Da lunedì 14 a giovedì 17 aprile 2014, verrà emesso un nuovo BTP Italia, il Btp il cui rendimento è dato da una cedola reale fissa più l’inflazione italiana.
Rimangono immutate anche le altre caratteristiche del titolo:
L’ultimo collocamento dello scorso novembre, quando il Tesoro ha raccolto ben 22,3 miliardi di euro, offriva una cedola reale del 2,15%. Ma questo collocamento avviene in un momento particolarmente negativo per le prospettive di questo titolo. Per due motivi.
L’ormai noto spread Btp-Bund è ai minimi degli ultimi 10 anni, il che può sembrare paradossale se si considera che i fondamentali dell’Italia oggi sono persino peggiori di quelli di qualche anno fa. Ma i mercati ragionano sulla base delle prospettive.
Inoltre è indubbio che in questo momento ci sia un eccesso di euforia giustificato dalle mosse della BCE. Finché le banche centrali supportano il sistema, creando di fatto moneta dal nulla, si possono nascondere i problemi (sperando che nel frattempo qualcuno li risolva, altrimenti ne pagheremo doppiamente le conseguenze in futuro).
Il Tesoro ha giustificato l’allungamento della durata come una risposta all’esigenza da parte degli investitori di disporre di uno strumento che offra protezione verso l’inflazione domestica con un orizzonte temporale più lungo. Il discorso non fa una grinza, è infatti corretto che uno strumento a copertura del rischio inflazione debba avere una durata più lunga dei 4 anni delle prime versioni del Btp Italia, ma è evidente che il vero motivo dell'allungamento è quello di rendere più appetibile il titolo.
Infatti il Btp a 4 anni sul mercato offre un rendimento lordo inferiore all’1,5%, poco allettante e rivendibile in un collocamento come questo. Il Btp a 6 anni con scadenza marzo 2020 offre un rendimento lordo pari a 2,12%, quel qualcosa in più che lo rende più “appetibile”.
Questo rischio è il vero motivo che sta cambiando la politica monetaria della BCE dove, fino a poco tempo fa, sarebbe stato impossibile ipotizzare interventi di quantitative easing in Europa.
Qualcuno prevede che a marzo si sia toccato il minimo, che sarà confermato ad aprile, ma poi l’indice potrebbe risalire verso fine anno per riavvicinarsi all’1%. Ma si sa che le previsioni lasciano il tempo che trovano. Sicuramente per un po’ avremo un indice di inflazione molto basso.
Possiamo quindi basarci sul rendimento del Btp a 6 anni. Abbiamo già visto che il Btp marzo 2020 offre un rendimento lordo del 2,12%, in lieve risalita nella giornata odierna (martedì).
Considerando che il Btp Italia offre anche un extra-rendimento legato all’inflazione, ci si può attendere un tasso minimo reale inferiore a questo valore. La speranza è che la cedola sia almeno pari al 2%.
Il prossimo Btp Italia quindi potrebbe essere quello con la cedola reale più bassa di sempre, cosa paradossale se si considera l’allungamento della durata. Ma i rendimenti attuali sono questi, anche se in fase di collocamento del titolo viene sempre concesso un rendimento superiore al mercato (per questo alcuni traders vendono le precedenti edizioni per acquistare la nuova).
Venerdì 11 aprile verrà comunicata la cedola reale minima, su questa base si potrà meglio valutare la convenienza del titolo. In linea generale, se non hai già troppi titoli di Stato italiani in portafoglio, e sei disposto a investire a 6 anni, il titolo conviene rispetto alle alternative analoghe sul mercato. Se vuoi rimanere più corto invece ci sono sempre i conti deposito come Conto Arancio al 2,4%.
Aggiornamento: comunicato il tasso reale minimo, leggi l'opinione sulla convenienza del Btp Italia 2014-2020.
Le novità del Btp indicizzato all’inflazione italiana
Il nuovo collocamento dei Btp Italia presenta due novità .- la durata del titolo, dai 4 anni delle precedenti versioni, passa a 6 anni. Quindi l’obbligazione scadrà ad aprile 2020
- la modalità del collocamento. Il Btp sarà collocato sul mercato in due fasi: i primi tre giorni dal 14 al 16 aprile (che potranno essere ridotti a due in caso di chiusura anticipata) saranno riservati ai risparmiatori individuali, mentre la giornata del 17 aprile (con eventuale chiusura anticipata) sarà riservata agli investitori istituzionali (banche, fondi, assicurazioni etc.).
Rimangono immutate anche le altre caratteristiche del titolo:
- cedole semestrali fisse indicizzate all’inflazione italiana maturata nel periodo misurata dall’indice di Istat FOI (escluso tabacco)
- rimborso unico a scadenza
- premio fedeltà per i piccoli risparmiatori che acquistano all’emissione e mantengono il titolo fino alla scadenza del 2020. Nonostante l’allungamento della durata, il premio rimane sempre di 0,4%.
