, hanno un deposito titoli cointestato per 100.000 euro; inoltre il signor Rossi ha un suo deposito personale di 20.000 euro. In questo caso la banca applica il bollo sul deposito titoli della cointestazione (nel nostro esempio 0,1% di 100.000 quindi 100 euro) e fa altrettanto con il deposito del solo Sig. Rossi (0,1% di 20.000 fa 20 e quindi entra in gioco il minimo di 34,2 euro).
Il buon senso ci porta a dire che le Poste dovrebbero fare altrettanto sommando tutti gli importi dei buoni in capo alla medesima intestazione, per poi su tale importo applicare l’aliquota di imposta. Altrimenti è chiaro che converrà chiudere tutti i buoni e con il ricavato decidere se investire tutto in un nuovo buono o diversificare, per esempio nei conti deposito che rimangono esenti dal bollo.
Ma per il fisco il bollo si deve pagare almeno una volta all’anno. E’ quindi possibile che a fine 2012 (il primo anno di applicazione della nuova imposta) il valore del buono postale sia decurtato del bollo. In tal caso anche gli interessi futuri matureranno su un capitale decurtato.
I buoni postali non hanno una vera rendicontazione ma la nuova legge ha stabilito che in tal caso si presume una comunicazione annuale che indicativamente dovrebbe avvenire il 31 dicembre.
Cosa succede se estinguo il bollo il 20 dicembre 2012? Ci sono due possibilità :
Come si vede i dubbi sul bollo dei buoni fruttiferi postali sono tanti e purtroppo possiamo sperare solo nel buon senso e che arrivi velocemente una risposta, perché per ora possiamo fare solo supposizioni. Nel frattempo consiglio di aspettare a investire piccoli importi sui buoni, eventualmente lasciandoli in deposito presso conti deposito liberi come Rendimax Like.
Aggiornamento 14 dicembre: finalmente è arrivato il testo definitivo del Decreto e si legge un particolare mai citato finora dai giornali: "Sono comunque esenti i buoni postali fruttiferi di valore di rimborso complessivamente non superiore a euro 5.000 ". Con complessivamente si intende la somma di tutti i buoni posseduti. Ti rimando al testo finale del Decreto per altri dettagli.
Anche in questo caso purtroppo l’urgenza del provvedimento sta generando molta confusione fra i risparmiatori italiani, confusione che potrà risolversi solo con chiarimenti nel Decreto stesso o, più probabilmente, con una circolare
dell’Agenzia delle Entrate. Peccato che il nuovo bollo entrerà in vigore il 1° gennaio 2012 per cui, considerando le festività , c’è poco tempo per consentire ai risparmiatori di muoversi in tempo.
NB: leggi anche l'aggiornamento del 14 dicembre a fine articolo
Importante: scopri come ricevere gratuitamente la guida al bollo sui conti, buoni postali e depositi
Il bollo sui buoni fruttiferi postali
Una delle maggiori novità è l’estensione del bollo anche ai buoni postali, una forma di investimento in passato tutelata (oltre all’esenzione del bollo infatti ancora oggi godono di una tassazione delle rendite di favore, il 12,5%, come i titoli di stato). Stante al decreto però non ci sono al momento dubbi che questo prodotto sia ora soggetto al bollo, salvo futuro chiarimento.I buoni però hanno una particolarità : sono investimenti spesso frazionati e di piccolo importo. Si possono infatti investire piccole cifre e si possono sottoscrivere diverse serie.
Non ci sarebbero comunque problemi senonché la manovra finanziaria ha introdotto un importo minimo di bollo pari a 34,2 euro.
Si arriva quindi al paradosso per cui nemmeno il capitale potrebbe essere garantito alla scadenza. Si prenda un buono postale di 1.000 euro (non è ancora chiaro se rimane la vecchia esenzione fino a 1.000 euro stabilito nella manovra estiva di Tremonti), caso non così raro specie se aperto per un minore. Su questo buono si pagherebbero ogni anno 34,2 euro di bollo, il 3,4% del capitale. Tasso che può essere addirittura superiore al tasso netto offerto dall’investimento.
Come si pagherà il bollo sui buoni
Non essendoci precedenti non si può sapere come sarà applicata la nuova tassazione. Possiamo solo rifarci a quanto fanno ora le banche con il deposito titoli.Le banche sommano, in capo ad ogni intestatario, tutti gli investimenti sul deposito e applicano quindi il bollo sulla somma. In caso di cointestazione questa viene considerata a parte. Esempio: signor Rossi e sig.ra Bianchi sono sposati e, sulla stessa banca, hanno un deposito titoli cointestato per 100.000 euro; inoltre il signor Rossi ha un suo deposito personale di 20.000 euro. In questo caso la banca applica il bollo sul deposito titoli della cointestazione (nel nostro esempio 0,1% di 100.000 quindi 100 euro) e fa altrettanto con il deposito del solo Sig. Rossi (0,1% di 20.000 fa 20 e quindi entra in gioco il minimo di 34,2 euro).
