Questa tendenza non è un evento isolato, ma si consolida su orizzonti temporali più ampi. Le percentuali di fondi che hanno sottoperformato l'indice S&P Italy Bmi rimangono drammaticamente alte: il 75% su un anno, il 96% su tre anni, il 92,31% su cinque anni e addirittura il 91,3% su dieci anni. Anche considerando i rendimenti corretti per il rischio, la situazione non migliora, con oltre l'80% dei fondi che non tiene il passo su periodi prolungati.
Rendimenti e Volatilità : Il divario si allarga
Nonostante il mercato azionario italiano abbia mostrato una solida crescita nella prima metà del 2025, con l'indice S&P Italy Bmi che ha guadagnato il 19,86%, i fondi attivi non sono riusciti a capitalizzare appieno questo slancio. Sebbene i loro rendimenti medi siano stati positivi (ad esempio, il 15,56% da inizio anno), essi si sono attestati nettamente al di sotto di quelli del benchmark. Su un periodo di dieci anni, il divario è ancora più evidente: l'indice ha realizzato un guadagno del 9,62%, mentre il rendimento medio dei fondi è stato del 7,01%.
Il rapporto tra rendimento e volatilità , un indicatore cruciale dell'efficienza della gestione, rivela un ulteriore punto di debolezza. Su un orizzonte di dieci anni, il rapporto per l'indice è quasi del 30% superiore a quello dei fondi, evidenziando come il benchmark abbia offerto un rendimento superiore a parità di rischio, dimostrando un'efficienza che i fondi attivi non sono riusciti a replicare.
La Sopravvivenza dei Fondi: Un altro indicatore di inefficacia
Oltre alla performance, il rapporto solleva dubbi anche sulla longevità dei fondi stessi. Dei fondi attivi presenti sul mercato italiano all'inizio del 2025, solo il 63,04% è sopravvissuto per l'intero decennio. Questo dato suggerisce che quasi quattro fondi su dieci vengono liquidati o fusi, una dinamica che pone ulteriori rischi per gli investitori.
In sintesi, i dati di S&P Dow Jones consolidano l'idea che, pur in un contesto di mercato favorevole, la maggior parte dei fondi a gestione attiva fatica a battere un semplice indice di riferimento, spesso offrendo rendimenti inferiori a fronte di un rischio non inferiore e con un'incertezza legata alla loro stessa sopravvivenza nel lungo periodo.
Purtroppo però ancora oggi i fondi attivi prevalgono nettamente sui passivi semplicemente perché spinti da banche e promotori e acquistati senza verifiche dai risparmiatori italiani. Il risultato sono rendimenti sotto la media. Ovvio che finché il mercato cresce uno è comunque contento, ma intanto si regalano fette enormi del proprio risparmio a banche e reti di promotori finanziari. Ti suggerisco la lettura Impara a Investire come i Guru dove potrai capire come muoverti da solo negli investimenti o per lo meno farti consigliare senza aver le fette di salame sugli occhi.
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