Dal Sole Plus, l’inserto del sabato del Sole 24 Ore, di un paio di settimane fa mi è capitato di leggere un caso esemplare di consulenza al contrario delle banche italiane.
Il caso nasce dalla lettera di un lettore possessore di una polizza vita Mistral di Banca Intesa Sanpaolo.
Banca Intesa motiva l’operazione segnalando che l’emittente sottostante, Barclays Bank, è a rischio e c’è il pericolo di perdere l’intero capitale.
Si tratta di una polizza index linked, quelle il cui rendimento dipende dall’andamento di uno o più indici. In questo caso il rendimento della polizza è abbinata ad un’obbligazione strutturata emessa da Barclays, a sua volta collegata a tre indici azionari. In caso di fallimento di Barclays il rischio è a capo del cliente.
La polizza per i primi due anni ha pagato una cedola fissa del 3,5%, negli anni successivi e fino a scadenza le cedole erano e sono funzione dell’andamento congiunto dei tre indici azionari. Vista la situazione dei mercati finanziari dal 2005 ad oggi, è molto probabile che non ci saranno più cedole di interessi.
Il cliente potrebbe riscattare subito al prezzo di 96,85 (perdendo quindi circa 1.500€) o portare la polizza a scadenza incassando 100, salvo ovviamente problemi con Barclays.
Ma perché il cliente dovrebbe ritenere più sicura Banca Intesa di Barclays visto che il mercato la pensa al contrario?
I Cds ((Credit default swap) sono contratti che assicurano contro il fallimento di una controparte. Attualmente il Cds di Barclays costa 175 punti base (1,75%) mentre Intesa Sanpaolo 312. Quindi per il mercato è Intesa ad essere molto più rischiosa di Barclays.
Il rendimento minimo garantito è del 2,25% per i primi sette anni ma ha un costo annuo dell’1,25%. La gestione separata è composta al 95% da investimenti obbligazionari, gran parte dei quali governativi (60%).
Sconsiglio in genere le polizze vita proprio perché presentano alte strutture dei costi. Anche in questo caso, visto che in pratica si investe in strumenti obbligazionari per lo più governativi, lo strumento della polizza non è assolutamente competitivo.
Se Intesa fosse veramente preoccupata dell’investimento del cliente gli avrebbe proposto altre alternative.
Resta comunque difficile ipotizzare che da qui ad un anno la situazione di Barclays si deteriori a tal punto da portare al fallimento e al non pagamento del bond in questione. Sembra per ora più saggio portare la polizza a scadenza senza effettuare lo scambio che comporta una perdita immediata di oltre 3 punti percentuali.
Il caso nasce dalla lettera di un lettore possessore di una polizza vita Mistral di Banca Intesa Sanpaolo.
Riscatto della polizza Intesa Mistral
Il lettore segnala come la sua banca gli abbia proposto di trasformare la polizza index linked denominata Intesa Mistral (emessa nel novembre 2005) in una denominata Prima classe 7-2012. Lo scambio comporterebbe la vendita dell'attuale polizza con perdita secca di circa 1.500€.Banca Intesa motiva l’operazione segnalando che l’emittente sottostante, Barclays Bank, è a rischio e c’è il pericolo di perdere l’intero capitale.
Caratteristiche della polizza vita Mistral
La polizza Intesa Mistral collocata nel 2005 scadrà il 28 novembre 2013, ha quindi poco più di un anno di vita residua.Si tratta di una polizza index linked, quelle il cui rendimento dipende dall’andamento di uno o più indici. In questo caso il rendimento della polizza è abbinata ad un’obbligazione strutturata emessa da Barclays, a sua volta collegata a tre indici azionari. In caso di fallimento di Barclays il rischio è a capo del cliente.
La polizza per i primi due anni ha pagato una cedola fissa del 3,5%, negli anni successivi e fino a scadenza le cedole erano e sono funzione dell’andamento congiunto dei tre indici azionari. Vista la situazione dei mercati finanziari dal 2005 ad oggi, è molto probabile che non ci saranno più cedole di interessi.
Il cliente potrebbe riscattare subito al prezzo di 96,85 (perdendo quindi circa 1.500€) o portare la polizza a scadenza incassando 100, salvo ovviamente problemi con Barclays.
Lo scambio di Intesa
Il comportamento di Banca Intesa è assurdo e senza spiegazione. Praticamente propone di riscattare in perdita una polizza perché considerata rischiosa e ne propone un’altra garantita direttamente da loro.Ma perché il cliente dovrebbe ritenere più sicura Banca Intesa di Barclays visto che il mercato la pensa al contrario?
I Cds ((Credit default swap) sono contratti che assicurano contro il fallimento di una controparte. Attualmente il Cds di Barclays costa 175 punti base (1,75%) mentre Intesa Sanpaolo 312. Quindi per il mercato è Intesa ad essere molto più rischiosa di Barclays.
La polizza Prima Classe
Vediamo poi cosa propone in contropartita Banca Intesa. La polizza Prima Classe ha un rendimento collegato alla gestione separata Trendifondo Intesa Vita. E’ una polizza vita intera riscattabile in qualunque momento in base al risultato della gestione.Il rendimento minimo garantito è del 2,25% per i primi sette anni ma ha un costo annuo dell’1,25%. La gestione separata è composta al 95% da investimenti obbligazionari, gran parte dei quali governativi (60%).
Sconsiglio in genere le polizze vita proprio perché presentano alte strutture dei costi. Anche in questo caso, visto che in pratica si investe in strumenti obbligazionari per lo più governativi, lo strumento della polizza non è assolutamente competitivo.
Conclusione
La banca italiana quindi non sta assolutamente tutelando il cliente ma sta solo cercando di piazzargli una sua polizza vita con alti costi. E lo fa pure addossando un maggior rischio al cliente e facendogli rimettere di tasca propria per il riscatto anticipato.Se Intesa fosse veramente preoccupata dell’investimento del cliente gli avrebbe proposto altre alternative.
Resta comunque difficile ipotizzare che da qui ad un anno la situazione di Barclays si deteriori a tal punto da portare al fallimento e al non pagamento del bond in questione. Sembra per ora più saggio portare la polizza a scadenza senza effettuare lo scambio che comporta una perdita immediata di oltre 3 punti percentuali.
ciao BDR ,
RispondiEliminapotresti fare un post confrontando i buoni fruttiferi indicizzati all'inflazione italiana e il conto deposito rendimax like? per un risparmiatore che non vuole sorprese quale conviene di più? grazie mille
Giulio
ciao Giulio, sono comunque due prodotti con finalità e arco temporale diverso. Mi sono già appuntato una serie di articoli.
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