Sul tema dei diamanti in banca scrissi già quando lo scandalo non era ancora scoppiato, intervistando per esempio Mirko Quaranta autore di Investire in Diamanti. Mirko aveva spiegato come il prezzo di queste pietre preziose collocate allo sportello bancario fosse enormemente gonfiato, fino al doppio di quello di mercato. Eppure ancora una volta migliaia di persone si sono fatti convincere, in questo caso possiamo tranquillamente dire fregare, dal bancario di turno che spingeva un prodotto che offriva grossi margini alla sua banca.
La banca vendeva semplicemente i diamanti che venivano fornite da società terze. La principale era Diamond Private Investment (DPI). Le ultime notizie riguardano appunto questa società . Nella sua cassaforte si trovano infatti pietre preziose per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro, secondo le valutazioni aggiornate dall’Istituto Gemmologico Nazionale. Questo "tesoro" rappresenta una risorsa fondamentale per risarcire i risparmiatori coinvolti nello scandalo dei diamanti.
Nel frattempo Il Tribunale civile di Milano ha approvato la procedura di concordato preventivo per Diamond Private Investment, società attualmente in liquidazione con un pesante fardello di debiti. I creditori avranno tempo fino al 23 ottobre per votare il piano attraverso Pec al commissario nominato dal tribunale.
L'inchiesta, guidata dal pm Grazia Colacicco, ha rivelato presunti profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro a danno di migliaia di investitori, truffati con la vendita di diamanti a prezzi gonfiati. Le operazioni venivano facilitate da istituti di credito attraverso le società DPI, Intermarket Diamond Business, Diamond Love Bond.
Risarcimenti e Prospettive Future
Il Tribunale civile ha emesso un'ordinanza di deconfisca condizionata, considerata cruciale per risarcire i creditori, inclusi coloro che hanno acquistato i diamanti senza passare per il canale bancario. Nella cassaforte sono custodite pietre preziose dal valore significativo, pronte a essere utilizzate per compensare le vittime della truffa.
Nel frattempo, è stato ricostruito un impressionante numero di oltre 20.000 transazioni tra le banche e i loro clienti, con risarcimenti per un totale di 458.776.767 euro. Questo importo riflette la portata della frode e l'impegno a restituire almeno parte del denaro perso ai risparmiatori truffati.
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