Secondo Mossa “L'ondata di interesse per i titoli di Stato italiani è una conseguenza della ritrovata stabilità sul piano politico e nella resilienza mostrata dall’economia del Paese, ma ciò che più conta è che è destinata a proseguire anche nel resto del 2024”.
Ci sono ancora centinaia di milioni di risparmi delle famiglie e delle imprese italiane ferme sul conto corrente che si stanno spostando su investimenti più a lungo termine, dai Btp ai conti deposito o i prodotti postali. E questo travaso deve ancora in larga parte esser completato, pertanto c’è ulteriore spazio per crescere. Ma se per il piccolo risparmio degli italiani il trend era già in corso nel 2023, la novità è il cambiamento di prospettiva dei grandi investitori istituzionali, italiani ma soprattutto stranieri.
E questo è un segnale importante di un cambiamento radicale nella view di questi ultimi. Ancora qualche mese fa i principali investitori istituzionali esteri non acquistavano titoli di stato italiani in quanto ritenevano il rischio non correttamente valutato. In altre parole, ritenevano i prezzi troppo alti e pertanto i rendimenti bassi.
Alla domanda su quale sarebbe stato il prezzo corretto, la maggioranza rispondeva che attendeva uno spread di 250 per acquistare Btp. La realtà ora si è totalmente rovesciata. Con uno spread di quasi 100 punti inferiore, da tempo siamo sotto 160, i grandi fondi esteri hanno puntato sul paese Italia.
Il trend è ancora più evidente dal confronto con gli altri titoli. Dopo i minimi di ottobre infatti il mercato obbligazionario ha rivisto le sue aspettative sui tagli dei tassi di interesse da parte della BCE e Fed. I prezzi sono tornati a salire stornando in parte il calo precedente. Questo fenomeno ha riguardato anche i titoli italiani ma in modo meno ampio. Infatti mentre il rendimento del Bund di riferimento cresceva, lo spread si è ridotto e di parecchio.
Questo in controtendenza a quanto finora era successo, infatti normalmente quando si alzavano i tassi del Bund lo spread con il Btp si allargava, come è ovvio avvenga quando il mercato percepisce maggiori rischi o semplicemente richiede un maggior rendimento per assumerli.
Nonostante alcuni spropositi assurdi sulla stampa italiana, i mercati non ci hanno punito per la non approvazione del Mes, fattore che in realtà non viene considerato dalla comunità finanziaria.
Nel frattempo come scrivevo i mercati obbligazionari hanno stornato sull’ipotesi che i tagli dei tassi nel 2024 saranno meno e soprattutto più in là. La scommessa è ora tra chi punta al secondo trimestre e chi al secondo semestre. Pesano anche le tensioni nel Mar Rosso ma soprattutto l’idea che la BCE voglia attender prima di dar un segnale di riduzione dei tassi al mercato.
Nonostante questo, come già scritto per i conti deposito, il trend sembra segnato al ribasso per cui può convenire ora allungare le scadenze anche sulle obbligazioni. Ma attenzione a eccessive speculazioni puntando su titoli a 30 anni o oltre. Questi acquisti vanno fatti con una limitata quota e consapevoli dell’alta volatilità. Certo ora appare un momento buono per entrare, ma meglio entrar sulla debolezza, ci saranno ancora settimane di tempo per entrare. Si evita di far l’errore di alcuni “esperti” da forum che sono entrati su questi titoli con eccessivo anticipo e sono dentro da anche oltre un anno.
Ho intenzione di scrivere prossimamente qualche articolo più educational sul tema obbligazioni. Ti invito a leggere in proposito “Investire in obbligazioni for Dummies” scritto da Matteo Farci.
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