Siamo nel periodo in cui la maggior parte delle aziende italiane quotate staccano i dividendi. E come ogni anno sui giornali si leggono le classifiche di quali società offrano i dividendi più alti.
Tra le società spiccano Enel 6,1%; Terna 6%; Eni 5,8%; Snam 5,4; Lottomatica 5,2%. Tornano a distribuire dividendi Fiat 1,8% e Pirelli 3,3%.
Leggendo sembra infatti che per esempio l’azione Enel darà un rendimento del 6% quest’anno. In tal modo si confonde il rendimento azionario con quello obbligazionario. Una persona normale infatti è portata a credere che comprando un’azione Enel si avrà un ritorno del 6%, come se fosse una cedola di un’obbligazione o Btp.
In realtà, prendendo a riferimento la tabella precedente, Enel quota a 4,12. Se comprassimo il titolo a 4,12 alla data di stacco riceveremmo 0,25%, il 6,1% appunto.
Ma contemporaneamente il valore della nostra azione perderebbe il valore del dividendo staccato passando a 3,87. Quindi in realtà non abbiamo alcun rendimento certo, tutto sarà dato dalla quotazione del titolo: se sarà maggiore di 3,87 guadagneremo o viceversa. Occorre quindi ricordare che il guadagno su un’azione è sempre dipendente da una quotazione incerta non da una cedola certa. Tanto per far capire il rischio, oggi Enel quota 3,83 per cui chi avesse comprato l'azione sull'onda dell'articolo oggi avrebbe semplicemente una perdita del 7%.
E’ pur vero poi che titoli che offrono buoni dividendi sono in genere titoli in salute e quindi buone società su cui investire. Ci sono infatti strategie di investimento che puntano sulle società che distribuiscono alti dividendi. Ma guardare al solo dividendo non basta.
I dividendi sono utili che la società ha prodotto in passato e che nessuna garanzia danno per il futuro. A volte poi il dividendo è dato solo in funzione dei mercati finanziari, cioè si mira più a mantenere alte le quotazioni che a valutare l’opportunità di restituire capitali ai soci. Prendiamo il caso eclatante di Fiat che distribuirà quest’anno un dividendo di 0,17€ (per le azioni ordinarie) pur avendo chiuso il 2009 in rosso e nonostante necessiti di capitali per le nuove sfide: nuovi modelli, nuovi mercati (Cina e India), nuove tecnologie (auto ecologiche).
Farsi guidare dai dividendi quindi è fuorviante, occorre valutare sempre i fondamentali della società, quello che Warren Buffet indica come il fair value. E ricordare che il rendimento azionario è sempre aleatorio, non c'è alcuna sicurezza di un 6% e nemmeno di un ritorno positivo.
Dividendi delle azioni italiane
Il dividendo medio delle società italiane quotate in Borsa si attesta nel 2010 al 3,4%. Tradotto, se le azioni italiane valessero 100 euro, 3,4 euro sono distribuiti tramite dividendi agli azionisti (queste percentuali sono ulteriormente cresciute dopo il recente calo a causa della crisi greca).Tra le società spiccano Enel 6,1%; Terna 6%; Eni 5,8%; Snam 5,4; Lottomatica 5,2%. Tornano a distribuire dividendi Fiat 1,8% e Pirelli 3,3%.
Dove sta l’inganno
I giornali italiani quando trattano di argomenti economici e finanziari sono spesso superficiali traendo in inganno (pur involontariamente) il pubblico dei risparmiatori.Leggendo sembra infatti che per esempio l’azione Enel darà un rendimento del 6% quest’anno. In tal modo si confonde il rendimento azionario con quello obbligazionario. Una persona normale infatti è portata a credere che comprando un’azione Enel si avrà un ritorno del 6%, come se fosse una cedola di un’obbligazione o Btp.
In realtà, prendendo a riferimento la tabella precedente, Enel quota a 4,12. Se comprassimo il titolo a 4,12 alla data di stacco riceveremmo 0,25%, il 6,1% appunto.
Ma contemporaneamente il valore della nostra azione perderebbe il valore del dividendo staccato passando a 3,87. Quindi in realtà non abbiamo alcun rendimento certo, tutto sarà dato dalla quotazione del titolo: se sarà maggiore di 3,87 guadagneremo o viceversa. Occorre quindi ricordare che il guadagno su un’azione è sempre dipendente da una quotazione incerta non da una cedola certa. Tanto per far capire il rischio, oggi Enel quota 3,83 per cui chi avesse comprato l'azione sull'onda dell'articolo oggi avrebbe semplicemente una perdita del 7%.
E’ pur vero poi che titoli che offrono buoni dividendi sono in genere titoli in salute e quindi buone società su cui investire. Ci sono infatti strategie di investimento che puntano sulle società che distribuiscono alti dividendi. Ma guardare al solo dividendo non basta.
I dividendi sono utili che la società ha prodotto in passato e che nessuna garanzia danno per il futuro. A volte poi il dividendo è dato solo in funzione dei mercati finanziari, cioè si mira più a mantenere alte le quotazioni che a valutare l’opportunità di restituire capitali ai soci. Prendiamo il caso eclatante di Fiat che distribuirà quest’anno un dividendo di 0,17€ (per le azioni ordinarie) pur avendo chiuso il 2009 in rosso e nonostante necessiti di capitali per le nuove sfide: nuovi modelli, nuovi mercati (Cina e India), nuove tecnologie (auto ecologiche).
Farsi guidare dai dividendi quindi è fuorviante, occorre valutare sempre i fondamentali della società, quello che Warren Buffet indica come il fair value. E ricordare che il rendimento azionario è sempre aleatorio, non c'è alcuna sicurezza di un 6% e nemmeno di un ritorno positivo.
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