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09/12/25

L’oro continuerà a brillare? Tra mito, volatilità e realtà dei mercati

Nel 2025 l’oro è tornato al centro della scena finanziaria. Con un rialzo del 40,6% al 10 novembre, il metallo prezioso ha superato le azioni globali e persino i forti guadagni del FTSE MIB, nonostante le recenti correzioni. A sostenere questa corsa ci sono diversi fattori: le tensioni geopolitiche e commerciali, la persistente paura dell’inflazione e perfino il fascino esercitato dal celebre tesoro aureo della Banca d’Italia.

Ma la domanda cruciale resta: ha senso investire in oro oggi?
La risposta è meno ovvia di quanto sembri.

 

Oro: bene rifugio o scommessa sul timing?

L’oro è spesso percepito come un investimento “sicuro”, un porto stabile nei momenti difficili. In realtà, la sua performance dice l’esatto contrario: per guadagnare con l’oro serve un tempismo quasi perfetto.

Se avete comprato prima della recente ascesa, bene: ad accompagnarvi è stata la fortuna.
Ma oggi? L’idea di entrare dopo un +40% dovrebbe quantomeno far riflettere.

Ken Fisher, presidente di Fisher Investment Worldwide, lo dice chiaramente:

“Non sto cercando di anticipare le quotazioni dell’oro. Nessuno è in grado di farlo.”

E aggiunge di aver imparato a non provarci… oltre 50 anni fa.

 

L’oro è imprevedibile: niente utili, niente dividendi, tanti sbalzi

Nonostante i miti che lo avvolgono, l’oro ha caratteristiche molto particolari:

  • non produce utili

  • non paga dividendi

  • non ha un vero “scopo funzionale” da investimento

  • il suo prezzo dipende quasi solo dall’umore degli investitori (sentiment)

E proprio questa assenza di fondamentali solidi lo rende estremamente volatile.

 

Il confronto a lungo termine: azioni globali davanti all’oro

Dal 1974, anno in cui negli Stati Uniti furono eliminate le restrizioni sullo standard aureo, l’oro ha realizzato un rendimento annualizzato del:

  • 9,2% in euro e lire

Le azioni italiane hanno fatto più o meno lo stesso.
Le azioni globali, invece, hanno reso:

  • +11,8% annualizzato

Un risultato chiaramente superiore.

Uno potrebbe pensare: rendimenti più bassi → rischio inferiore.
Sbagliato.

 

Volatilità: l’oro è più instabile delle azioni

La deviazione standard a un anno (cioè la misura della volatilità) dal 1974 è stata:

  • Oro: 18,8%

  • Azioni globali: 15,4%

Tradotto: l’oro è più ballerino di un’azione globale media, ma con rendimenti inferiori.

L’effetto pratico?
Lunghi periodi senza movimento, punte improvvise e crolli dolorosi.

 

Esempi reali: quando l’oro è rimasto “fermo” per quasi 30 anni

  • Nel 1980 toccò quota 850 dollari.
    Da lì crollò e tornò ai massimi solo nel 2008.
    28 anni dopo.

  • In euro:

    • massimo nel 2012 a 1.384,73 €

    • crollo del –37% nel 2013

    • recupero dei livelli del 2012 solo nel 2019

Per un "bene rifugio", sette anni di attesa sono tanti.

 

L’oro non protegge dall’inflazione (nonostante la leggenda)

La narrativa più diffusa è che l’oro difenda dall’inflazione. Ma i dati dicono altro.
Nel lungo periodo:

  • la correlazione tra oro e inflazione è bassa

  • la correlazione tra oro e azioni è più alta di quanto si pensi

Il caso più evidente è il 2022:

  • da marzo a ottobre l’oro è sceso dell’11,6%, esattamente insieme alle borse

  • quando i mercati sono risaliti e l’inflazione rallentava, l’oro è risalito con loro

  • nessuna copertura, nessuna protezione

     

Il vero problema: previsioni impossibili

Con così pochi fondamentali, prevedere i movimenti dell’oro è come giocare alle sedie musicali: se ti fermi, puoi anche trovarti senza sedia.

Le oscillazioni dipendono quasi totalmente da:

  • paura dei mercati

  • shock geopolitici

  • mode finanziarie

  • psicologia degli investitori

Tutto molto lontano da criteri oggettivi.

 

Se avete guadagnato, bene. Ma la fortuna non è una strategia

Chi ha guadagnato con la salita del 2024–2025 è stato bravo… o fortunato.
E la fortuna, purtroppo, non è replicabile.

Guardando al futuro, chi punta a rendimenti solidi e prevedibili nel lungo periodo dovrebbe orientarsi verso strategie più strutturate:

  • portafogli diversificati

  • investimenti produttivi (azioni globali, ETF, obbligazioni di qualità)

  • piani di accumulo

  • controlli periodici del rischio

L’oro può avere un ruolo marginale, ma non può essere il centro di una strategia razionale.

 

L’oro “brilla” quando la paura domina i mercati. Ma come investimento di lungo periodo è:

  • volatile

  • imprevedibile

  • privo di fondamentali

  • incapace di proteggere davvero dall’inflazione

Per questo, più che inseguire il metallo giallo, può essere più efficace costruire una strategia diversificata, moderna e prevedibile. La fortuna può aiutare… ma non può guidare le scelte finanziarie. 

Se hai investito in oro fisico (monete, lingotti ...) o hai intenzione di farlo, leggi Tassazione oro fisico

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