Ho scritto spesso in merito ai diamanti in banca, sin da quando fu iniziata la loro commercializzazione agli sportelli bancari. Purtroppo però come spesso accade, il risparmiatore medio italiano tende a fidarsi dei consigli finanziari del bancario allo sportello, dimenticando che questo è un venditore non un consulente e pertanto vende o piazza se si preferisce, i prodotti spinti dalla banca. Praticamente tutti più grandi istituti finanziari si sono lanciati nel collocamento di diamanti, pertanto sono migliaia gli investitori coinvolti e molte cause sono in corso. In questo articolo cerco di far il punto riprendendo alcune notizie di stampa.
Udienza penale prevista a giugno per le truffe nella vendita dei diamanti della Idb
Le truffe legate alla vendita dei diamanti della fallita Idb (International Diamond Business) presso gli sportelli bancari sono state oggetto di numerose inchieste penali e cause civili. Tuttavia, il panorama giudiziario si presenta frammentato, con esiti diversi tra archiviazioni, prescrizioni, assoluzioni e alcune condanne.
La prossima udienza penale è prevista per giugno, quando si terrà uno dei processi principali riguardanti le società , le banche e le persone coinvolte nella vendita delle pietre preziose presso gli sportelli bancari.
Tra i reati contestati, quello di truffa sembra destinato alla prescrizione, ma non altrettanto i reati di corruzione privata e autoriciclaggio. È possibile che siano aperti ulteriori procedimenti penali per reati di bancarotta, in seguito alla relazione presentata dalla curatrice fallimentare di Idb, Maria Grazia Giampieretti, ai giudici.
Il sequestro dei beni è una delle misure cautelari emesse a causa della gravità dei reati, in particolare dell'autoriciclaggio. Sarà compito del Tribunale accertare se i reati contestati siano effettivamente stati commessi. Nel caso in cui i giudici non ravvisino tali reati, il sequestro dei beni verrà revocato e il patrimonio della società tornerà a disposizione dei creditori.
Circa 7.000 creditori si sono insinuati al passivo per ottenere un risarcimento e sono stati ammessi al 15% del prezzo pagato per l'acquisto dei diamanti tramite transazione. Altri creditori come dipendenti e fornitori di Idb sono stati ammessi per il credito richiesto, sulla base della documentazione fornita alla curatela.
Per quanto riguarda i diamanti, circa 50.000 di essi risultano già restituiti ai legittimi proprietari, di cui 48.000 solo nei primi due anni della procedura.
Giurisprudenza divisa sulla responsabilità delle banche
Nel contesto della giustizia civile, coloro che hanno intrapreso cause legali sembrano avere maggior successo rispetto alle parti civili costituite nel processo penale. Una recente sentenza della Corte d'Appello di Venezia (sentenza n. 887/24) ha riconosciuto il risarcimento a un professionista che aveva investito in diamanti commercializzati da Idb e aveva visto vanificato il proprio investimento.
Tuttavia, si riscontra una mancanza di un orientamento univoco da parte della magistratura in corso di cause simili a Monza, Verona, Milano e Venezia.
La giurisprudenza si divide su diversi punti. Un elemento chiave è il riconoscimento della responsabilità risarcitoria da parte delle banche in relazione al cosiddetto "contatto sociale qualificato", che equipara i funzionari bancari a professionisti come medici, insegnanti o mediatori immobiliari. Inoltre, alcuni giudici richiedono prove testimoniali, mentre altri ritengono sufficienti le prove documentali presentate dagli investitori. In conclusione, le inchieste penali e le cause civili sulle truffe dei diamanti in banca evidenziano un panorama frammentato. Il processo penale principale avrà un'udienza a giugno, mentre la giustizia civile ha prodotto risultati eterogenei. La responsabilità delle banche e la sufficienza delle prove documentali sono questioni ancora dibattute nella giurisprudenza.


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