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21/10/25

Obbligazioni Credit Suisse: cosa fare dopo la sentenza

Bond Credit Suisse
La decisione del Tribunale amministrativo federale di San Gallo (l’equivalente svizzero del nostro TAR) ha riacceso i riflettori su uno dei casi finanziari più discussi degli ultimi anni: l’azzeramento dei bond AT1 del Credit Suisse. Il tribunale ha infatti giudicato illegittima la cancellazione di 16,5 miliardi di franchi di obbligazioni decisa dalla FINMA nel marzo 2023, durante il salvataggio lampo dell’istituto.

 

Il contesto: il salvataggio in extremis

Era il 19 marzo 2023, una domenica, quando la crisi di fiducia che aveva travolto Credit Suisse portò alla sua fusione d’urgenza con UBS, orchestrata congiuntamente dalla FINMA, dalla Banca nazionale svizzera e dal Consiglio federale. L’accordo, chiuso in tempi record, aveva un prezzo altissimo per gli investitori: l’azzeramento dei bond subordinati AT1, strumenti finanziari ad alto rischio ma anche ad alto rendimento.

Secondo diverse fonti elvetiche, quella cancellazione sarebbe stata una condizione imposta da UBS per accettare di assorbire Credit Suisse. La FINMA, con l’autorizzazione del governo federale, diede esecuzione immediata alla misura, lasciando a mani vuote circa 3.000 investitori tra fondi, casse pensioni e risparmiatori individuali – tra cui centinaia di italiani.

 

La svolta del tribunale

Gli obbligazionisti colpiti, tra cui la Cassa pensione Migros, decisero di impugnare la decisione davanti al Tribunale amministrativo federale. Ora, la sentenza di San Gallo dà loro ragione. Secondo i giudici, la situazione di Credit Suisse non configurava un “evento trigger” tale da giustificare la cancellazione totale dei bond, contrariamente a quanto previsto nel prospetto informativo.

Come spiega l’avvocato Paolo Bernasconi, che assiste decine di obbligazionisti, “il tribunale afferma senza mezzi termini che quanto accaduto non era sufficiente a far scattare la clausola di azzeramento. È un passaggio fondamentale, che potrebbe aprire la strada a un risarcimento o a una trattativa extragiudiziale”.

 

Cautela e prossimi passi

Nonostante l’entusiasmo dei risparmiatori, la partita è tutt’altro che chiusa. La sentenza non è definitiva: la FINMA ha già annunciato il ricorso e anche UBS dovrebbe fare lo stesso. Come ricorda l’avvocato Emanuele Stauffer della firm svizzera Aequitas, “l’incertezza regna ancora sovrana: vi sono segnali contraddittori e molte incognite. Bisogna attendere la decisione del Tribunale federale, che potrebbe arrivare entro un anno”.

Se la corte suprema svizzera dovesse confermare l’impostazione del tribunale amministrativo, si aprirebbe uno scenario completamente nuovo: la possibilità per gli investitori di ottenere un risarcimento, o di negoziare una transazione con le autorità o con UBS.

 

Cosa significa per gli investitori

Per ora, la prudenza è d’obbligo. Come sottolineano gli esperti, chi ha perso tutto con l’azzeramento dei bond AT1 dovrebbe attendere l’esito definitivo prima di avviare ulteriori azioni. Tuttavia, la decisione di San Gallo rappresenta una vittoria morale e giuridica importante, e segna un precedente che potrebbe avere ripercussioni anche al di fuori della Svizzera.

La sentenza riapre dunque una ferita aperta nella fiducia degli investitori verso il sistema bancario elvetico, ma offre anche una speranza concreta: quella che la rapidità dell’intervento pubblico non debba necessariamente tradursi in un sacrificio unilaterale dei risparmiatori.

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