Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca

04/11/25

Banche italiane in ottima forma: utili miliardari e risparmiatori al palo

banche italiane
Le due maggiori banche italiane – Intesa Sanpaolo e UniCredit – stanno archiviando numeri che segnalano una forte redditività nel 2025, in un contesto economico non certo esuberante.

  • Intesa Sanpaolo: nei primi nove mesi del 2025 l’utile netto consolidato è stato pari a circa 7,6 miliardi di euro, in crescita del +5,9% rispetto allo stesso periodo 2024. Per l’intero anno la banca conferma un obiettivo ben oltre i 9 miliardi di euro di utile. 

  • UniCredit: per il terzo trimestre 2025 l’utile netto è di circa 2,6 miliardi di euro, +12,9 % (o comunque in crescita) sull’anno precedente. Nei primi nove mesi dell’anno l’utile netta si è attestata a circa 8,7 miliardi di euro

In breve: le banche italiane non solo vincono in termini di utile, ma lo fanno in un contesto dove i margini tradizionali (ad esempio l’interesse netto) sono sotto pressione.

 


Perché questi utili così robusti?

Alla base di questi risultati ci sono alcuni fattori principali:

  1. Commissioni e servizi non‐interessi
    Per Intesa Sanpaolo, ad esempio, le commissioni nette sono cresciute del +5,1% nei primi nove mesi, mentre gli interessi netti sono diminuiti del 6,8%.  In uno scenario di tassi bassi o in calo, le banche si orientano verso servizi, gestione del risparmio, attività assicurativa e trading.

  2. Efficienza operativa e controllo dei costi
    Intesa segnala costi operativi in calo dello 0,4% nei nove mesi.  UniCredit dichiara costi praticamente stabili o in calo nonostante contesto complesso. Queste banche riescono a ottenere “di più” con “meno” o comunque con costi sotto controllo.

  3. Qualità del credito
    Intesa Sanpaolo evidenzia un’incidenza molto bassa dei crediti deteriorati (1,1% al netto delle rettifiche) nei nove mesi.  Questo significa che le banche non sono troppo esposte a perdite da crediti “cattivi”, il che aiuta gli utili.

 

La critica ai risparmiatori: passività che fa utili alle banche

E qui entra in gioco una riflessione importante: mentre le banche prosperano, molti risparmiatori italiani restano in una condizione di passività che finisce per avvantaggiare proprio le banche.

  • Molti clienti mantengono conti correnti tradizionali, depositi a tassi praticamente nulli o molto bassi, e non cercano alternative o strumenti più efficienti. Questo significa che le banche raccolgono liquidità a costo quasi nullo (o molto basso) e possono impiegarla in modo profittevole (o anche venderla ad altri strumenti finanziari) guadagnando ampiamente.

  • Spesso i risparmiatori non “cambiano banca” o non cercano condizioni migliori, accettando passivamente le condizioni che la banca impone. Questa comodità/incoscienza dà un vantaggio competitivo alle stesse banche.

  • I consigli delle banche stesse (o dei consulenti interni) possono essere interessati: se la banca vuole gestire un attivo con margine elevato, può proporre prodotti dove guadagna più lei che il risparmiatore, o in condizioni che non sono pienamente ottimali per il cliente.

  • In sostanza: più i risparmiatori restano “seduti” e passivi, più le banche possono sfruttare la loro liquidità a basso costo, impiegarla in attività redditizie e generare utili elevati. È una dinamica che merita attenzione.

     

Qualche suggerimento per i risparmiatori

Per non essere “contributori involontari” agli utili delle banche, i risparmiatori potrebbero:

  • Rivedere le condizioni del proprio conto corrente: canoni, tassi sui depositi, offerte alternative (fintech, banche online) vs banca tradizionale.

  • Verificare quanto costano i servizi bancari che utilizzano: carte, bonifici, prelievi, gestione risparmio.

  • Considerare la diversificazione: non lasciare tutto parcheggiato a tasso zero o quasi, valutare placement alternativi (con consapevolezza del rischio) o semplicemente negoziare condizioni migliori con la propria banca. In questo periodo oltre ai conti depositi, i soliti Btp e Bot sono un'alternativa valida e ben remunerata. 

  • Chiedersi: “Quanto la banca guadagna da me?”: se la banca prende commissioni elevate o il mio conto costa molto rispetto ai servizi che utilizzo, è forse il momento di riflettere.

  • Informarsi attivamente: capire i rendimenti dei prodotti che ci vengono proposti, non accettare passivamente.

     

Il messaggio è chiaro: le banche italiane stanno vivendo una fase molto proficua, riuscendo a generare utili robusti grazie a una combinazione di commissioni, efficienza e qualità del credito. Ma questo risultato non è sovrannaturale: parte del “carburante” che alimenta questi utili viene dalla raccolta a basso costo e dal comportamento passivo del risparmiatore medio italiano.
Se i risparmiatori diventassero più attivi — controllando le condizioni, cambiando banca, negoziando — parte di quel margine extra potrebbe restare nelle loro tasche piuttosto che diventare utile per la banca.

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