Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca!

22/03/21

Perché evitare i certificati in banca e quando acquistarli

certificati in banca
L’inserto Plus del Sole 24 Ore del 6 marzo era dedicato ai certificati (o certificates in inglese), questo fa capire quanto questi strumenti siano oggi diffusi tra i piccoli risparmiatori, pubblico a cui si riferisce il settimanale. Ma per quale motivo? 

Nei vari articoli dello speciale giustamente si fa notare come si tratti di prodotti complessi, di cui deve esser compreso il funzionamento e soprattutto i costi. Manca però alla fine il coraggio di dire la semplice verità: i certificati oggi sono molto diffusi tra i piccoli investitori in quanto sono l’ennesimo prodotto finanziario spinto dalle banche in quanto portano laute commissioni e per di più nascoste. 

Non ha infatti senso sostenere, come si fa nell’articolo principale, che gli investitori con la pandemia hanno preferito i prodotti a capitale protetto. Quella non è tanto o solo la scelta di chi acquista, ma soprattutto di chi vende, che in base alla situazione del mercato capisce su quali caratteristiche è meglio puntare per la vendita. 

I certificates sono prodotti strutturati e complessi che hanno la loro utilità se capiti e inseriti correttamente in un portafoglio finanziario. Ma è ovvio che chi compra certificati al collocamento (cosiddetto mercato primario) il più delle volte non lo fa per scelta autonoma, ma perché consigliato dal solito consulente bancario o promotore finanziario. 

Non a caso oggi sono emissioni molto pubblicizzate, in particolare dalle due principali banche italiane (es. di due emissioni recenti): 

Da oggi 23 febbraio sono quotati direttamente sul mercato SeDeX di Borsa Italiana 32 nuovi certificati Premium Cash Collect emessi da Intesa Sanpaolo tramite la Divisione Imi Corporate & Investment Banking ...

UniCredit Bank ha emesso sul mercato una nuova serie di 16 Bonus Cap Certificate che si aggiungono agli oltre 350 Bonus Certificate già emessi da UniCredit...

E oltre alla classica campagna pubblicitaria sui media, ci sono soprattutto le campagne commerciali in filiale, con i clienti chiamati direttamente per acquistare il prodotto al collocamento. I certificati non sono prodotti per tutti. Sono adatti infatti per un investitore evoluto. Non basta infatti il tanto pubblicizzato Kid, il foglietto informativo dietro cui si parano le banche per dire di aver spiegato i rischi e i costi, mentre di fatto questo documento viene consegnato insieme a tutta la documentazione e quasi mai letto, figurarsi capito, dal cliente. Ovviamente le colpe sono anche di chi acquista che ancora una volta, nonostante i numerosi precedenti, si fida ciecamente del bancario o promotore di turno. 

Il problema a monte è il solito conflitto di interesse del sistema bancario nei confronti dei clienti investitori. Le banche distribuiscono questi prodotti e possono essere tentati a collocarli perché in emissione garantiscono l’incasso immediato di commissioni nell’ordine del 3-4%. Commissioni che non sono così evidenti perché implicite nel prezzo. Che significa? Che acquisti un prodotto a 100 che vale 96 (ma per saperlo dovresti aver conoscenze di finanza), infatti se andasse sul mercato subito, questo sarebbe il suo prezzo. 

A evidenziare il chiaro conflitto di interesse è il fatto che nessuna banca fa comprare certificati sul mercato secondario, vale a dire dopo il collocamento. In questo caso infatti percebirebbe solo la commissione di negoziazione, analoga a quella di acquisto vendita di azioni o obbligazioni in Borsa. 

Dove imparare a investire sui certificates 

Ho detto che i certificati presentano anche una loro utilità. Possono infatti esser inseriti in un portafoglio finanziario per ridurre i rischi complessivi o come copertura. Un’altra classica e utile motivazione di acquisto è la possibilità di compensare minusvalenze in scadenza. Ma non ha mai senso acquistarli in fase di collocamento in banca (perché pagare 100 quando pochi giorni dopo, se il sottostante non cambia, posso acquistare a 96/97?), meglio quando sono già in negoziazione in modo tale da non pagare le commissioni. Conviene quindi, sempre, acquistare in autonomia e sul mercato secondario. 

Il massimo esperto di questi strumenti in Italia è sicuramente Giovanni Borsi, di cui ti consiglio il libro "I certificati di investimento".  In alternativa, o anche entrambi, un libro appena uscito Savioli e Larese Filon: Certificati di Investimento: Manuale pratico per consulenti finanziari ed investitori

3 commenti:

  1. Leggo "i prodotti a capitale prodotto", forse è "capitale protetto"?

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  2. complessivamente è vero quanto viene affermato nell'articolo ( il prezzo di collocamento, solitamente 100 o 1000 include una comm.ne). tuttavia è anche vero che qualora i sottostanti del certificato dovessero salire rispetto allo strike, al momento della quotazione il prezzo del certificato verrebbe scambiato ad un prezzo superiore a quello di collocamento.

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