Banca del Rispamio

Utili consigli per risparmiare in banca!

24/02/14

Aumento tasse rendite finanziarie – ma sono davvero basse?

tasse rendite finanziarieLe tasse sui risparmi e sugli investimenti finanziari degli italiani sono aumentate notevolmente negli ultimi due anni, come sanno bene i lettori di questo blog, più volte informati sulle novità degli ultimi anni: aumento ritenute fiscali, introduzione e aumento bollo sulle attività finanziarie (a tal proposito ti ricordo che puoi ancora scaricare gratuitamente la Guida al Bollo).

Un’analisi del Sole 24 Ore ha stimato un aumento pari al 169% dal 2011 al 2013.

Tra le principali novità in tema di tassazione ricordo:

  • l’aumento delle ritenute fiscali sui proventi degli investimenti (interessi, dividendi, capital gain etc.) dal 12,5% al 20%, esclusi i titoli di Stato e i buoni postali.
  • l’introduzione di un bollo percentuale sul controvalore dell’attività finanziarie. L’imposta di bollo, introdotta nel 2012 con aliquota dello 0,1% e minimo a 34,2, è aumentata nel 2013 allo 0,15% per passare dal 2014 allo 0,2% senza minimo
  • l’introduzione della Tobin Tax che per ora colpisce chi acquista le azioni (e derivati) delle società a maggiore capitalizzazione quotate alla Borsa di Milano.
Il totale delle imposte sui risparmi è arrivato a quasi 13 miliardi nei primi otto mesi del 2013 contro i 5 scarsi del 2011. Occorre comunque evidenziare come una parte dell’aumento sia anche dovuto al buon andamento dei rendimenti sugli investimenti di questi ultimi due anni (ma altrettanto occorre sottolineare come questi siano anche il frutto dei rendimenti scarsi o negativi del precedente biennio).

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La demagogia delle rendite finanziarie

Spesso (e anche recentemente) in ambito politico, e non solo, si giustifica questo aumento delle tasse come equo e dovuto. Già l’utilizzo del termine “rendite finanziarie” sembra voler sottolineare qualcosa di negativo, un’entrata parassitaria e non meritoria di essere tutelata.

Sono discorsi da medioevo, che richiamano la cultura religiosa e popolare di allora che vedeva l’interesse sul capitale come il frutto del demonio. Per fortuna oggi la maggioranza delle persone è consapevole che l’interesse non è altro che il costo del servizio del prestito del denaro, costo che comprende il rischio di perdita (rischio di non restituzione) e la copertura dall’aumento dei prezzi.
Se presto 10.000 euro ad una persona senza interessi, tra uno o due anni, quando riceverò indietro quei soldi, avrò in termini reali (a causa dell'inflazione) meno di 10.000 euro. Inoltre potrei anche non ricevere, in tutto o in parte, il capitale prestato. Ovvio quindi che chieda un prezzo, prezzo che è definito dall’interesse.

Di fronte a chi fa discorsi demagogici sulle rendite finanziare occorre quindi anzitutto ricordare come in genere queste presunte rendite siano la salvaguardia del potere di acquisto di risparmi su redditi già tassati all’origine.


La tassazione sugli interessi finanziari è bassa?

Si vuol far poi passare il concetto che la tassazione sugli investimenti sia bassa, sia se confrontata con quella degli altri paesi europei, sia con la tassazione sui redditi da lavoro.

Per quanto riguarda i redditi da lavoro è evidente che il problema va letto al contrario: è la tassazione sul lavoro ad essere elevata. E il motivo sono decenni di sprechi, assistenzialismo e spesa pubblica senza freni (e ancora oggi, dopo 3 commissari pagati per questo, non si è fatto un taglio di spesa che è uno), non certo le tasse sugli altri redditi.
Insomma: il paragone non regge!

E il confronto con gli altri paesi? Per quanto riguarda la tassazione sui redditi da investimenti, quando si fanno questi confronti, si fa riferimento alla sola aliquota del 20%. Peccato che la tassazione in Italia non si esaurisca qui.

Anzitutto gli italiani pagano una minipatrimoniale (l’imposta di bollo) ogni anno pari allo 0,2% del capitale investito (quindi si paga anche se si è in perdita). Oltre alla Tobin Tax per l’acquisto di alcune azioni.