- nessuna commissione bancaria per la sottoscrizione del collocamento
Opinione – acquistare o no il nuovo Btp Italia 2014-2020?
I precedenti collocamenti del Btp Italia hanno sempre riscontrato un buon successo, sia tra i piccoli risparmiatori sia tra i grandi investitori istituzionali.L’ultimo collocamento dello scorso novembre, quando il Tesoro ha raccolto ben 22,3 miliardi di euro, offriva una cedola reale del 2,15%. Ma questo collocamento avviene in un momento particolarmente negativo per le prospettive di questo titolo. Per due motivi.
1 Rendimenti ai minimi
I rendimenti sulle obbligazioni sono ai minimi storici, complice la liquidità fornita dalle Banche Centrali e la loro disponibilità ad acquistare titoli sul mercato (cosiddetto quantitative easing o QE) che ha tranquillizzato gli investitori.L’ormai noto spread Btp-Bund è ai minimi degli ultimi 10 anni, il che può sembrare paradossale se si considera che i fondamentali dell’Italia oggi sono persino peggiori di quelli di qualche anno fa. Ma i mercati ragionano sulla base delle prospettive.
Inoltre è indubbio che in questo momento ci sia un eccesso di euforia giustificato dalle mosse della BCE. Finché le banche centrali supportano il sistema, creando di fatto moneta dal nulla, si possono nascondere i problemi (sperando che nel frattempo qualcuno li risolva, altrimenti ne pagheremo doppiamente le conseguenze in futuro).
Il Tesoro ha giustificato l’allungamento della durata come una risposta all’esigenza da parte degli investitori di disporre di uno strumento che offra protezione verso l’inflazione domestica con un orizzonte temporale più lungo. Il discorso non fa una grinza, è infatti corretto che uno strumento a copertura del rischio inflazione debba avere una durata più lunga dei 4 anni delle prime versioni del Btp Italia, ma è evidente che il vero motivo dell'allungamento è quello di rendere più appetibile il titolo.
Infatti il Btp a 4 anni sul mercato offre un rendimento lordo inferiore all’1,5%, poco allettante e rivendibile in un collocamento come questo. Il Btp a 6 anni con scadenza marzo 2020 offre un rendimento lordo pari a 2,12%, quel qualcosa in più che lo rende più “appetibile”.
Inflazione ai minimi – verso la deflazione?
L’altra componente del rendimento del Btp Italia è data dall’inflazione italiana. A marzo l’indice è cresciuto dello 0,4% su base annua, il valore più basso da ottobre 2009. Anche in Europa a marzo i prezzi sono saliti solo dello 0,5%. Un fenomeno che fa temere la deflazione (decrescita dei prezzi), come già sta accadendo in Spagna.Questo rischio è il vero motivo che sta cambiando la politica monetaria della BCE dove, fino a poco tempo fa, sarebbe stato impossibile ipotizzare interventi di quantitative easing in Europa.
Qualcuno prevede che a marzo si sia toccato il minimo, che sarà confermato ad aprile, ma poi l’indice potrebbe risalire verso fine anno per riavvicinarsi all’1%. Ma si sa che le previsioni lasciano il tempo che trovano. Sicuramente per un po’ avremo un indice di inflazione molto basso.
Rendimenti attesi Btp Italia aprile 2014
Per cercare di stimare il possibile rendimento del nuovo Btp Italia dobbiamo anzitutto vedere quanto rendono sul mercato titoli analoghi. Rispetto alle precedenti edizioni ha però poco senso confrontarlo con i Btp Italia già collocati, in quanto avendo una durata di 4 anni hanno ora una vita residua di molto inferiore rispetto ai 6 anni del nuovo titolo.Possiamo quindi basarci sul rendimento del Btp a 6 anni. Abbiamo già visto che il Btp marzo 2020 offre un rendimento lordo del 2,12%, in lieve risalita nella giornata odierna (martedì).
Considerando che il Btp Italia offre anche un extra-rendimento legato all’inflazione, ci si può attendere un tasso minimo reale inferiore a questo valore. La speranza è che la cedola sia almeno pari al 2%.
Il prossimo Btp Italia quindi potrebbe essere quello con la cedola reale più bassa di sempre, cosa paradossale se si considera l’allungamento della durata. Ma i rendimenti attuali sono questi, anche se in fase di collocamento del titolo viene sempre concesso un rendimento superiore al mercato (per questo alcuni traders vendono le precedenti edizioni per acquistare la nuova).
Venerdì 11 aprile verrà comunicata la cedola reale minima, su questa base si potrà meglio valutare la convenienza del titolo. In linea generale, se non hai già troppi titoli di Stato italiani in portafoglio, e sei disposto a investire a 6 anni, il titolo conviene rispetto alle alternative analoghe sul mercato. Se vuoi rimanere più corto invece ci sono sempre i conti deposito come Conto Arancio al 2,4%.
Aggiornamento: comunicato il tasso reale minimo, leggi l'opinione sulla convenienza del Btp Italia 2014-2020.
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