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23/01/23

Cosa sono i portafogli pigri e perché hanno perso nel 2022

Un Lazy Portfolio (portafoglio pigro) è una strategia di investimento che consiste nel costruire già in partenza un portafoglio equilibrato in fondi e soprattutto ETF che richiede una minima gestione. Da qui il termine pigro. Questa soluzione rispetta due principi dell’investimento: la diversificazione e una gestione passiva che interviene il meno possibile evitando di cercar di individuare lo strumento finanziario migliore o il momento giusto per investire.

E’ una strategia che consente di diversificare i propri risparmi in maniera semplice ed immediata senza preoccuparsi troppo del contesto di mercato, della scelta dei prodotti e della gestione. Risponde anche al principio KISS, per cui spesso le cose semplici funzionano meglio di quelle complesse e laboriose.

Tipologie di Lazy Portfolio

La prima strategia di questo tipo fu pubblicizzata da John Bogle, fondatore di Vanguard (società che di fatto ha inventato i fondi passivi di investimento), con il modello 60/40. Un portafoglio che prevedeva una strategia semplice quanto banale: tener il 60% investito in azioni e il 40% in obbligazioni. Nel tempo il Lazy Portfolio ha trovato sempre maggior successo e si sono aggiunte altre versioni un po’ più complesse che magari suddividevano ulteriormente queste due macroclassi e/o includevano altre forme di investimento quali oro o titoli immobiliari. Per es. l’All Seasons di Ray Dalio, il Permanent Porfolio, il Portafoglio Swensen, il Pinwheel Portfolio e il Golden Butterfly.

Non è il caso ora di entrare troppo nei dettagli delle varie tipologie. Qui ci limitiamo per ora a definirne alcune caratteristiche e qualche problema, che saranno sviscerati poi meglio in un prossimo articolo dedicato all’ETF Vanguard Life Strategy, un ETF che permette di seguire il modello 60/40.

I principi sottostanti al Portafoglio Pigro

Il Portafoglio Pigro si basa su due fondamenti teorici dimostrati nel tempo sul mercato. 

  1. La diversificazione permette di ridurre i rischi a parità di rendimento. In particolare per es. le obbligazioni forniscono un’adeguata protezione nei periodi di forte ribasso dei mercati azionari. Parliamo di obbligazioni di alto standing, come i titoli di Stato Usa o Germania. 
  2. Mediamente è impossibile individuare il titolo o il momento migliore per investire. Meglio non pensarci e costruire un buon portafoglio che segua l’andamento dei principali mercati.

Questa strategia di investimento si è dimostrata valida nel tempo, con buoni rendimenti medi e limitati rischi (misurati dalla massima perdita, o drawdown, subita). E’ però opportuno rilevare come i Lazy Portfolio sono pensati per invetitori americani e quindi vanno adeguati al nostro contesto, per diverisficare anche su asset europei e soprattutto valutare la copertura sul cambio euro-dollaro.

Ed è infine da evidenziare che la gestione di questi portafogli non può esser totalmente passiva. Impostare un portafoglio e scordarsene non è di per sé errato se è stato correttamente impostato all’inizio e potrebbe esser pure meglio per chi rischia di intervenire per avidità o panico. Occorre comunque ribilanciare periodicamente le varie componenti del portafoglio per mantenere i pesi iniziali. E’ infatti dimostrato sulla base dei dati passati che questo può contribuire efficacemente ad aumentare i rendimenti.

Ci sono però anche altri motivi che possono indurre a modificare questi portafogli. Lo abbiamo proprio visto nel 2022, quando questi portafogli hanno mediamente perso molto sia per la componente azionaria ma pure per quella obbligazionaria che solitamente dovrebbe limitare le perdite. Nel prossimo articolo dedicato all’ETF Life Strategy di Vanguard ne analizzeremo i motivi.

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