Mi sono arrivate diverse domande sul tema, sia da chi vorrebbe seguire una carriera come consulente finanziario indipendente, sia da risparmiatori che semplicemente vorrebbero capirne di più.
Pubblico quindi un articolo sul tema in quanto in effetti ritengo che l’argomento possa essere utile non solo per chi voglia diventare consulente, ma anche per i risparmiatori che potrebbero in futuro avvalersene.
Di fatto si parla di indipendente o “fee only” (solo parcella) perché questo professionista non è un dipendente di una banca, Sim o rete di promotori. E soprattutto perché non percepisce alcuna provvigione sui prodotti consigliati (come invece i promotori o le banche).
Il consulente indipendente viene quindi pagato direttamente e solo dal cliente, generalmente in base ad una percentuale sul patrimonio oggetto della consulenza variabile anche in funzione della complessità della consulenza. Possono fornire anche consulenze una tantum.
In pratica l’attività del consulente indipendente è simile a quella di un libero professionista (avvocato, commercialista, medico, etc.) che riceve un compenso per la prestazione fornita. E si differenzia da coloro che pur operando nel medesimo ambito finanziario, come il private banker, il promotore finanziario, il bancario, ricevono sempre incentivi, provvigioni o retrocessioni dai prodotti collocati.
Non prendendo provvigioni per il collocamento dei prodotti da banche, compagnie assicurative, Sim e Sgr, il consulente finanziario indipendente dovrebbe operare esclusivamente nell’interesse del cliente scegliendo quindi i prodotti più efficienti dal punto di vista costi-benefici (come gli Etf o i migliori fondi di investimento) facendo inoltre spesso risparmiare al cliente costi commissionali.
E’ evidente che il tema dei costi è importante ma è solo un aspetto da valutare nella scelta del consulente. Per cui a priori non è detto che un consulente indipendente sia migliore dei promotori o del bancario. Diciamo che parte avvantaggiato in quanto è libero di scegliere qualsiasi prodotto sul mercato senza costrizioni, vincoli e conflitti di interesse.
Da tempo si parla di un albo unico dei consulenti finanziari, albo che sembrava ormai pronto già nel 2008. Ma questa è l’ennesima e classica storia kafkiana di questo paese. Sono anni infatti che si attende una regolamentazione del settore, ma poi quando ormai tutto sembra pronto, ecco l’ennesimo rinvio. L’ultimo la scorsa estate.
Il nuovo albo dovrebbe prevedere tre figure di soggetti che svolgono attività di consulenza in materia di investimenti:
Le ultime due figure invece non potranno svolgere attività di vendita ma presteranno solo assistenza per la pianificazione finanziaria dei loro clienti, consigliando prodotti da acquistare ma con divieto assoluto di percepire compensi dagli intermediari che emettono tali prodotti finanziari. Per questo sono definiti fee-only, in pratica pagati “solo a parcella” dal cliente.
Alcuni principi dell’attività sono già stati fissati nel 2008, quando sembrava ormai prossima la partenza dell’albo. Ovvio che nel frattempo il settore sia cambiato e alcuni punti andranno rivisti, ma la base dovrebbe rimanere.
Stante a questi criteri i promotori finanziari e i dipendenti bancari (quadri di terzo e quarto livello) con due anni di attività negli ultimi tre potranno iscriversi d’ufficio al nuovo albo. Basterà loro lasciare il mandato o licenziarsi per assumere l’ultimo requisito mancante, quello dell’indipendenza.
La stessa cosa vale per i consulenti indipendenti già in attività grazie al già richiamato regime o periodo transitorio. Rimane invece da capire se i promotori iscritti all’albo ma senza mandato potranno automaticamente iscriversi nella nuova sezione dedicata ai consulenti indipendenti.
I consulenti dovranno avere il diploma di scuola media superiore e aver superato un esame apposito per l’abilitazione (di fatto quello che oggi è l’esame di promotore e domani diventerà l’esame unico di consulente finanziario).
Per l’esame sono utili due manuali:
Si dovrà poi avere il requisito dell’indipendenza, ossia nessuna remunerazione da soggetti diversi dal cliente, e avere una polizza di RC (responsabilità civile) Professionale con massimali stabiliti (ora 1,5 milioni di euro).
Pubblico quindi un articolo sul tema in quanto in effetti ritengo che l’argomento possa essere utile non solo per chi voglia diventare consulente, ma anche per i risparmiatori che potrebbero in futuro avvalersene.
Chi è e cosa fa il consulente indipendente
Il consulente finanziario indipendente svolge un’attività di consulenza finanziaria che si limita alla pianificazione e alla raccomandazione operativa al cliente. E poi quest’ultimo che metterà in pratica i consigli ricevuti operando con la sua banca.Di fatto si parla di indipendente o “fee only” (solo parcella) perché questo professionista non è un dipendente di una banca, Sim o rete di promotori. E soprattutto perché non percepisce alcuna provvigione sui prodotti consigliati (come invece i promotori o le banche).
Il consulente indipendente viene quindi pagato direttamente e solo dal cliente, generalmente in base ad una percentuale sul patrimonio oggetto della consulenza variabile anche in funzione della complessità della consulenza. Possono fornire anche consulenze una tantum.
