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13/02/24

Etf green e settoriali, perché meglio evitare

etf green
Riporto un altro quesito posto agli esperti del Sole 24 Ore relativo all’andamento di alcuni Etf collegati a temi Green come Energia pulita e idrogeno. Lo ritengo un caso molto interessante, al termine dell’articolo le mie considerazioni.

Circa un anno fa ho investito 30mila euro su tre Etf: Wisdomtree Tin (Codice Isin Je00b2qy0h68) ; Ishares Global Clean Energy Ucits Etf (Codice Isin Ie00b1xnhc34); L&G Hydrogen Economy Ucits Etf (Ie00bmydm794). Le perdite, al momento in cui vi scrivo, vanno dal 19 al 31 per cento. Ritenete ci siano possibilità di recupero? Come mai con le Borse in forte recupero nel 2023 tali prodotti hanno performato negativamente? La mia scelta è stata anche etica (energia pulita, idrogeno) e sono doppiamente deluso. Eventuali minus sugli Etf con cosa possono essere compensate?

Risposta

Il 2023 è passato alla cronaca come un anno di rialzi “inaspettati”. L’indice Msci World è salito del 24,4%, gli indici americani rispettivamente lo S&P500 del 21,9% e il Nasdaq addirittura del 18,5%, mentre l’Europa del 13,9 per cento.

Ma oltre all’andamento dei principali indici diversificati, in questo caso è necessario entrare nel dettaglio delle performance settoriali e dei mercati considerati. Tra i settori, abbiamo assistito alla strepitosa performance dei settori maggiormente ciclici, come tecnologico (+53,6%) e consumi discrezionali (35,5%), mentre le difficoltà sono state avvertite maggiormente tra i difensivi, come utilities (+0,9%) ed energy (-0,8%).

Mentre sul mercato delle materie prime il 2023 è stato un anno in chiaro scuro con metalli preziosi e soft commodities uniche in territorio positivo. I metalli industriali e le materie prime energetiche sono stati messi sotto pressione dalle difficoltà economiche globali e dall’incertezza sulle prospettive di crescita della Cina. I prodotti in questione hanno risentito di questo contesto e della bassa diversificazione; infatti, l’Etc sullo stagno ha registrato una performance positiva dello 0,8%, con un andamento piuttosto laterale nel corso dell’anno, gravato fortemente dai problemi relativi all’offerta derivante dal mercato cinese.

Riguardo gli Etf, che sono due Etf tematici, rappresentativi di nicchie di mercato è possibile riscontrare performance anche piuttosto distanti da quelle dei mercati e dei settori, specie se i panieri risultano molto concentrati, come nell’Etf sull’idrogeno (26 titoli). Proprio questo, fonte di energie pulita, che ricopre un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione e transizione energetica, ha registrato una perdita del 6,8% nell’ultimo anno, pagando la lentezza dello sviluppo del mercato e i problemi legati alla difficoltà dello stoccaggio della materia prima.

Infine, l’Etf sull’energia pulita ha invece registrato una perdita del -22,9 per cento. Oltre agli effetti negativi legati all’andamento dei comparti, gli Etf sono stati influenzati negativamente delle dinamiche dell’andamento del dollaro e anche dei costi legati ai prodotti, che vanno dallo 0,49% allo 0,65%, piuttosto alti per il comparto Etf/Etc.

Le prospettive per il 2024 sembrano sulla falsa linea di quanto visto per il 2023, con la prosecuzione degli squilibri geopolitici, con conflitti destinati a durare a lungo, con l’ombra della stagnazione economica che potrebbero riflettersi sulla produzione industriale e sul settore energetico.

Vista anche l’esperienza varrebbe la pena riconsiderare l’asset allocation complessiva di portafoglio per ottenere una maggiore diversificazione. Per quanto riguarda l’aspetto della compensazione fiscale, le minus generate dagli Etf (Redditi Diversi), non sono compensabili tramite la realizzazione di plusvalenze, dividendi e interessi da Etf (redditi di capitale), ma tramite redditi della stessa tipologia, quindi plusvalenze di azioni, obbligazioni, certificati ed Etc. 

 

Meglio Etf generico o settoriale?

Trovo la questione interessante e istruttiva. Generalmente sconsiglio i fondi settoriali (inclusi gli Etf), salvo si abbiano veramente portafogli ben strutturati e corposi e si desideri fare una puntatina su qualche settore. Ma si tratta appunto di cercar un extra-rendimento da un portafoglio che già garantisce buoni ritorni.

Purtroppo i giornali e le stesse società che emettono e collocano i fondi spingono queste tematiche, anzi ne costruiscono ad hoc sapendo che sarà più semplice venderli sfruttando i temi trendy come il green, la robotica, l’intelligenza artificiale.

Ci sono però diversi problemi nel sottoscrivere questi prodotti specifici. Anzitutto non è detto che il fondo replichi veramente questo settore. Caso tipico è la presenza di grandi società che hanno più business, ma immesse in questi settori con tante piccole società ne annacquano la specificità. Si immagini un’Apple inserita in un settore di nicchia, per quante società ci siano nell’Etf, Apple avrà sempre un peso rilevante e determinante.

Poi c’è il banale fatto che quando qualcosa è di moda, vale a dire già noto al grande pubblico, in genere è già troppo tardi. Tali prodotti poi siccome sono più specialistici hanno anche costi maggiori oltre a una volatilità più accentuata.

Il problema principale è però che un piccolo risparmiatore dovrebbe costituire un portafoglio diversificato selezionando Etf che puntino ai mercati azionari mondiali e obbligazionari, non puntar su specifici settori che è come scommettere su singoli titoli.

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