Un boom che cela costi e rischi
Nel 2024 i fondi a scadenza hanno raccolto oltre 21 miliardi di euro, rappresentando addirittura il 70% della raccolta totale dei fondi obbligazionari. Dietro questo successo apparente si nasconde però una realtà meno luminosa: costi elevati, scarsa trasparenza e rischi che i risparmiatori spesso non comprendono pienamente.
Le società di gestione, spinte dalla necessità di risollevare un settore in difficoltà , hanno saputo sfruttare i timori dei piccoli investitori alla ricerca di strumenti prudenti. Ma attenzione: i fondi a scadenza non garantiscono il capitale né il rendimento e sono costruiti più per il profitto di chi li vende che per la protezione del cliente.
Reddito per i gestori, rischi per i risparmiatori
Le commissioni sono il cuore del problema. Tra costi di ingresso, uscita e gestione, i fondi a scadenza diventano una macchina da guadagni per banche e società di gestione, ma un peso insostenibile per i sottoscrittori.
Si parla di costi che possono raggiungere il 4% nel primo anno e che restano elevati anche a scadenza, spesso superando i rendimenti reali dei titoli sottostanti. Ad esempio, un BTp decennale rende attualmente il 3,2% netto, ma le commissioni elevate dei fondi a scadenza rischiano di erodere questo guadagno, trasformando un’opportunità di investimento in una perdita mascherata.
Una strategia opaca e ripetitiva
Le case di gestione hanno trovato nei fondi a scadenza un’inesauribile fonte di reddito. Come? Proponendo continuamente nuove versioni dello stesso prodotto. Nomi identici si ripetono con l'aggiunta di "I", "II", "III", creando confusione e spingendo i clienti a investire senza una reale comprensione delle differenze tra i prodotti.
E c’è di più: spesso, questi fondi investono in titoli ad alto rischio o crediti deteriorati, ben lontani dall’immagine rassicurante con cui vengono venduti. L’indicatore di rischio riportato nei documenti informativi (Kiid) dovrebbe essere un campanello d’allarme per molti risparmiatori, ma raramente viene letto o compreso.
Una promessa non mantenuta
Quando i fondi a scadenza arrivano al termine, molti sottoscrittori si aspettano di ricevere indietro il proprio capitale. Invece, si trovano di fronte a due scenari:- Il fondo si trasforma in un prodotto monetario, con rendimenti bassissimi.
- Il capitale viene reinvestito automaticamente in altri fondi obbligazionari, spesso con costi simili o superiori.
In entrambi i casi, il sottoscrittore è costretto a decidere in fretta cosa fare del suo investimento, spesso senza una guida chiara o imparziale.
Le banche non fanno il tuo interesse
Le banche, principali distributori di questi prodotti, svolgono un ruolo centrale in questa dinamica. Piuttosto che agire nell’interesse dei clienti, promuovono strumenti finanziari che massimizzano le commissioni.
Il loro obiettivo non è proteggere il capitale del risparmiatore, ma trarre il massimo profitto possibile dal collocamento e dalla gestione dei fondi. Le autorità di vigilanza, come la Banca d’Italia, hanno più volte denunciato l’opacità e i costi elevati di questi strumenti. Ma le regole attuali non sembrano sufficienti a fermare un meccanismo che privilegia il profitto delle banche rispetto alla tutela degli investitori.
I fondi a scadenza rappresentano un caso emblematico di come il sistema del risparmio gestito italiano abbia messo gli interessi delle banche e delle società di gestione davanti a quelli dei risparmiatori. Ritengo però inutile continuare a pretendere che siano le Autorità come Banca d'Italia a intervenire. Vero, senza un intervento deciso, il risparmio gestito italiano continuerà a essere un’industria costruita sul sacrificio dei piccoli investitori e a vantaggio dei grandi attori del sistema finanziario. Ma i primi che devono iniziare a aprire gli occhi sono proprio i risparmiatori. Paradossalmente questi ultimi anni, con i mercati finanziari in costante crescita, hanno coperto i difetti di questi prodotti. Anche se i dati dei fondi giunti a scadenza in questo fine 2024 sono deludenti, con rendimenti prossimi all'1%, agli italiani spesso basta non perdere, anche se di fatto hanno perso.
Non posso che ripetere di investire in ETF, in proposito vale sempre la lettura di Investire con gli ETF e gli ETC, libro del consulente Gabriele Bellelli, recentemente aggiornato. Prima però è utile la lettura di Impara a investire come i GURU che offre le basi dell'educazione finanziaria e ti permette di capire come guru come Bogle e Buffett consigliano di investire.
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