Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca!

15/03/23

Ma veramente vuoi lavorare in banca nel 2023?

lavorare in banca
La banca è stata per decenni vista come una sorta di eldorado per un giovane laureato o diplomato, specie in materie economiche. Posto sicuro, buon stipendio, crescita e ritmi tutto sommato sostenibili. Molte cose sono cambiate nel mondo del lavoro negli ultimi anni, anche e forse soprattutto in banca, visto che era un po' un'eccezzione nel panorama lavorativo non pubblico. Anzi, spesso era associato a un lavoro parastatale (le banche in effetti erano pubbliche o sotto forte controllo pubblico). 

Ci sono stati alcuni cambiamenti positivi, ma in generale credo che l'esito sia negativo, anche se alcuni “privilegi” della categoria rimangono. E’ utile quindi capire se complessivamente valga la pena, specie per un laureato, cercare lavoro in banca. Con tutti i se e i ma del caso perché ovviamente non esiste una risposta univoca e certa. 

Posto fisso e buon stipendio in banca

La banca è sempre stata considerata un lavoro sicuro, il classico “posto fisso”. E anche lautamente pagato, con persino la sedicesima. In realtà i tempi della sedicesima sono passati da oltre 20 anni, quando tali maggiori mensilità (una sorta di premio fisso) furono consolidate nella busta paga. Da allora i bancari prendono 13 mensilità come (quasi) tutti. Certo gli stipendi erano e sono alti, specie per chi ha decenni di impiego sulle spalle. Negli uffici centrali era quasi normale diventare quadri di alto livello (funzionari) anche se non si faceva carriera dirigenziale e non si assumevano responsabilità. 

Ma oggi? Chi entra in banca oggi ha uno stipendio di ingresso molto più “normale” rispetto al passato. Non ci sono grandi differenze rispetto a aziende medio grandi. Ma soprattutto oggi negli istituti finanziari è molto più difficile non solo far la cosiddetta carriera, ma anche banalmente salire di livello. Per chi ha aspirazione di conoscenza, crescita (anche senza una “carriera”) e di un lavoro appagante, la banca oggi non offre quasi nulla. 

Il sistema bancario, un tempo una sorta di “ministero” in cui non vigeva la concorrenza, ha in realtà avuto un periodo di ottime opportunità a inizio secolo. Internet e la liberalizzazione bancaria avevano reso il mercato estremamente competitivo spingendo innovazione e progetti interessanti. In banca era possibile parteciparvi con una visione complessiva, imparando sicuramente molto e con la consapevolezza di far qualcosa di concreto. 

Il lavoro in banca oggi

Paradossalmente il consolidamento del settore di questi ultimi anni ha frenato molto il sistema. Oggi le banche hanno altissimi esuberi di personale tanto che a ogni piano industriale “scaricano” migliaia di dipendenti felici di andare in prepensionamento con anche 5 anni di anticipo. Alla banca insomma conviene pagarli per non far nulla (ovviamente chi li paga è in realtà il cliente, come spiegato più volte sul mio blog). Già il fatto che a questi programmi di prepensionamenti ci siano sempre abbondanza di adesioni fa già capire il clima in banca. Non è questione di fatica per il lavoro, oggi nessuno sente l’appartenenza, anzi si vede come un numero. Rispetto al recente passato, negli uffici centrali la maggioranza dei dipendenti vede un piccolo pezzettino del lavoro, senza possibilità di ampliare la visione e stancandosi ovviamente presto di un’attività ripetitiva e ormai burocratica, fatta (specie ora con il lavoro a distanza) di tante sessioni di video riunioni ogni giorno. 

Chi sta in filiale sta pure peggio. Da una parte i gestori basici che fanno conti e mutui. Oggi in banca non si impara nemmeno più a far il credito, si è semplicemente un ufficio amministrativo che poi passa le carte a un ufficio centrale che fa istruttoria e delibera. Si è insomma semplici passa carte senza una vera professionalità. Poi c’è chi si occupa di investimenti che deve esser più bravo come venditore che come consulente finanziario. Anzi, potrebbe non saperne nulla e limitarsi a far ciò che gli viene richiesto: ripeter a pappagallo la descrizione dell’ultimo prodotto da spingere e vendere. E le pressioni sul budget da raggiungere sono alte per cui hai poco da guardare all'etica.

Molti bancari oggi mostrano poco entusiasmo. Rimane certo un lavoro sicuro, ma credo che un giovane, almeno all’inizio, dovrebbe provare a trovare soddisfazioni nella sua professione o avrà sempre un rimpianto di non averci provato. E in banca è ormai estremamente difficile. No soddisfazioni, no crescita e no pure ad ottenere una professionalità. E gli stipendi non saliranno più come una volta. La maggioranza fa fatica persino ad avere, soprattutto nelle grandi banche come Unicredit o Intesa, una promozione dopo molti anni di lavoro. 

C'è molta retorica su flessibilità, inclusione, green e bla bla bla. Perché oggi le aziende all'esterno devono farsi veder così. Più che greenwashing, qui c'è a tutto spiano un fingere di esser al passo coi tempi. Eppure qualsiasi dipendente bancario ti dirà che oggi è molto peggio di ieri. Contento della flessibilità ma a maggior ragione perché considera il lavoro ormai come un peso. E certo che funziona l’inclusione, tutti sono uguali, nel senso che sono una sorta di numeri soggetti alle decisioni dall’alto. Un bancario con anche solo 15 anni di banca capisce bene ciò che intendo. 

Certo ci sono alcune eccezioni in alcuni ambiti o nelle piccole banche, a volte definite fintech. Sicuramente nelle piccole realtà, a prescindere dall’etichetta tecnologica, ci sono maggiori possibilità di crescita ma soprattutto di avere una visione più ampia di ciò che la banca fa. Ed è più facile trovare, come dice Sinek, il proprio perché, oggi più che mai fondamentale per mantenere una direzione nel medio-lungo periodo. L’adrenalina iniziale passa in fretta così come la motivazione. Ciò che sta succedendo a molti bancari. 

Se sei un giovane in cerca di un lavoro ritengo che sbagli a cercare dopo tanta fatica a studiare un lavoro che ormai equivale a un posto fisso senza grandi prospettive e soddisfazioni. Salvo che trovi la tua nicchia. In generale ti consiglio proprio di chiarirti le idee, a prescindere dalla strada che seguirai (banca o non) leggendo il libro di Sinek "Trova il tuo perché". 

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