In pratica l’attività del consulente indipendente è simile a quella di un libero professionista (avvocato, commercialista, medico, etc.) che riceve un compenso per la prestazione fornita. E si differenzia da coloro che pur operando nel medesimo ambito finanziario, come il private banker, il promotore finanziario, il bancario, ricevono sempre incentivi, provvigioni o retrocessioni dai prodotti collocati.
Non prendendo provvigioni per il collocamento dei prodotti da banche, compagnie assicurative, Sim e Sgr, il consulente finanziario indipendente dovrebbe operare esclusivamente nell’interesse del cliente scegliendo quindi i prodotti più efficienti dal punto di vista costi-benefici (come gli Etf o i migliori fondi di investimento) facendo inoltre spesso risparmiare al cliente costi commissionali.
E’ evidente che il tema dei costi è importante ma è solo un aspetto da valutare nella scelta del consulente. Per cui a priori non è detto che un consulente indipendente sia migliore dei promotori o del bancario. Diciamo che parte avvantaggiato in quanto è libero di scegliere qualsiasi prodotto sul mercato senza costrizioni, vincoli e conflitti di interesse.
L’albo unico dei consulenti
Ad oggi esiste solo l’albo dei promotori finanziari, soggetti che collocano prodotti finanziari ai clienti percependo una retrocessione sulle commissioni del prodotto. I promotori quindi sono pagati non dal cliente ma dall’emittente dei prodotti finanziari.Da tempo si parla di un albo unico dei consulenti finanziari, albo che sembrava ormai pronto già nel 2008. Ma questa è l’ennesima e classica storia kafkiana di questo paese. Sono anni infatti che si attende una regolamentazione del settore, ma poi quando ormai tutto sembra pronto, ecco l’ennesimo rinvio. L’ultimo la scorsa estate.
Il nuovo albo dovrebbe prevedere tre figure di soggetti che svolgono attività di consulenza in materia di investimenti:
- gli attuali promotori finanziari che verrebbero rinominati “consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede”
- i consulenti finanziari indipendenti (fee-only)
- le società di consulenza finanziaria (Scf)
Le ultime due figure invece non potranno svolgere attività di vendita ma presteranno solo assistenza per la pianificazione finanziaria dei loro clienti, consigliando prodotti da acquistare ma con divieto assoluto di percepire compensi dagli intermediari che emettono tali prodotti finanziari. Per questo sono definiti fee-only, in pratica pagati “solo a parcella” dal cliente.
Come diventare consulenti finanziari indipendenti
In attesa del nuovo albo non c’è ancora un percorso definito. Oggi operano grazie al cosiddetto regime transitorio solo alcuni ex promotori finanziari che erano già in attività dal 1° novembre 2007.Alcuni principi dell’attività sono già stati fissati nel 2008, quando sembrava ormai prossima la partenza dell’albo. Ovvio che nel frattempo il settore sia cambiato e alcuni punti andranno rivisti, ma la base dovrebbe rimanere.
Stante a questi criteri i promotori finanziari e i dipendenti bancari (quadri di terzo e quarto livello) con due anni di attività negli ultimi tre potranno iscriversi d’ufficio al nuovo albo. Basterà loro lasciare il mandato o licenziarsi per assumere l’ultimo requisito mancante, quello dell’indipendenza.
La stessa cosa vale per i consulenti indipendenti già in attività grazie al già richiamato regime o periodo transitorio. Rimane invece da capire se i promotori iscritti all’albo ma senza mandato potranno automaticamente iscriversi nella nuova sezione dedicata ai consulenti indipendenti.
Requisiti
A parte le figure indicate in precedenza, il decreto 206 del 24 dicembre 2008 fissava i requisiti per l’iscrizione all’albo unico dei nuovi consulenti.I consulenti dovranno avere il diploma di scuola media superiore e aver superato un esame apposito per l’abilitazione (di fatto quello che oggi è l’esame di promotore e domani diventerà l’esame unico di consulente finanziario).
Per l’esame sono utili due manuali:
Si dovrà poi avere il requisito dell’indipendenza, ossia nessuna remunerazione da soggetti diversi dal cliente, e avere una polizza di RC (responsabilità civile) Professionale con massimali stabiliti (ora 1,5 milioni di euro).
il mio consiglio è:
RispondiEliminaalla larga da consulenti finanziari e promotori!
Sono squali famelici, che portano il risparmiatore su strade impervie e rischiose, senza alcun interesse del risparmiatore ma solo il proprio.
No, non può essere così semplicistico. RivolgeteVi all'associazione nazionale consulenti finanziari indipendenti e, in base al Vs CAP, fateVi dare 2/3 nominativi. FateVi un'idea con un colloquio approfondito e poi la Vs scelta mettetela alla prova x un anno con una cifra medio bassa. Poi farete le Vs di conclusioni. Alessandro
EliminaSono d'accordo con Alessandro. Il consulente finanziario è importante. Chi si improvvisa a gestire il patrimonio sia come cassettista che come trader può fare dei disastri.
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