Rimanere fedeli alla propria banca potrebbe sembrare una scelta sicura, ma i dati di Banca d’Italia raccontano una storia diversa. Secondo l’ultima indagine sui costi dei conti correnti, chi mantiene lo stesso conto per oltre dieci anni finisce per pagare spese di gestione molto più elevate rispetto a chi cambia istituto bancario con maggiore frequenza.
Non è una novità per i lettori di Banca del Risparmio, è un concetto che sottolineo spesso. La passività in banca non paga, che siano conti correnti o investimenti.
Fedeltà costosa: i numeri dell'indagine
Nel 2024, i clienti con un conto corrente aperto da più di 10 anni hanno sostenuto una spesa media di gestione pari a 123 euro, quasi il doppio rispetto ai 65,7 euro pagati da chi ha aperto il conto da un anno. La media generale si attesta a 100,7 euro, evidenziando un divario significativo tra i clienti più longevi e quelli più recenti.
Le spese fisse, che rappresentano il 69,7% dei costi totali di un conto, sono in media di 70,1 euro. Tuttavia, per i conti più datati, questa voce sale a 88,2 euro, contro i 46,3 euro dei conti aperti da meno di un anno. Anche le spese variabili seguono lo stesso trend: la media è di 30,6 euro, ma per i clienti "fedeli" arriva a 34,8 euro.
La convenienza dei conti online
L’indagine di Banca d’Italia mette in evidenza un’alternativa più economica: i conti correnti online. Questi registrano una spesa media di gestione pari a 28,9 euro, in calo di 4,8 euro rispetto all’anno precedente. La diminuzione è attribuita soprattutto alla riduzione delle spese fisse e alla minore applicazione di canoni base. I conti online si confermano dunque una soluzione conveniente per chi cerca di abbattere i costi bancari, grazie alla maggiore digitalizzazione e all’assenza di alcune commissioni tipiche dei conti tradizionali.
L’evoluzione dei costi dei conti postali
Diversa la situazione per i conti correnti postali, che nel 2023 hanno visto un aumento della spesa di gestione, passata da 59,6 a 67,3 euro. Questo incremento è stato causato dalla maggiore operatività dei clienti, con le spese variabili cresciute di 6,5 euro. L’aumento dei costi dei conti postali riflette una maggiore interazione dei clienti con i propri conti, ma potrebbe scoraggiare chi cerca una soluzione a basso costo.
Commissioni: una voce in diminuzione, ma con riserve
Le commissioni sugli sconfinamenti (Civ) sono diminuite nel 2023, attestandosi a 13,7 euro, 2,7 euro in meno rispetto al 2022. Tuttavia, la quota di conti esentati da queste commissioni è leggermente calata, passando dal 91,8% al 90,8%. Per quanto riguarda la commissione di messa a disposizione dei fondi (Mdf), l’importo è rimasto stabile all’1,7% del credito affidato, con il 59,1% dei conti esentati dal pagamento.Cambiare conviene?
I dati confermano che la fedeltà bancaria non premia: chi rimane con lo stesso istituto per molti anni si trova a pagare costi sensibilmente più alti. Cambiare conto corrente, o optare per soluzioni online, può portare a un risparmio significativo, soprattutto per chi è attento alle spese fisse.
La scelta del conto corrente deve quindi essere rivista periodicamente, considerando sia i costi sia le esigenze operative. Nel mercato attuale, dove la concorrenza tra banche tradizionali e digitali è in crescita, un cliente informato ha maggiori strumenti per risparmiare e ottenere un servizio adeguato.
Ti segnalo in proposito conti online a costo zero di banche tradizionali come Credem Link e Credit Agricole che spesso offrono anche promozioni come Buoni Amazon o tassi di interesse sui depositi a chi apre il conto. Essendo banche tradizionali con presenza sul territorio può esser un primo passo per chi non vuole affidarsi a una banca puramente online.
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