Ti ricordo che per aver idee più chiare su cosa fare con il mutuo, sia che tu voglia stipularlo che rinegoziarlo, ti può esser utile la guida "Mutuo per la tua casa".
Se il 2022 è stato un anno molto complicato per i mutuatari, il 2023 non sembra da meno. Questo perché la Banca centrale europea ha mantenuto il polso duro alzando i tassi di 50 punti base nel meeting di febbraio, annunciando una pari stretta in quello di marzo. Fra qualche settimana l'indice Euribor 3 mesi, dovrebbe raggiungere la soglia del 3% allineandosi a quella che dovrebbe toccare il tasso sui depositi della Bce dopo il meeting di marzo.
Un mutuo a tasso fisso per 30 anni e che copra il 70% del valore della casa oggi alle migliori condizioni quota tra il 3,5 e il 3,7%; i variabili legati all’Euribor trimestrale sono offerti con spread a partire da 1,10%, cioè, ai valori attuali, da 3,7% in su.
Le richieste di finanziamento si stanno indirizzando in grande maggioranza sui tassi fissi. Una scelta che non piace troppo alle banche, per una semplice ragione: il cliente che prende un mutuo fisso non appena il costo del denaro invertirà la curva cercherà di surrogarlo cambiando banca.
Quanto al variabile c’è giustamente paura di nuovi rincari, perché l’Euribor (il parametro dei variabili) tende ad adeguarsi alle scelte della Bce, e si può dare per scontato che Francoforte decida un nuovo rialzo di 50 centesimi del costo del denaro, per il resto non è possibile fare previsioni anche se rimane alta la probabilità di ulteriori rincari fino a quando l’inflazione non si approssimi al target del 2%.
In attesa del meeting di marzo della BCE c'è molta incertezza su cosa farà poi la Banca Centrale. Per questo i dati sull'inflazione di febbraio e le parole della Lagarde saranno fortemente attenzionate. Il mercato dei future ad oggi ipotizza un picco degli Euribor al 3,4% per fine anno e poi una discesa nel 2024-2025 sotto il 2,5%. Un Euribor al 3% non lo si vedeva da 14 anni e solo lo scorso anno era negativo. I tassi zero con tassi sotto l'1% persino sul fisso sono ormai un lontano ricordo che non tornerà , ma l'incertezza è massima.
Da qualche settimana l’Euribor a 3 mesi è più in alto rispetto all’Eurirs 30 anni (2,37%). Di conseguenza, a parità di spread applicato dalle banche, il variabile ha le carte in tavola per costare in più del fisso in partenza. Ma questo fa supporre che i tassi potrebbero poi calare anche sul breve. Per questo motivo c’è chi inizia a pensare alla scelta, sulla carta più aggressiva e rischiosa, di sposare il tasso variabile. Una scelta che a prima vista è più coraggiosa, ma che dal punto di vista finanziario nel lungo periodo può essere vincente, soprattutto se si guarda ai forward sull’euribor e alla curva dei tassi,
La scelta del variabile presuppone attitudine al rischio e spalle coperte dal punto di vista finanziario. L’opportunità è quella di poter usufruire della discesa dei tassi senza dover fare nulla. Per chi si sta indebitando al limite delle proprie possibilità reddituali la scelta del fisso è obbligata. I mutuatari a tasso variabile devono essere consapevoli della sostenibilità dei mutui che sottoscrivono e quindi ai rischi a cui si espongono se i tassi rimanessero alti più del previsto. Resta appunto l'alternativa più "tranquilla" di partire con il fisso confidando nella surroga o rinegziazione in futuro.
Per maggiori informazioni su scelta dei tassi e del mutuo, leggi la guida "Mutuo per la tua casa"
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