Il buon senso ci porta a dire che le Poste dovrebbero fare altrettanto sommando tutti gli importi dei buoni in capo alla medesima intestazione, per poi su tale importo applicare l’aliquota di imposta. Altrimenti è chiaro che converrà chiudere tutti i buoni e con il ricavato decidere se investire tutto in un nuovo buono o diversificare, per esempio nei conti deposito che rimangono esenti dal bollo.
Quando si pagherà il bollo?
I buoni hanno una durata maggiore di un anno. Se ho aperto un buono postale da 10.000 euro e decido di tenerlo per 5 anni, quando pago il bollo? Logica vorrebbe che alla scadenza ritirerò il capitale più gli interessi meno i bolli per i 5 anni.Ma per il fisco il bollo si deve pagare almeno una volta all’anno. E’ quindi possibile che a fine 2012 (il primo anno di applicazione della nuova imposta) il valore del buono postale sia decurtato del bollo. In tal caso anche gli interessi futuri matureranno su un capitale decurtato.
E se mi faccio rimborsare il buono postale in anticipo?
Se si estingue il buono nel 2011 non si pagherà sicuramente alcun bollo. Ma cosa succede se lo chiudo nel 2012? Oggi il bollo si paga pro-rata nel momento della rendicontazione. Per il deposito titoli in genere questo avviene con frequenza semestrale, quindi si pagano 17,1 euro a giugno e altrettanti a dicembre. E si paga in base all’importo presente sul dossier a fine periodo (30 giugno e 31 dicembre).I buoni postali non hanno una vera rendicontazione ma la nuova legge ha stabilito che in tal caso si presume una comunicazione annuale che indicativamente dovrebbe avvenire il 31 dicembre.
Cosa succede se estinguo il bollo il 20 dicembre 2012? Ci sono due possibilità :
- il bollo si applica solo sugli importi a fine anno per cui non lo pagherò
- la tassa si paga al momento del rimborso in maniera proporzionale al periodo (pro-rata). Nel nostro esempio sarà comunque totale perciò pagheremo per 12 mesi, se avessimo chiuso a a marzo avremmo pagato l’imposta per il primo trimestre, quindi 34,2 diviso quattro ( 8,55).
Come si vede i dubbi sul bollo dei buoni fruttiferi postali sono tanti e purtroppo possiamo sperare solo nel buon senso e che arrivi velocemente una risposta, perché per ora possiamo fare solo supposizioni. Nel frattempo consiglio di aspettare a investire piccoli importi sui buoni, eventualmente lasciandoli in deposito presso conti deposito liberi come Rendimax Like.
Aggiornamento 14 dicembre: finalmente è arrivato il testo definitivo del Decreto e si legge un particolare mai citato finora dai giornali: "Sono comunque esenti i buoni postali fruttiferi di valore di rimborso complessivamente non superiore a euro 5.000 ". Con complessivamente si intende la somma di tutti i buoni posseduti. Ti rimando al testo finale del Decreto per altri dettagli.
Quindi ci potrebbe essere la possibilità che si paghi un bollo per ogni buono fruttifero? una follia pura!! in pratica con tanti buoni di piccolo valore come quelli da 250 euro e 500 euro perderei un mared i soldi l'anno.
RispondiEliminaAspettiamo, ma se fosse così, faccio il rimborso di tutti quelli che ho. E aggiungo che sarebbe una vergogna questa soluzione
Ma con i buoni fruttiferi cartacei, cioè fisicamente in possesso dei risparmiatori che non necessariamente hanno un conto postale, come si regolano?
RispondiEliminaSotto è riportata la tabella del decreto pubblicato in gazzetta. In merito a quanti bolli pagare è quel passaggio dove dice "per ogni esemplare sul complessivo valore di mercato" che non è chiaro, non si capisce veramente un tubo di cosa voglia dire!!!
RispondiEliminaArticolo | Indicazione degli atti | Imposte | Imposte dovute
della | soggetti all'imposta | dovute | proporzionali
Tariffa | | fisse |
---------|--------------------------|---------|----------------------
13 | 2-ter. Le comunicazioni | | 0,1 per cento annuo
| relative ai prodotti e | | per il 2012
| agli strumenti finan- | | 0,15 per cento a
| ziari, anche non soggetti| | decorrere dal 2013
| ad obbligo di deposito, | |
| ad esclusione dei fondi | |
| pensione e dei fondi | |
| sanitari. | |
| Per ogni esemplare, sul | |
| complessivo valore di | |
| mercato o, in mancanza, | |
| sul valore nominale o | |
| di rimborso. | |
ma ! sono bocconiani o si sono laureati ad addis abeba ?
RispondiEliminaAndate a togliere subito i soldi alle poste! Lasciateli sul libretto! Questa è follia allo stato puro!
RispondiEliminaL'intero scenario mi sembra una vergogna senza precedenti. Scommetto che Passera e i suoi amici delle banche festeggiano.
RispondiEliminaLa decorrenza della legge 201/11 è dicembre 2011 e gennaio 2012: non facciamo confusione poichè non si può tassare un contratto di deposito precedentemente disciplinato. Le somme depositate di proprietà dei risparmiatori non potranno essere toccate, anche se questa Legge è ladrona.
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