Altri titoli confrontabili sono i Btp indicizzati all'inflazione europea o italiana: Btpi e Btp Italia. Qui la scelta però dipende dalle proprie previsioni sulla crescita dei prezzi. Ho già spiegato che ritengo opportuno aver titoli indicizzati in portafoglio, in genere sulle scadenze 2030 per esser pari al nuovo Btp Valore ci dovrà esser un'inflazione media intorno al 2%.
Si può confrontare il Btp Valore anche con strumenti diversi dai titoli di stato italiani. La scelta dipende naturalmente dall'obiettivo dell'investimento, sia in termini di tempo sia di motivazione. Per coloro che cercano un'alternativa prudente al Btp Valore, potrebbero essere prese in considerazione le obbligazioni spagnole o quelle degli enti sovranazionali, come i bond dell'Unione Europea. Entrambi offrono rendimenti superiori al 3% per durate a medio termine e godono di un rating elevato in termini di solidità dell'emittente.
Per chi ha un profilo più aggressivo, potrebbero essere considerate le obbligazioni corporate investment grade, di qualità più elevata, che sul medio termine pagano circa il 3,8%. Tuttavia, selezionarle individualmente potrebbe non essere semplice, pertanto è consigliabile diversificare attraverso un ETF specializzato in questo tipo di titoli.
Anche perché il mercato delle obbligazioni corporate accessibili ai risparmiatori, con un taglio minimo di 1.000 euro, non è molto ampio. Pochi emittenti offrono bond per gli investitori al dettaglio, tra cui Volkswagen, Bayer, Commerzbank, Goldman Sachs e Rci Bank (banca di Renault). Queste emissioni hanno scadenze fino a 7-8 anni e offrono rendimenti più elevati rispetto al Btp (ma con tassazione sfavorevole), mantenendo un rating equivalente. Ad esempio, un'obbligazione di Bayer, con scadenza nel 2033, rende il 4,4%, ovvero 60 punti base (0,6%) in più rispetto al Btp con durata simile.
Ci sono infine i titoli di Stato dei Paesi dell'Est Europa oggi di moda fra gli investitori più speculativi in obbligazioni. I titoli rumeni, ad esempio, offrono un rendimento del 5,7% con scadenza a ottobre 2035, mentre quelli bulgari rendono il 4,2% con scadenza a maggio 2036. Sebbene ci sia un rischio di instabilità politica in Romania, questo è già scontato nei prezzi.
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