E la situazione è aggravata dall’ennesimo sistema burocratico e complesso che solo in Italia sappiamo (sanno) inventare. All’estero tutti i guadagni e le perdite sugli investimenti fanno cumulo, e sul guadagno netto si paga l’imposta dovuta.

In Italia si possono compensare le perdite (minusvalenze) ma solo entro 4 anni e a certe condizioni. Non puoi recuperarle se sono su un'altra banca (salvo giri o dichiarazioni complicate), se sono scaturite da investimenti nel risparmio gestito (fondi di investimento, ETF), se il titolo è fallito (e  il titolo, vedi Argentina o Cirio, continuerà a comparire nel dossier titoli maturando l’imposta di bollo). Quindi si paga sui guadagni semilordi, perché non si possono compensare tutte le perdite (come invece avviene negli altri paesi europei).

Ma non è finita. Il nostro legislatore si è inventato la differenza fra redditi di capitale e redditi diversi. Tra questi ultimi rientrano cedole interessi e dividendi che non si possono compensare con le perdite sul capitale. Risultato: pago l’imposta perché ho ricevuto 100 euro di interessi o dividendo anche se sto perdendo 1.000 sul titolo.

La tassazione effettiva sulle “rendite finanziarie” è quindi mediamente ben superiore al 20%.


Il peso delle tasse con i rendimenti ai minimi

Le cosiddette rendite finanziarie sono già oggi colpite pesantemente da tasse e costi. E lo saranno ancora di più in futuro se i rendimenti non si alzeranno e rimarranno agli attuali valori.

Prendiamo il caso di chi voglia investire oggi 20.000 euro su un’obbligazione a 3 anni che rende l’1,25% lordo (questi sono gli attuali rendimenti di mercato). Togliamo la ritenuta fiscale del 20% e rimane l’1% netto. Sottraiamo anche il bollo e siamo allo 0,8%. Sono 50 euro di ritenuta fiscale e 40 di bollo su una cedola di 250, vale a dire il 36% di imposte. Senza considerare che potrei avere migliaia di euro di minusvalenze pregresse, non compensabili con la cedola interessi.

Su un investimento di questo tipo quindi l’italiano può attendersi una fantastica rendita finanziaria dello 0,8%, praticamente l’inflazione odierna (ma probabilmente inferiore all'inflazione dei prossimi 3 anni, ossia la durata dell'investimento). E non sto considerando i costi bancari!
Certo l’investitore potrebbe, per avere rendimenti superiori, assumersi qualche rischio in più allungando le durate o passando al mercato azionario. Con il rischio di perdite poi spesso non compensabili.

Viceversa però, come dimostra l'esempio, se non rischia è destinato quasi sicuramente a vedere il suo potere di acquisto eroso dall’inflazione! Nonostante le lucrose (per qualcuno) rendite finanziarie, l’investitore tra 3 anni sarà più povero di oggi! Ma grazie al senso di equità dei nostri politici, avrà pagato le sue tasse su questi “sporchi guadagni”.

Una vera riforma

Prima di parlare di nuove tasse si dovrebbe finalmente intervenire sulla spesa e sui numerosi sprechi che colpiscono il nostro paese a tutti i livelli.
Poi, se si vuole parlare onestamente e efficacemente di tassazione sui redditi da attività finanziarie, sarà prima indispensabile revisionare e semplificare tutto il sistema.

E’ così complicato dire: si paga l’X per cento sui guadagni netti da investimenti? E con guadagni netti intendere che posso compensare facilmente tutte le perdite su qualsiasi attività finanziaria? Basta bollo e basta complicazioni. Se guadagno 1.000 euro da una parte e perdo 200 dall’altra, pagherò la mia imposta sul mio effettivo guadagno di 800. Se un anno sono in perdita, potrò portarla in compensazione nei successivi, senza limiti.


Questa è equità oltre che semplicità, due parole sconosciute ai nostri politici! E evidentemente a qualcuno fa comodo un sistema inutilmente arzigolato, per poi lanciare l’anatema dell'ingiustizia delle basse imposte sulle rendite finanziarie.

Da notare che ultimamente questi fenomeni che consigliano l’aumento sono pure dotati di una bella faccia tosta. Uno è un noto imprenditore (sarebbe meglio dire finanziere) italiano con residenza in Svizzera. L’altro un gestore di fondi speculativi con basi a Londra, Irlanda e Isole Cayman. Entrambi quindi parlano di aumentare le tasse agli italiani, ma si sono guardati bene dal mantenere la loro residenza fiscale in Italia.

