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dicembre 10, 2023

Bitcoin ai massimi e il doppio errore di chi ha venduto

tassazione bitcoin cripto

Il Bticoin è da alcune settimane in rally crescente tanto da aver superato quota 40.000 euro (44 mila dollari). Stupisce quindi vedere che sono calati i detentori italiani della principale criptovaluta.

 

Secondo i dati diffusi da Oam, l’organismo di agenti e mediatori creditizi, nel terzo trimestre le famiglie italiane hanno infatti ridotto l’ammontare di criptovalute nei loro portafogli. Ecco i dati di dettaglio: nel terzo trimestre dell’anno, gli oltre 1,1 milioni di clienti che operano nel nostro paese registravano un calo del controvalore delle cripto del 32%, rispetto al trimestre precedente, a 911,76 milioni di euro. Si tratta, spiega l’Oam, per la quasi totalità di persone fisiche, con una media di portafoglio pari a 820 euro in controvalore. Così hanno venduto prima che i prezzi dei bitcoin e delle altre criptovalute salivano.

 

Il sospetto è che chi ha venduto abbia pensato di farlo per evitare la dichiarazione fiscale che da quest'anno è obbligatoria (in realtà il monitoraggio in RW era di fatto già richiesto negli anni passati). Duplice errore da parte loro. Oltre ad aver perso il rally del Bitcoin vendendo troppo presto, dovranno comunque dichiarare sia in RW il controvalore all'ultimo giorno di detenzione, pagare l'Ivafe dello 0,20% (rapportato ai giorni di detenzione) e nel caso pagare anche l'imposta del 26% sull'eventuale plusvalenza derivante dalla vendita. L'errore è pensare che la dichiarazione si possa evitare qualora si venda prima del 31 dicembre. Ma la legge è chiara nel definire che si calcola il saldo a fine  periodo o all'ultimo giorno di detenzione se si è venduto prima.  

 

Sono purtroppo errori tipici di chi approccia i mercati senza conoscenze sia in ambito finanziario che fiscale.  Sul tema trovi tutti i dettagli in questa guida sulla tassazione delle criptovalute.


Altre statistiche sulle criptovalute

Veniamo ad altri dati forniti dall'Oam. Non stupisce che sono i giovani i clienti maggiormente attratti dalle criptovalute. La fascia d’età tra 18 e i 29 anni rappresenta la quota maggiore, pari al 38%, seguita dai clienti con età compresa tra 30 e 39 anni (28%). Il peso percentuale si riduce man mano che sale la fascia d’età, arrivando all’1% per gli ultrasettantenni. 

Se si guardano ai capitali però a investire di più in criptovalute sono gli ultra-quarantenni. Le persone fisiche con età maggiore di 40 anni e fino a 60 anni detengono il 53,5% del saldo totale delle valute legali, il 49% relativamente al controvalore in euro del saldo totale delle valute virtuali e il 55,5% del controvalore delle operazioni di conversione da valuta virtuale a legale.

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