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09/09/25

Truffe da trading online e cripto: come riconoscerle ed evitarle

truffe trading cripto
Negli ultimi anni, complice il boom delle criptovalute e la facilità di accesso alle piattaforme digitali, si è assistito a una crescita esponenziale delle truffe finanziarie. L’estate appena trascorsa ha visto moltiplicarsi i casi di schemi fraudolenti che promettono guadagni rapidi con il trading online su cripto e persino su azioni. Recentemente per es. ha avuto molto risalto la truffa tramite la piattaforma JZmor. Dietro le apparenze, però, si nascondono spesso schemi Ponzi o vere e proprie organizzazioni criminali.

 

Come funziona lo schema della truffa

Lo schema tipico inizia in modo subdolo e apparentemente innocuo:

  • L’aggancio: avviene tramite social o chat (WhatsApp, Telegram, Signal), dove circolano gruppi che parlano di “strategie vincenti” e analisi tecniche di mercato.

  • I primi guadagni: le vittime vengono spinte a fare piccoli investimenti, che spesso portano a risultati iniziali positivi (pilotati dagli stessi truffatori). Questo aumenta la fiducia.

  • Il salto di qualità: entra in gioco un “esperto” o “professore di finanza” che invita a usare una piattaforma dedicata, presentata come exchange o broker. In realtà si tratta di portali privi di autorizzazioni, con sedi inesistenti e senza alcuna trasparenza.

  • I versamenti ingannevoli: il denaro non viene inviato a un intermediario regolamentato, ma a conti di soggetti terzi, talvolta accompagnati da fatture false per giustificare i bonifici.

  • La perdita totale: dopo qualche operazione in apparenza riuscita, arriva il crollo improvviso. L’investitore perde quasi tutto, e ogni tentativo di recupero si traduce solo in ulteriori versamenti.


Perché è difficile uscirne

Chi cade in queste trappole fatica ad ammettere subito di essere stato raggirato. I piccoli profitti iniziali e la pressione psicologica dei “consulenti” inducono a reinvestire sempre di più, fino a perdere capitali importanti. Inoltre, le fatture false e i pagamenti a soggetti terzi servono a ingannare anche le banche, rendendo più difficile bloccare in tempo i trasferimenti sospetti.

 

I segnali d’allarme

Ci sono alcuni indizi che devono far scattare subito il campanello d’allarme:

  • piattaforma non autorizzata da Consob o da altre autorità europee;

  • assenza di un indirizzo fisico o di riferimenti societari chiari;

  • richieste di bonifici a soggetti terzi “esercizi” o “negozi”;

  • rendimenti troppo alti e costanti, senza rischio apparente;

  • figure carismatiche che si presentano come esperti e spingono a investire sempre di più;

  • documenti o fatture che non corrispondono a reali prestazioni o servizi.

     

Come difendersi

  • Verificare sempre le autorizzazioni: prima di affidare denaro a un intermediario, controllare sul sito della Consob se è regolarmente abilitato.

  • Diffidare dei guadagni facili: nel trading non esistono rendimenti garantiti, soprattutto a breve termine.

  • Non fidarsi dei gruppi social: i segnali di trading su WhatsApp o Telegram possono essere manipolati per trarre in inganno.

  • Rivolgersi a professionisti qualificati: se si vuole investire, è meglio affidarsi a banche, SIM o consulenti finanziari certificati.

  • Bloccare subito i pagamenti sospetti: se la banca segnala anomalie, non insistere ma chiedere chiarimenti e verifiche.

  • Segnalare le truffe: in caso di sospetti, è importante avvisare la Consob o le forze dell’ordine.


Conclusione

Le truffe finanziarie legate al trading su cripto e azioni sono sempre più sofisticate e difficili da riconoscere. La regola d’oro resta la stessa: se un investimento sembra troppo bello per essere vero, probabilmente è una truffa. Meglio diffidare e chiedere sempre una verifica ufficiale, piuttosto che finire intrappolati in schemi che, purtroppo, lasciano solo perdite ingenti e tanta amarezza.


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