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08/02/24

I titoli di Stato italiani: caratteristiche e tipologie

Investire in obbligazioni libro

Con questo articolo inizio una serie educational sulle obbligazioni. Molti spunti sono presi dal libro   “Investire in obbligazioni for Dummies” scritto da Matteo Farci, che consiglio per aver un quadro esaustivo e completo dell'argomento. Per quanto utili i miei articoli possono chiaramente spiegare solo uno o più aspetti dei bond. 

 

L’emissione da parte dello Stato di obbligazioni risponde all’esigenza di finanziare il debito pubblico e avviene mediante collocamento tramite aste alle quali possono partecipare solo intermediari autorizzati. Se sono aste aperte al pubblico dei risparmiatori (retail) si può però partecipare indirettamente prenotando i titoli in banca o alle Poste (solitamente è possibile farlo online in autonomia).

 

Una volta collocati in asta i titoli vengono negoziati sui mercati secondari, nello specifico sul MOT (Mercato Obbligazionario Telematico).

 

Tipologie di titoli di Stato

Le tipologie di titoli emessi a oggi dallo Stato italiano sono otto:

  1.  i BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), 
  2. i CTZ (Certificati del Tesoro Zero-coupon), 
  3. i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), 
  4. i BTPItalia (Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione Italiana), 
  5. i BTP€i (Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea), 
  6. i BTP Futura, 
  7.  i Btp Valore
  8.  CCT (Certificati di Credito del Tesoro) e i CCTeu (Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’EUribor)

A essi è applicata una tassazione agevolata sugli interessi pari al 12,50%. Analizziamo i titoli principali.

 

BOT (Buoni Ordinari del Tesoro)

I BOT sono titoli privi di cedola, con durate, stabilite in giorni nei decreti di emissione, all’incirca di 3, 6 e 12 mesi. Sono emessi sotto la pari, a un prezzo inferiore al valore nominale, e il collocamento si effettua due volte al mese mediante il meccanismo dell’asta competitiva (significa che il prezzo viene fissato in asta in base alle migliori offerte). 

 

Gli investitori possono acquistare i BOT, per un taglio minimo di 1000 euro (o multipli), rivolgendosi agli intermediari autorizzati a partecipare alle aste e pagando una commissione per il servizio reso. Il prezzo a cui i risparmiatori acquistano i BOT, avendo proceduto alla prenotazione dei titoli entro il giorno prima dell’emissione, è pari al prezzo medio ponderato d’asta. A questo prezzo devono essere sommate la commissione di negoziazione, alla quale il Ministero del Tesoro ha stabilito un tetto massimo in relazione alla durata residua dei Buoni, e l’imposta di bollo. 

 

I CCT (Certificati di Credito del Tesoro)

I CCT sono titoli obbligazionari a medio-lungo termine (durata pari a 7 anni), con cedole variabili, semestrali, indicizzate al rendimento dei BOT a 6 mesi. Il meccanismo di indicizzazione prevede che il tasso cedolare sia determinato considerando il rendimento lordo semplice annuo registrato dai BOT a 6 mesi nell’ultima asta che precede l’inizio della maturazione della cedola del CCT; a questo valore è aggiunto uno spread (attualmente pari allo 0,15%, ovvero 15 punti base) che premia il rischio dovuto alla durata maggiore dell’investimento. 

 

Il titolo è negli ultimi tempi sostituito dal CCTeu in cui l’indicizzazione è legata all’indice Euribor.

 

I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali)

I BTP sono titoli di debito a lungo termine, con durate di 3, 5, 10, 15 e 30 anni, che pagano cedole semestrali a un tasso cedolare fisso, il quale viene stabilito al momento dell’emissione e rimane invariato fino alla scadenza contrattuale. Nell’asta di metà mese sono offerti solitamente i titoli a scadenza quinquennale, mentre nell’asta di fine mese quelli a scadenze triennale e decennale. È possibile che in fase d’asta siano riproposti BTP già offerti in aste precedenti: in questi casi si parla tecnicamente di “riaperture” e lo scopo è quello di rendere più liquido il mercato, immettendo in circolazione maggiori quantità di titoli con identiche caratteristiche e scadenze.

 

I BTP sono titoli che rispondono alle esigenze di investimento di risparmiatori con bassa propensione al rischio e un ampio orizzonte temporale di riferimento; garantiscono flussi cedolari certi e di ammontare predeterminato e, inoltre, il livello di liquidità del mercato consente agevolmente la loro negoziazione prima della scadenza, restando inteso che in tal caso il risparmiatore si espone agli effetti di una eventuale variazione dei tassi di interesse che si riflette sul prezzo di vendita/acquisto del titolo. 

 

I BTP€i (Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea)

Il BTP indicizzato all’inflazione europea è un titolo di Stato con scadenze di 5, 10, 15 e 30 anni, con cedole variabili posticipate, semestrali, indicizzate all’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, calcolato dall’Eurostat (escluso il tabacco). Esso fornisce all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi, essendo sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente, rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area euro. 

 

Il BTP€Italia (Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione Italiana)

Il BTP€Italia si caratterizza per il fatto che sia le cedole, pagate semestralmente, sia il capitale, la cui rivalutazione viene anch’essa corrisposta semestralmente, sono rivalutati in base all’inflazione italiana, misurata dall’ISTAT attraverso l’indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) con esclusione dei tabacchi. Il titolo di Stato in questione mira a fornire all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi italiani. 

 

Il meccanismo di indicizzazione utilizzato è il seguente: ogni 6 mesi è riconosciuto al detentore il recupero della perdita del potere di acquisto realizzatasi in quel periodo, attraverso il pagamento della rivalutazione semestrale del capitale sottoscritto. Inoltre, le cedole, anch’esse pagate semestralmente, garantiscono un rendimento minimo costante in termini reali. Infatti, l’ammontare di ciascuna cedola è calcolato moltiplicando la metà del tasso di interesse reale cedolare annuale fisso, stabilito all’emissione, per il capitale sottoscritto rivalutato sulla base dell’inflazione verificatasi su base semestrale.


Per saperne di più sull'investimento in titoli di stato e obbligazioni in genere, ti rimando appunto a “Investire in obbligazioni for Dummies”.

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