Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca

dicembre 01, 2023

Obbligazione Uncredit tasso fisso 6,30, dove sta la fregatura?

Ultimamente diverse banche, soprattutto Unicredit e Goldman Sachs, stanno emettendo obbligazioni con tassi generosi intorno al 6 e pure 7%. Prendo ad esempio un bond di Unicredit per spiegare dove sta il trucco di marketing di queste emissioni.

 

Caratteristiche obbligazione Unicredit

obbligazione unicredit
E’ un bond a tasso fisso 6,30% annuo, IsinIT0005571051, emesso il 14 novembre 2023 e scadenza nel 2036, quindi durata di ben 13 anni.

La vera particolarità è però che si tratta di un cosiddetto “Cumulative Callable” pertanto la cedola non viene pagata periodicamente ma solo a scadenza. Scadenza che può esser nel 2036 o anche prima qualora l'emittente eserciti annualmente (alla scadenza del 14 novembre) l’opzione call.

 

Analisi convenienza e opinione

Di fronte al tasso del 6,3% il risparmiatore medio si ferma e decide sulla base di questo solo fattore. Ma come detto l’obbligazione è rimborsabile solo a discrezione dell’Emittente (quindi solo se converrà ad Unicredit) e il tasso del 6,5% viene pagato solo al momento dell’estinzione dell’obbligazione, per cui se mi verrà rimborsata dopo 13 anni (ossia alla sua naturale scadenza) il rendimento effettivo del mio investimento sarà inferiore al 5% annuo.

 

Le banche manipolano i dati sfruttando l’ignoranza finanziaria del risparmiatore, senza dire cose false e quindi esser accusabili. Sanno benissimo come ragiona la stragrande maggioranza dei risparmiatori che di sicuro non hanno dimestichezza con la matematica finanziaria. Ma già a logica è evidente che se mi paghi un interesse solo alla fine, l’interesse annuale scende.

 

Paradossalmente l’investitore perde sempre. Se la banca non rimborsa è perché i tassi sono alti. Qualora i tassi si riducano, la banca a sua convenienza potrà rimborsare il titolo. Il cliente percepirà quindi sull’obbligazione un interesse migliore rispetto alla scadenza finale, ma a differenza di un normale tasso fisso a 13 anni, dovrà ora reinvestire a tassi nettamente inferiori. L’errore non è solo non aver calcolato correttamente il rendimento del bond, ma anche quello di aver dato in mano all’emittente il potere di decidere quando rimborsare. Sul mercato l’opzione call (cioè il diritto di riacquistare il bond) ha un prezzo, prezzo che qui la banca non paga perché l’investitore non ne conosce il valore.

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