Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca!

25/05/20

Dove investire ora dopo il corona virus?

Il titolo di questo articolo è già ottimistico perché in realtà non siamo al dopo coronavirus, non abbiamo ancora superato la fase sanitaria e i rischi di ricadute, e ancora più lunga sarà la fase economica. Questo fa già capire il problema di investire ora: l'incertezza totale e l'impossibilità di fare qualsiasi genere di previsione.

Previsioni economiche 2020 2021

I giornali pubblicano in effetti le stime delle principali istituzioni finanziarie e politiche internazionali, ma la realtà dei fatti è che è ancora troppo presto per capire. Quello che sembra certo è che l'Italia pagherà lo scotto più alto in Europa sia per perdita di Pil che crescita del debito. Un fattore che evidenzia come il nostro paese sia stato più colpito e abbia saputo meno reagire al contagio, al di là di quanto scrivono i giornali.


La UE per esempio stima una contrazione del Pil italiano del 9,5% nel 2020 per poi rimbalzare del 6,5% nel 2021. Catastrofici ma migliori i dati dell'Eurozona: -7,7% nel 2020, +6,3% nel 2021. A questo quadro si aggiungono i contrasti crescenti tra Cina e Usa e il rischio di un ritorno del contagio entro l'anno.

Non darò quindi indicazioni di investimento, sarebbe inutile e prematuro, ma qualche linea guida che eviti di commettere passi falsi.

Come investire: qualche consiglio

Molti di voi probabilmente hanno venduto in perdita (o con meno guadagni) dopo i primi crolli. Altri saranno rimasti immobili per non portare a casa le perdite, che probabilmente saranno ancora presenti nel portafoglio.
Sui mercati azionari solo gli Usa si sono difesi, l'Europa e soprattutto l'Italia sono ancora in forte perdita. E il dato è molto più significativo di quanto già appaia: gli Usa infatti erano ai massimi storici, l'Italia non aveva nemmeno recuperato i livelli pre-crisi 2007.

Chi è rimasto dentro può valutare quanto meno di cambiare qualcosa. E' un errore non vendere in perdita perché psicologicamente si pensa che finché non si vende non si è perso.  Se si hanno titoli di un settore ampiamente penalizzato dalla pandemia, meglio vendere e puntare su altro.
Chi è uscito è meglio che attenda. Se proprio si vuole rientrare, farlo in fasi diversi. Esempio si è venduto 100, rientrare ora con 25 e successivamente con un'altra quota analoga. 

Chi non ha mai investito, specie in azioni, può pensarci ora tramite un Pac, vale a dire piccoli investimenti di 50-100-200 euro mensili in base alle disponibilità. Può esser che non si sia toccato il fondo, ma sicuramente ci sono ora più margini in salita che in discesa. Investendo con un Pac si può iniziare a investire senza grosse cifre e soprattutto senza cercare di prevedere il minimo del mercato. Attenzione però ai costi di negoziazione che su piccoli importi possono mangiarsi buona parte del capitale. Nel caso investire cifre superiori ma con periodicità inferiore. Es. 500 a trimestre.

In generale, per grossi investimenti, non aver fretta di muoverti. Anche perché si avvicina l'estate, periodo in cui basta poco per generare alta volatilità sui mercati finanziari. Oltre al fatto, come già ricordato, che sussistono ancora molte incognite sia sanitare che economiche e politiche.

Attenzione poi al cosiddetto domestic bias, l'errore di investire soprattutto in titoli nazionali. E' una soluzione che possono permettersi gli americani dove il mercato azionario ha finora sempre dimostrato di esser il miglior investimento nel medio periodo. In Italia questa regola non vale. Ma a prescindere, è sbagliato, a maggior ragione oggi in un mondo globalizzato dove tutto è a portata di mano, limitarsi al proprio paese. L'Italia rappresenta ben poco nell'ambito azionario, qualcosa di più nell'obbligazionario grazie però all'enorme debito pubblico. Se investi, soprattutto in azioni, privilegia quindi strumenti che investono prevalentemente su titoli internazionali.

Quali strumenti

Veniamo agli strumenti finanziari.  Anche i gestori dei fondi hanno pagato la crisi visto che molti risparmiatori hanno disinvestito, purtroppo spesso troppo tardi visto che in banca quasi nessuno ha avvisato subito dei rischi.

Mi ha colpito però vedere come in questi mesi abbiano raccolto miliardi i fondi monetari. Questi sono strumenti che investono su titoli a brevissimo termine, come il classico Bot. Tutti titoli che al momento hanno rendimenti negativi. Mettici il costo della commissione di gestione del fondo, mettici il bollo dello 0,2% e l'ipotesi di ricavare qualcosa da questi investimenti è utopistico. Tanto vale lasciare i soldi sul conto, sono più sicuri. Eppure se in tanti ci hanno investito, significa che si sono fatti ancora una volta convincere dal bancario o promotore di turno a investirci. Certo, sono gli strumenti meno volatili e quindi più sicuri. E così li avranno rappresentati i venditori. Peccato che dovrebbe esser chiaro a tutti che con i tassi di mercato attuali , addirittura negativi sul breve periodo, e i costi e le tasse,  difficile pensare di spuntare qualcosa anche se i tassi si abbassassero ulteriormente.

Semmai chi si appresta a investire dovrebbe ora cogliere la palla al balzo per dare un occhio agli Etf.  Il sito JustEtf ti può aiutare nel selezionarli e nel comprenderli.  Sono comunque strumenti semplici, simili ai fondi ma passivi, nel senso che ti permettono di diversificare ampiamente su un mercato replicando fedelmente un indice. La grossa differenza è che i costi di gestione sono nettamente inferiori rispetto ai fondi comuni, mentre i rendimenti, dati alla mano, si sono dimostrati storicamente ben superiori. Al limite fatti assistere da un consulente indipendente o tramite siti come MoneyFarm. Il costo sarà comunque inferiore a quello che lasci in banca.

Del Btp Italia ho già scritto nell'ultimo articolo, il collocamento ha dimostrato che era un buon prodotto, ma fai sempre attenzione alle possibili tensioni sui conti nazionali. Si parla poi di un nuovo strumento per attirare i piccoli investitori italiani, vedremo. Nel frattempo, evita i Btp il cui rendimento non è sufficiente a compensare il rischio (e l'ultima emissione del Btp Italia, con rendimento superiore al Btp non indicizzato, lo dimostra).

Restano infine sempre validi i conti deposito che offrono ancora tassi discreti paragonati a quelli di mercato. Unica accortezza è sempre diversificare e non metter più di 100.000 euro su un singolo conto. Ci sono soluzioni come Fca Bank o Santander, per chi non vuole vincolare, o  Rendimax e illimity (ti ricordo il codice promozionale STEBAR91 da inserire in fase di apertura, che ti consente di ricevere un bonus di 25 euro sul conto) per chi vuole tassi d'interesse superiori ma vincolando per 2-3 anni.

Qualcuno mi ha scritto anche chiedendomi di conti stranieri per tutelare il risparmio da crisi dello Stato italiano o direttamente della banca. Ritengo prematuro queste valutazioni ora, ma per chi vuole già iniziare a proteggersi,  Banca N26 ormai apre conti con Iban italiani, ma offre comunque la garanzia del fondo di tutela tedesco. Chi vuole maggiore sicurezza, può guardare i classici conti in Svizzera.

Nessun commento:

Posta un commento