Per non parlare di quell’altro fenomeno che butta lì l’esempio della pensionata con 100.000 euro in banca  (i risparmi di una vita) che non muore se le tolgono 30 euro (magari fossero solo 30 euro!).  Perché non dice invece che anche lui, che prende 15 mila euro al mese, più indennità varie più rimborsi spese più redditi dal suo lavoro (che spesso continua ad esercitare), non muore se gli togliamo 10.000 euro al mese?! Queste sono le prime vere rendite da toccare!

Non lasciamoci ingannare da questi politici che cercano di dividerci e aumentare le tasse ulteriormente lasciando trasparire un fine giusto ("aumentiamo le tasse sugli investimenti per ridurre quelle sul lavoro"). Le tasse sono giuste se sono a livelli accettabili (per tutti, inclusi i ricchi se pagano il dovuto) e se sono destinate a pagare servizi pubblici efficienti. Al momento nessuna di queste due condizioni sussiste!
Ci hanno già fregato la pensione, i risparmi e il lavoro con il trucco dell'emergenza, del non possiamo più permetterci certi privilegi (ma non i loro), del "questi soldi servono per il terremoto, gli esodati, i cassaintegrati ... ed ora il lavoro" etc. Mettiamo in ordine le priorità: prima i tagli poi la riforma fiscale che deve portare ad una maggiore semplificazione e equità!

12 commenti:

  1. FINALMENTE UN PO' DI SANA SINCERITA' IN QUESTO BLOG.

    caro Luca, quando si è convinti e si è certi di ciò che si pensa, non bisogna temere di affermarlo!

    In un tuo precedente post ad un mio intervento al link: http://banca-del-risparmio.blogspot.it/2014/02/investire-in-azioni-nel-2014mercati-e.html#comment-form

    affermavi che:
    08 febbraio 2014 16:22
    Luca di Banca del Risparmio ha detto...

    non posso che quotare Desiré.
    Anonimo, ti invito (oltre che magari a mettere un tuo nickname) a non ragionare con l'ideologia politica quando si tratta di soldi. Come detto da Desiré, e anche evidenziato nell'articolo, l'Italia è un piccolo puntino nei mercati finanziari. Ci sono tante alternative!


    Bene, finalmente invece ti stai rendendo conto che la prima responsabile dell'andamento economico di un paese, è la Sua politica, fatta da persone incompetenti e che continuano solamente a fare i propri interessi e non quelli del paese e dei suoi contribuenti.

    politica ed economia sono direttamente proporzionate e la matematica non è una cosa astratta!

    il bollo allo 0,2% è una patrimoniale bella e buona.
    E adesso Renzi, per continuare a mantenere il tenore di vita dei privilegiati della casta, aumenterà ulteriormente la tassazione sui risparmi degli italiani (anche se a chiacchiere vuole far credere il contrario).

    A questo punto, come ribadito in altri miei interventi, non posso che ribadire il mio pensiero, e cioè che mai come in questo periodo, la cosa migliore è non investire nemmeno 1 centesimo in banche , bancarelle e poste.
    Tutti i prodotti dai bot ai btp, agli etf, dai fondi pensione fino ad azioni e conti deposito, sono specchietti per allodole, per l'ignaro risparmiatore, sono fonte di haimè esauribile di ricchezza per questi politici che da 20 anni ci stanno dissanguando, perchè loro hanno tutto il vantaggio di privarci delle nostre "ricchezza" per arricchirsi sulla nostra pelle!

    pertanto, fino a quando lo stato non tutelerà i suoi cittadini, i suoi risparmiatori, con politiche produttive e che comportino benefici al risparmiatore, e non come ora PERDITE, il mio consiglio è quello di non investire in Italia, e se si ha qualche euro da parte, tenerselo stretto nelle proprie mani.

    La politica deve comprendere che i risparmiatori, hanno bisogno di sicurezza da parte dello stato, non di timori e paure come ora, di svegliarsi la mattina con i propri capitali sempre più rosicchiati dal politicante di turno che si atteggia a profondo rinnovatore ( enon faccio nomi perchè si capisce benissimo a chi mi riferisco).

