Come ogni anno si ripropone la classica domanda "Dove investire?". Sui giornali finanziari e non si fanno i consuntivi dell'anno passato e si tracciano previsioni sul prossimo. Non voglio dire che sia come l'oroscopo di Paolo Fox, ma certamente anche le previsioni finanziarie vanno prese per quello che sono: previsioni sul futuro che essendo futuro è per forza di cose incerto. Ogni anno infatti pochi ci hanno preso, altrimenti tra investitori e gestori di fondi avremmo degli extra profitti rispetto al mercato.
Non per questo non è utile fare questo esercizio. Anzitutto ogni risparmiatore dovrebbe periodicamente, diciamo almeno una volta a trimestre o semestre, fare un'analisi del suo portafoglio finanziario. Ciò non significa che debba poi movimentarlo, ma semplicemente valutare cosa ha funzionato e cosa no, e se è il caso di cambiar qualcosa. Senza stravolgimenti. Fine anno è ovviamente un momento ideale perché è il classico periodo in cui si tirano le somme dell'anno passato e si fanno progetti per il prossimo.
Obbligazioni per il 2023
Su queste basi, vediamo qualche idea per investire nel 2023. L'obbligazionario nel 2022 ha perso molto. Leggo che è addirittura stato l'anno record negativo degli ultimi 50 anni. Del resto si è passati dai tassi sottozero di inizio anno (cosa mai successa) a oltre il 2%, con repentini rialzi da parte di tutte le banche centrali. Chi aveva obbligazioni e soprattutto fondi obbligazionari se ne è sicuramente reso conto e ora ha le voci pesantemente in rosso, anche a due cifre. Per il futuro, che ci interessa ora, però questa è una buona notizia.
In genere visti i magri tassi pochi si avventuravano a acquistare Btp e co. Al netto di bollo e imposte si rischiava di andar pure in negativo. Peggio chi ha seguito i consigli delle banche acquistando fondi obbligazionari (ma anche gli etf, incluso il Vanguard Lifestrategy con forte componente in bond). Dal 2023 si può finalmente tornare a investire sulle obbligazioni a partire dai titoli di Stato.
Due punti di attenzione:
- ci saranno sicuramente altri aumenti dei tassi. Ricordo però che ciò che conta di più sono le aspettative. Per es. a dicembre le obbligazioni hanno perso non per l'aumento dei tassi ma per le dichiarazioni della Lagarde che facevano presagire mosse più rigide di quanto si aspettava il mercato.
- con la riduzione degli acquisti della BCE annunciati a partire da marzo, potrà tornare la pressione sui titoli italiani con allargamento dello spread.
Valutando opportunità e rischi si può ricominciare gradualmente a entrare sui Btp. Per chi vuol stare un po' tranquillo, rimanendo su scadenze massime id 3 anni. Si possono infatti ottenere buoni rendimenti rischiando poco in quanto anche futuri aumenti e turbolenze sui tassi influiranno meno su queste scadenze brevi.
In alternativa si possono valutare i Btp Italia, anche in questo caso preferisco scadenze brevi. E' molto difficile valutare l'inflazione, nel 2023 rimarrà sicuramente ancora alta (almeno al 5%) ma in futuro potrebbe ridursi al pari del costo delle materie prime (già con il gas agli attuali prezzi potrebbe andar sotto il 5 nel 2023). Per le obbligazioni più a lungo termine, consiglio di aspettar i primi mesi dell'anno per capire se il trend al rialzo dei tassi è al termine o potrà andar oltre le aspettative. Questo dipenderà chiaramente molto dall'inflazione stessa, e quest'ultima dipenderà dai prezzi delle materie prime e dall'andamento di guerre e tensioni internazionali.
Azioni
Più complessa l'entrata nell'azionario. Anche qui però siamo in una situazione migliore rispetto a inizio 2022 quando le valutazioni erano molto alte. Oggi tutti i mercati hanno subito storni. Imprescindibile aver una quota a medio-lungo termine sul mercato americano, che rimane sempre il punto di riferimento. Per compensare può esser utile un'entrata su emergenti (che includono la Cina) che potrebbero beneficiare dallo storno del dollaro e da una ripresa. Investire sempre tramite gli Etf più liquidi, vale a dire più scambiati sul mercato.
Sull'azionario però meglio entrare più in punta di piedi con Pac e aspettando i primi mesi dell'anno valutando le intenzioni delle banche centrali e i rischi di recessione. Al momento il rischio di forti cadute è basso, ma ci sono ancora molte incertezze.
Liquidità e conti deposito
Il terzo pilastro di un portafoglio finanziario è rappresentato dalla liquidità . Qui da evitare il conto corrente. Possiamo infatti sfruttare i conti deposito liberi, semiliberi o vincolati per costruire una sorta di portafoglio su più scadenze che ci dia un buon ritorno. Ricordo comunque che i Btp al momento, anche ma non solo grazie alla minore tassazione, offrono di più. Il conto deposito deve esser quindi trattato non come prima alternativa (salvo nel caso si sappia di aver bisogno di disinvestire a breve per altre importanti spese) ma come strumento tattico per entrare gradualmente sul mercato. Ovviamente va poi lasciata sempre una quota in liquidità sui conti deposito, ognuno può valutarne la grandezza in base a propensione al rischio e orizzonte temporale.
Nessun commento:
Posta un commento