L’Antitrust italiano ha sanzionato il broker online tedesco flatexDegiro Bank (più noto semplicemente come Degiro) con una multa da 4 milioni di euro per due contestazioni di violazione del Codice del consumo.
La prima pratica commerciale scorretta (sanzionata con 1,5 milioni) riguarda la fornitura di servizi di investimento presentati come senza spese tramite banner pubblicitari con la dicitura “zero commissioni” fornendo informazioni poco chiare agli investitori con riguardo alle condizioni economiche dei servizi offerti.
La seconda pratica commerciale scorretta (sanzionata con 2,5 milioni di euro) riguarda gli investimenti in valuta estera, con una modalità automatica di conversione della valuta, quale impostazione di default, che può indurre i clienti a effettuare in maniera inconsapevole una scelta che può rilevarsi meno vantaggiosa rispetto alla modalità di conversione manuale.
L’Antitrust ricorda che la prima pratica concerne la scarsa trasparenza e ingannevolezza delle informazioni diffuse sul sito internet del broker, nelle campagne televisive e nei social media. Ciò configura una pratica scorretta, in quanto l’utente non viene informato adeguatamente e immediatamente delle condizioni economiche dei prodotti/servizi offerti, lasciandogli intendere di poter effettuare investimenti azionari in assenza di oneri, presenti nella forma di costi e commissioni.
Nelle comunicazioni pubblicitarie, aggiunge l’Agcm, diffuse attraverso i mezzi di informazione fino al 12 aprile 2022, comparivano claim volti a enfatizzare l’assenza di commissioni, quali “Degiro introduce lo zero”, “zero commissioni”, “senza commissioni” e similari. In tal modo non veniva fornita con chiarezza ed immediatezza l’informazione riguardante il previsto addebito di una serie di costi connessi, dovuti allo svolgimento dell’attività di trading, quali le “commissioni di pertinenza propria” e gli “altri oneri di pertinenza di terze parti” che invece vengono imputati al cliente rendendo l’investimento meno vantaggioso di quanto prospettato. Su questo punto Degiro aveva negato l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari e ha replicato che al momento dell’apertura del procedimento, i messaggi erano cessati.
La seconda pratica riguarda la conversione delle valute in euro e segnatamente del dollaro. L’Antitrust rileva che il cambio può avvenire secondo due differenti modalità , con costi differenti. In modalità manuale oppure con cambio automatico (AutoFx). Questa è l’impostazione di default, fa notare l’Agcm, prevista sul conto del cliente, ovvero quella che Degiro applica dal momento dell’apertura del conto in assenza di una diversa scelta effettuata dal cliente. Con l’opzione predefinita AutoFX, il denaro viene convertito automaticamente a ogni operazione e ognuna di queste operazioni di cambio comporta l’applicazione di una commissione.
Con la modalità manuale l’investitore decide in autonomia quando convertire. A detta di Degiro, la preimpostazione della modalità automatica sarebbe la prassi del settore. Degiro infatti mostra sorpresa per il provvedimento, commentando: «l’Agcm ha esaminato criticamente questa pratica consolidata sul mercato, applicata anche da altri concorrenti in Italia, nonché campagne pubblicitarie non più utilizzate. La decisione è ancora più sorprendente in quanto le banche italiane, che offrono la stessa scelta, a quanto ci risulta non sono state multate dall’Autorità ». Contro il provvedimento può essere presentato ricorso al Tar del Lazio e sembra proprio questa la strada che il broker tedesco intraprenderà . «Siamo pienamente convinti - conclude il broker - che questa decisione non reggerà all’appello legale che porteremo avanti».
Resta il fatto che anche se le pubblicità erano cessate al momento dell'apertura del procedimento, queste erano state fatte. Il tema dei costi occulti legati al trading online è in evidenza da quando sono entrati nuovi operatori internazionali prima con la moda del Forex, ora con il mini trading e le criptovalute. Servizi spesso presentati come a costi zero in realtà nascondevano degli oneri. Lo stesso Sole 24 Ore aveva realizzato un'indagine in proposito ancor prima che partisse il procedimento, analizzando proprio i casi del broker Degiro e di EToro.
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