La crisi economica costringe sempre più famiglie italiane a intaccare i risparmi, e in certi casi ricorrere a finanziamenti (sempre che vengano concessi da banche e finanziarie).
Molti ricorrono anche alla vendita di beni personali e familiari, in particolare gioielli e orologi. Da qui l’esplosione dei centri Compro Oro.
Nonostante il proliferare di queste nuove attività, esistono ancora i Banco dei Pegni o Monte di Pietà, nati in epoca antica con lo scopo di aiutare la popolazione a superare difficoltà momentanee e finanziare l’attività di artigiani e agricoltori. Ancora oggi ci sono 40 banche e 7 società che svolgono l’attività di Banco dei Pegni.
Sono accettati solitamente beni che hanno un mercato (e quotazioni) e mantengono un valore costante nel tempo come gioielli d’oro , platino o argento, pietre preziose, perle , coralli, monete d’oro.
Il finanziamento è a tasso fisso e a breve scadenza, 3 o 6 mesi. Come prova viene rilasciata una polizza che consente al proprietario di riscattare il bene impegnato. La polizza non è nominativa ma al portatore.
Alla scadenza del finanziamento (3 o 6 mesi) si può anche rinnovare il prestito pagando i costi di custodia in anticipo e gli interessi posticipati Alla scadenza della polizza si può decidere se estinguere il debito o lasciare che il bene vada in asta.
Le aste sono organizzate in genere una volta al mese, tutti possono partecipare di persona o con offerta segreta via telefono (caso più tipico). I beni sono visionabili nei giorni precedenti, se l’incasso è superiore a quanto spetta alla banca, il rimanente è restituito al cliente.
Il Monte di Pietà ha aumentato la sua operatività con la crisi, +12% dal 2009 al 2012, nonostante la forte concorrenza dei Compra Oro.
La clientela è però in genere diversa: chi si rivolge al Banco dei Pegni vuole mantenere la proprietà dei beni, che spesso rappresentano un valore affettivo, e li utilizza solo per esigenza di liquidità momentanea.
Ai Compra Oro invece si rivolge chi ha estremo bisogno di soldi, il bene viene subito ceduto e per questo la cifra che si riceve è mediamente superiore. Per tale ragione presso il Banco dei Pegni non esiste il problema della ricettazione di articoli rubati.
Esiste però il rischio riciclaggio. Presta attenzione al fatto che fuori dai Banchi di Pegno si appostano a volte persone che offrono denaro per acquistare la polizza al portatore.
Se hai difficoltà di liquidità momentanee e ti è impossibile l’accesso al finanziamento bancario, il vecchio Monte di Pietà può essere una soluzione. Ricorda però il rischio di perdere il bene se non rimborsi entro la scadenza.
Molti ricorrono anche alla vendita di beni personali e familiari, in particolare gioielli e orologi. Da qui l’esplosione dei centri Compro Oro.
Nonostante il proliferare di queste nuove attività, esistono ancora i Banco dei Pegni o Monte di Pietà, nati in epoca antica con lo scopo di aiutare la popolazione a superare difficoltà momentanee e finanziare l’attività di artigiani e agricoltori. Ancora oggi ci sono 40 banche e 7 società che svolgono l’attività di Banco dei Pegni.
Come funziona il Banco dei Pegni
Rispetto ad un normale prestito la procedura è molto semplice e veloce. Bastano il codice fiscale, un documento di identità e il bene da dare in pegno che viene stimato da un perito. Non ci sono quindi istruttorie con chiamate alle Centrali dei Rischi e richieste dei documenti reddituali. Al Pegno possono quindi accedere anche protestati o disoccupati.Sono accettati solitamente beni che hanno un mercato (e quotazioni) e mantengono un valore costante nel tempo come gioielli d’oro , platino o argento, pietre preziose, perle , coralli, monete d’oro.
Il finanziamento è a tasso fisso e a breve scadenza, 3 o 6 mesi. Come prova viene rilasciata una polizza che consente al proprietario di riscattare il bene impegnato. La polizza non è nominativa ma al portatore.
Alla scadenza del finanziamento (3 o 6 mesi) si può anche rinnovare il prestito pagando i costi di custodia in anticipo e gli interessi posticipati Alla scadenza della polizza si può decidere se estinguere il debito o lasciare che il bene vada in asta.
Le aste sono organizzate in genere una volta al mese, tutti possono partecipare di persona o con offerta segreta via telefono (caso più tipico). I beni sono visionabili nei giorni precedenti, se l’incasso è superiore a quanto spetta alla banca, il rimanente è restituito al cliente.
I costi
Gli interessi sono intorno all’ 11,5%. Si pagano anche diritti di custodia pari a circa 1% a trimestre. E’ prevista anche una penale se si riscatta in anticipo il bene, circa l’1%.Monte di Pietà e Compra Oro
Un’indagine effettuate su due banchi di pegni a Milano (Ubi Banca in viale Certosa 94 e Unicredit in via Padova 32) ha evidenziato come nonostante la crisi solo il 5% dei beni finisce in asta.Il Monte di Pietà ha aumentato la sua operatività con la crisi, +12% dal 2009 al 2012, nonostante la forte concorrenza dei Compra Oro.
La clientela è però in genere diversa: chi si rivolge al Banco dei Pegni vuole mantenere la proprietà dei beni, che spesso rappresentano un valore affettivo, e li utilizza solo per esigenza di liquidità momentanea.
Ai Compra Oro invece si rivolge chi ha estremo bisogno di soldi, il bene viene subito ceduto e per questo la cifra che si riceve è mediamente superiore. Per tale ragione presso il Banco dei Pegni non esiste il problema della ricettazione di articoli rubati.
Esiste però il rischio riciclaggio. Presta attenzione al fatto che fuori dai Banchi di Pegno si appostano a volte persone che offrono denaro per acquistare la polizza al portatore.
Se hai difficoltà di liquidità momentanee e ti è impossibile l’accesso al finanziamento bancario, il vecchio Monte di Pietà può essere una soluzione. Ricorda però il rischio di perdere il bene se non rimborsi entro la scadenza.
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