Dal 1° gennaio 2013 tutti i titoli di Stato europei sono sottoposti a nuove condizioni: le cosiddette Clausole di azione collettiva (CACs).
L’introduzione di queste clausole nei Btp ha allarmato alcuni piccoli investitori che temono che sia un segnale di fallimento dell'Italia e di una conseguente ristrutturazione dei titoli di stato italiani. Del resto il termine "Cac" ricorre sempre in presenza di fallimenti statali, l’ultimo caso è stata la Grecia (che introdusse queste clausole addirittura retroattivamente).
In dettaglio, le clausole sui titoli di Stato europei stabiliscono che le condizioni delle obbligazioni (es. data di pagamento, cedola, importo rimborsato etc. ) possono essere cambiate con l’accordo dello Stato e del 75 % degli obbligazionisti riuniti in assemblea oppure con una maggioranza dei due terzi in caso il voto avvenga per posta e non in assemblea (è evidente che per i titoli di Stato italiani si ricorrerebbe a questa seconda ipotesi).
Le percentuali indicate sono calcolate sul valore nominale dei titoli, non sulle teste. Quindi i piccoli risparmiatori privati avrebbero scarso peso rispetto agli investitori istituzionali (banche, assicurazioni, società di gestione di fondi etc) in caso di esigenza di ricorrere a queste clausole.
Con le CACs se la maggioranza prevista aderisce alla ristrutturazione anche la minoranza sarà soggetta alle nuove regole.
E’ quanto è già successo nel 2012 sui titoli greci, con la particolarità che in quel caso le clausole furono aggiunte dopo con validità retroattiva.
Se queste clausole semplificano le procedure di fuoriuscita da un fallimento è anche vero che limitano i diritti delle minoranze, in particolare quelle dei piccoli risparmiatori che sono giocoforza una minoranza.
E furono formalmente introdotte con il trattato europeo che istituì il fondo salva-stati Esm, il quale prevedeva l’introduzione delle clausole CACs per tutti i titoli di Stato europei con durata superiore ad 1 anno emessi dal 1° gennaio 2013.
I primi titoli di Stato con le nuove clausole sono stati quelli olandesi, seguiti da quelli tedeschi. Le nuove norme quindi riguardano tutti i paesi europei, ed erano già previste da tempo. Non c’è quindi da preoccuparsi per la loro introduzione in quanto di fatto non è cambiato nulla nella situazione finanziaria nazionale e continentale (che come è noto non è rosea nonostante i mercati finanziari sono oggi più stabili).
A maggior ragione è inutile preoccuparsi se si pensa al caso greco. Come si è visto infatti, in caso di default, gli Stati possono sempre cambiare in corsa le regole del gioco. In caso di problemi sui titoli italiani, non saranno sicuramente queste clausole a cambiare la sostanza.
Preciso infine che le nuove clausole valgono solo per i titoli di nuova emissione dal 2013.
L’introduzione di queste clausole nei Btp ha allarmato alcuni piccoli investitori che temono che sia un segnale di fallimento dell'Italia e di una conseguente ristrutturazione dei titoli di stato italiani. Del resto il termine "Cac" ricorre sempre in presenza di fallimenti statali, l’ultimo caso è stata la Grecia (che introdusse queste clausole addirittura retroattivamente).
Cosa sono le Clausole di azione collettiva – CACs?
Le Cacs sono clausole che definiscono le condizioni con cui le parti possono accordarsi per modificare le condizioni di un prestito.In dettaglio, le clausole sui titoli di Stato europei stabiliscono che le condizioni delle obbligazioni (es. data di pagamento, cedola, importo rimborsato etc. ) possono essere cambiate con l’accordo dello Stato e del 75 % degli obbligazionisti riuniti in assemblea oppure con una maggioranza dei due terzi in caso il voto avvenga per posta e non in assemblea (è evidente che per i titoli di Stato italiani si ricorrerebbe a questa seconda ipotesi).
Le percentuali indicate sono calcolate sul valore nominale dei titoli, non sulle teste. Quindi i piccoli risparmiatori privati avrebbero scarso peso rispetto agli investitori istituzionali (banche, assicurazioni, società di gestione di fondi etc) in caso di esigenza di ricorrere a queste clausole.
Lo scopo delle CAC
Queste clausole servono a “mettere un po’ di ordine” in caso di default di un creditore. L’esempio tipico è il caso argentino dove, ancora oggi, si susseguono cause legali nonostante diversi accordi ed emissioni di titoli a compensazione del debito originario.Con le CACs se la maggioranza prevista aderisce alla ristrutturazione anche la minoranza sarà soggetta alle nuove regole.
E’ quanto è già successo nel 2012 sui titoli greci, con la particolarità che in quel caso le clausole furono aggiunte dopo con validità retroattiva.
Se queste clausole semplificano le procedure di fuoriuscita da un fallimento è anche vero che limitano i diritti delle minoranze, in particolare quelle dei piccoli risparmiatori che sono giocoforza una minoranza.
Ci sono pericoli con l’introduzione delle Clausole sui BTP?
Occorre precisare che l’introduzione di queste clausole non è stata decisa recentemente. Furono pensate nell’ottobre 2010 dalla Merkel e da Sarkozy che volevano rassicurare i loro elettori che, per i salvataggi dei paesi PIIGS, avrebbero pagato anche gli investitori (creditori) privati.E furono formalmente introdotte con il trattato europeo che istituì il fondo salva-stati Esm, il quale prevedeva l’introduzione delle clausole CACs per tutti i titoli di Stato europei con durata superiore ad 1 anno emessi dal 1° gennaio 2013.
I primi titoli di Stato con le nuove clausole sono stati quelli olandesi, seguiti da quelli tedeschi. Le nuove norme quindi riguardano tutti i paesi europei, ed erano già previste da tempo. Non c’è quindi da preoccuparsi per la loro introduzione in quanto di fatto non è cambiato nulla nella situazione finanziaria nazionale e continentale (che come è noto non è rosea nonostante i mercati finanziari sono oggi più stabili).
A maggior ragione è inutile preoccuparsi se si pensa al caso greco. Come si è visto infatti, in caso di default, gli Stati possono sempre cambiare in corsa le regole del gioco. In caso di problemi sui titoli italiani, non saranno sicuramente queste clausole a cambiare la sostanza.
Preciso infine che le nuove clausole valgono solo per i titoli di nuova emissione dal 2013.
Gentilissimo Luca,
RispondiEliminaapprezzo molto, del suo post, l'equilibrio con cui descrive una situazione di estrema rilevanza per le scelte dei risparmiatori, evitando di usare facili toni allarmistici ma evidenziando in modo oggettivo le notevoli criticità indotte dall'introduzione delle CAC. Complimenti.
nel cercare notizie sulla nuova emissione del btp italia scadenza 22 apr 17 mi sono imbattuta nel decreto lege di cui parla Luca, se a qualcuno interessa leggerlo ( comunicato stampa N.186 del 19 dicembre 2012 )
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