Conviene investire in azioni che distribuiscono alti dividendi? Spesso leggo titoli che millantano rendimenti delle azioni del 5 o 6%. Occorre subito dire che questo rendimento non è come la cedola delle obbligazioni. Lo stacco del dividendo comporta infatti il contestuale taglio della quotazione del titolo. Premesso questo, vediamo se è possibile comunque farsi guidare da questo indicatore.
A Piazza Affari il 18 settembre inizia una nuova tornata di stacchi dei dividendi dopo quella tipica primaverile, che ha toccato il suo apice il 22 maggio quando 19 blue chip su 40 del Ftse Mib hanno staccato le cedole con un impatto sull'indice dell'1,3%.
Il prossimo 18 settembre lo farà Eni: la prima rata di 0,24 euro del dividendo 2023 che ammonta complessivamente a 0,94 euro.La società petrolifera, come il gruppo Stmicroelectronics, ha infatti adottato il modello americano, scegliendo di pagare il dividendo in quattro rate trimestrali (a marzo, maggio, settembre e novembre), come tipico delle grandi società internazionali.
Di solito lo stacco avviene in un'unica soluzione tramite una cedola annuale, ma comincia a prendere piede anche il pagamento trimestrale o lo stacco in autunno di un accontosul dividendo relativo all'esercizio in corso (Piaggio il 18 settembre 0,125 euro, nel caso di Intesa Sanpaolo sarà il cda del 3 novembre a deliberarlo), per poi procedere al saldo nella primavera successiva.
Le società italiane che optano per il pagamento di un dividendo frazionato nel corso dell'anno sono tipicamente grossi gruppi, spesso a controllo pubblico, nei settori come utilities o energy tra cui Enel, Eni, Snam e Terna.
La strategia di pagare dividendi in più fasi alla lunga può esser un indicatore di solidità patrimoniale e di sana gestione e tende ad assimilare l'investimento in azioni con quello in obbligazioniche tipicamente pagano cedole periodiche. Senza contare che lo stacco di un dividendo riduce la volatilità di un'azione, a parte ovviamente i giorni immediatamente seguenti lo stacco.
La maggioranza delle società italiane quotate comunque preferiscono decidere la distribuzione di un unico dividendo dell'anno in sede di approvazione del bilancio.
Alcuni investitori puntano alle società in grado di sorprendere con dividendi superiori alle attese oppure con piani di buyback inattesi. Il rendimento del mercato italiano è interessante, complessivamente intorno al 4% ma sale a quasi il 5% per i titoli a maggior capitalizzazione del Ftse Mib.
Quest'anno in particolare sono i titoli del settore finanziario che offriranno rendimenti molto elevati (mediamente superiori al 5-6% anche dopo il pagamento dell'extra tassa sui profitti delle banche) sia attraverso dividendi sia buyback. Anche se il settore che offre maggior costanza sui dividendi, anche nel medio e lungo periodo, rimane quello delle utilities.
In ogni caso nel perseguire questa strategia occorre sempre guardare alle aspettative di medio-lungo periodo per evitare società che cercano di mantenere artificiosamente la quotazione con dividendi che non può sostenere a lungo o che sono il frutto di operazioni straordinarie. Ci sono anche Etf, definiti Aristocrats, che investono sulle azioni con alti dividendi.
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