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15/11/23

Attenzione a investire in Etf sull'inflazione. Meglio il Btp

L'inflazione alle stelle del 2022 ha spinto molti ad acquistare i Btp Italia. Chi lo ha fatto si è preso una bella cedola e anche se ora il titolo è in perdita, complessivamente è in pari nonostante l'aumento dei tassi. 

Diversamente è andata per chi ha cercato altre strade acquistando per esempio l'Etf inflation linked. Ho già spiegato come spesso preferisco gli Etf quando si tratta di azioni, ma nel caso di obbligazioni può esser preferibile andar direttamente sul titolo. Non è una regola, dipende da vari fattori. Ma se non si sanno prevedere alcune variabili meglio prender un Btp Italia che si sa che portato a scadenza renderà il 2% più inflazione che rischiare di andar addirittura in perdita. E' quello che è successo a un lettore che pone la domanda agli esperti del Sole Plus, quesito che riporto in quanto utile a altri investitori, mi trovo perfettamente d'accordo con la risposta data dall'esperto del quotidiano economico.

Il 7 settembre 2021 ho comprato invece con lo scopo di salvare il capitale dall’inflazione, 60 quote dell’Etf (Isin LU0290357929) obbligazionario inflation linked globale al prezzo di 260,92 euro. Attualmente è in perdita del 28 per cento. Trovandomi di fronte ad una situazione assolutamente imprevista chiedo un vostro parere sulle prospettive e su come agire.

Non sempre la percezione che si ha del “bene rifugio” oppure di strumenti a basso rischio coincide con la reale esposizione alla volatilità degli investimenti

Il lettore ha investito in un Etf che investe in obbligazioni indicizzate all’inflazione (Xtrackers Global Inflation- Linked Bond Eur hedged). Anche in questo caso l’esposizione alle oscillazioni dei tassi di interesse è davvero rilevante in quanto la durata finanziaria è quasi prossima a nove anni. 

Nonostante l’aggancio all’inflazione anche questi bond soffrono con l’aumento dei tassi. Il rendimento annuo reale è pari al 2,16%, ma al momento dell’investimento da parte del lettore era pari a -1,84%, quindi il movimento è stato drammatico risollevandosi dai minimi storici di sempre. 

La copertura del tasso di cambio ha costituito un’ulteriore zavorra in quanto ha aggiunto una perdita del 5% circa. In questo caso forse nel lungo periodo può anche essere plausibile un recupero ma probabilmente converrebbe optare per un titolo di Stato singolo che scambia molto al di sotto di 100 in modo di essere certi sul valore di recupero. Il lettore si è avventurato su investimenti solo apparentemente semplici ma invece molto complessi anche per addetti ai lavori.

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