    Buona giornata a tutti e fatevi furbi, non investite manco un centesimo in queste banche e nei prodotti italiani, fino a quando questa classe dirigente non si renderà conto di quanto stia sbagliando nei confronti dei cittadini!

    By Mister X

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  2. ciao Mister X. Nessun cambiamento, sono sempre stato critico verso banche e politica. Ma non ragiono in base a convinzioni politiche che ripeto, non vanno mai prese a riferimento in fatto di investimenti.

    Poi ovvio che la politica conti. Per questo in quell'articolo ribadivo di non investire (come fanno molti) tutto su titoli italiani, essendo il nostro paese poco rispetto alle opportunità globali.

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  3. Condivido in pieno il tuo articolo da cima a fondo e siamo tutti stufi di pagare una marea di tasse sui nostri sudati risparmi.

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  4. HAI PERFETTAMENTE RAGIONE,QUESTI CI STANNO SPOLPANDO VIVI.

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  5. Purtroppo le tasse e le politiche vengono decise dalla Commissione Europea. Il presidente del consiglio puo' essere anche SBIRULINO.
    chiaramente gli uomini chiave (Ministro dell'economia) etc. sono servi della commissione Europea e del Fondo Monetario. Ricordiamoci di Votare perlomeno M5S alle Europee, per cercare almeno di rompere l'incantesimo!

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  6. pienamente d'accordo con il il 1° e il 5° commento.

    La classe dirigente attuale e quella degli anni passati, ha saputo solo estorcere denaro già ampiamente tassato sui risparmi degli italiani.

    Si ricorda al ns premier e al ministro del tesoro, che i redditi da lavoro sono già ampiamente tassati e che i risparmi sudati dei cittadini andrebbero preservati, incentivati e tutelati e non come ora stuprati e violentati quotidianamente dalle banche e dai poteri forti.

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  7. Caro Luca con questo articolo hai centrato il problema. Invece di aumentare le rendite finanziarie dei nostri sudati risparmi i nostri politici dovrebbero diminuire i loro privilegi<che sono tanti) magari far pagare qualcosa alle banche, invece di foraggiarle

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  8. E pensare che se invece di distruggere i risparmi degli italiani, si incentivassero a risparmiare con politiche allettanti e remunerative, aumenterebbero anche gli introiti per il governo e per le imprese.

    Invece con l'austerity, si ottiene solo una cosa, impoverimento del paese e fuga di capitali.

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  9. Solo tecniche per accontentare il popolino e fargli credere che i soldi si prenderanno dai ricchi e non dai poveri, senza fargli capire che i soldi li cacceranno tutti. Io investo in borsa e mi sono rotto di pagare tasse, bolli e balzelli vari, i soldi che investo nascono dal lavoro e dal sacrificio, già ultra tassati, e distruggere chi come me fa muovere due soldi è far morire il paese. Se aumenteranno troppo le ritenute non comprerò più azioni, il possibile guadagno non vale il rischio che si corre!! nessuno dice che chi ha azioni in borsa, è si fortunato perché ha dei soldi da parte, ma corre il rischio di trovarsi quattro a spicci a seguito di crolli in borsa per qualsiasi evento catastrofico accada (tipo torri gemelle del 2001). si parla solo di stronzate in parlamento e i soldi nostri non sono stronzate!!

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  10. NON E' SOLO FREGATURA E' SOPRATTUTTO SOPRUSO E UMILIAZIONE!!!
    Sì, umiliazione, mi sento mortificato dall'arroganza della pretesa in base alla quale viene applicata l'imposta di bollo del 02% sul patrimonio. Posso accettare il principio di venire tassato, troppo o poco che si voglia, sugli utili (guadagno denaro e una parte la verso in tasse) ma qualcuno mi può spiegare secondo quale principio devo pagare un'imposta sul capitale investito, solo per il fatto di possederlo, visto che presumibilmente è stato in quache modo accumulato (di solito lavorando) pagando già fior di tasse? In pratica un gruzzolo paga le tasse 2 volte, la prima quando viene raccolto e la seconda quando lo si possiede. Se non è sopruso questo ... tanto per usare un eufemismo!

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  11. so d'accordo su tutto quanto , ma visto che sono certo che le cose andranno solo a peggiorare, cosa fare poer difendersi ? se lasci i soldi incontati sul cc paghi comunque una mini patrrimoniale

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  12. Approvo pienamente questo articolo.
    Firmato un TARTASSATO RITASSATO

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