Questa settimana sarà molto importante per l’Europa.
Il 28 e il 29 giugno si riunirà il Consiglio europeo e le attese sono molte dopo il vertice del G20.
I precedenti vertici sono terminati con iniziative insufficienti e difensive, una politica attendista “wait and see” che non ha fatto altro che protrarre l’incertezza sui mercati finanziari.
La situazione politica è però mutata. Non c’è più l’asse franco-tedesco e la stessa Germania ora è più isolata nella sua politica tutto rigore che non guarda alla crescita economica.
La Germania ha sicuramente ragione ha chiedere ai paesi indebitati un maggior rigore finanziario con tagli alle spese e revisione dei generosi sistemi pensionistici. Ma la sua politica tutto rigore di bilancio e anti-inflazione ha avuto riflessi negativi sull’economia continentale, aggravando la recessione.
Del resto finora la stessa Germania ha tratto diversi vantaggi dalla crisi, forse addirittura superiori ai costi dei salvataggi. Il paese infatti si sta finanziando da mesi a tassi molto bassi (il Bund decennale è sceso sotto la soglia dell’1,20% e i titoli a breve sono praticamente a zero rendimento). Inoltre la stessa debolezza dell’euro facilita più di tutti l’economia che più esporta fuori dall’area.
Altri possibili interventi riguardano una più decisa risposta in merito alla garanzia europea sui depositi bancari e il rafforzamento del Fondo Salva Stati per acquistare titoli di Paesi periferici.
Soprattutto la prima misura non sarà immediata. Occorrerà infatti l’emanazione di Direttive, la votazione del Parlamento Europeo e il recepimento nelle legislazioni nazionali. Un iter non breve che richiederà circa 2 anni.
Ma basterà la decisione di un rafforzamento dell’Unione Europea per dare maggiori certezze ai mercati finanziari.
Gli analisti sono concordi che ormai il salvataggio dell’Euro si gioca nei prossimi mesi. E il vertice di questo fine settimana è quindi fondamentale. Le aspettative sono alte e una non decisione si tradurrebbe in una perdita di credibilità dell’Unione con una nuova crisi estiva.
Il piccolo risparmiatore non può che attendere e puntare sul breve periodo in attesa che la situazione sia più chiara. Sul breve le alternative sono i conti deposito ad 1 anno o le obbligazioni a 2-3 anni (ma attenzione all’esposizione generale sui titoli di Stato). Per le azioni meglio aspettare che il trend cambi. Ci sono sicuramente occasioni e anche se non si acquisterà ai minimi, si avrà ancora tempo per entrare.
Il 28 e il 29 giugno si riunirà il Consiglio europeo e le attese sono molte dopo il vertice del G20.
I precedenti vertici sono terminati con iniziative insufficienti e difensive, una politica attendista “wait and see” che non ha fatto altro che protrarre l’incertezza sui mercati finanziari.
La situazione politica è però mutata. Non c’è più l’asse franco-tedesco e la stessa Germania ora è più isolata nella sua politica tutto rigore che non guarda alla crescita economica.
La Germania ha sicuramente ragione ha chiedere ai paesi indebitati un maggior rigore finanziario con tagli alle spese e revisione dei generosi sistemi pensionistici. Ma la sua politica tutto rigore di bilancio e anti-inflazione ha avuto riflessi negativi sull’economia continentale, aggravando la recessione.
Del resto finora la stessa Germania ha tratto diversi vantaggi dalla crisi, forse addirittura superiori ai costi dei salvataggi. Il paese infatti si sta finanziando da mesi a tassi molto bassi (il Bund decennale è sceso sotto la soglia dell’1,20% e i titoli a breve sono praticamente a zero rendimento). Inoltre la stessa debolezza dell’euro facilita più di tutti l’economia che più esporta fuori dall’area.
Quali decisioni si attendono i mercati finanziari
I mercati si attendono che dal vertice europeo esca una posizione forte che completi l’unione monetaria con un unione di bilancio: una disciplina di bilancio comunitaria che si tradurrà in una minore sovranità di spesa dei singoli paesi.Altri possibili interventi riguardano una più decisa risposta in merito alla garanzia europea sui depositi bancari e il rafforzamento del Fondo Salva Stati per acquistare titoli di Paesi periferici.
Soprattutto la prima misura non sarà immediata. Occorrerà infatti l’emanazione di Direttive, la votazione del Parlamento Europeo e il recepimento nelle legislazioni nazionali. Un iter non breve che richiederà circa 2 anni.
Ma basterà la decisione di un rafforzamento dell’Unione Europea per dare maggiori certezze ai mercati finanziari.
Gli analisti sono concordi che ormai il salvataggio dell’Euro si gioca nei prossimi mesi. E il vertice di questo fine settimana è quindi fondamentale. Le aspettative sono alte e una non decisione si tradurrebbe in una perdita di credibilità dell’Unione con una nuova crisi estiva.
Come investire ora
L’incertezza contrassegna questo periodo economico-finanziario. Gli stessi gestori professionali puntano su diversificazione e liquidità.Il piccolo risparmiatore non può che attendere e puntare sul breve periodo in attesa che la situazione sia più chiara. Sul breve le alternative sono i conti deposito ad 1 anno o le obbligazioni a 2-3 anni (ma attenzione all’esposizione generale sui titoli di Stato). Per le azioni meglio aspettare che il trend cambi. Ci sono sicuramente occasioni e anche se non si acquisterà ai minimi, si avrà ancora tempo per entrare.
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