La liquidità è rappresentata da capitali prontamente disponibili (tipico il conto corrente) o con scadenze brevi (es. Bot o conto deposito vincolato).
In genere si mantiene liquidità per far fronte alle spese ordinarie e agli imprevisti, ma può essere anche una scelta di investimento. Scelta di investimento determinata da:
Negli ultimi due anni è notevolmente aumentata la quota di risparmio degli italiani allocata sul conto corrente. La crisi e l’incertezza finanziaria degli ultimi anni hanno portato infatti molti risparmiatori a rimandare le decisioni optando per la liquidità.
Non sempre però questo rinvio è stata opportuno. Gli investimenti liquidi offrono infatti una remunerazione bassa e a volte, come nel caso dei conti correnti, praticamente nulla. Rimanendo liquidi si evitano rischi ma non si tiene in considerazione la perdita del potere di acquisto determinato dall’inflazione. Vero che oggi l’inflazione è ai minimi (+0,7%) ma occorre sempre tenerne conto.
I conti deposito invece sono da anni un'ottima alternativa per i risparmiatori italiani, in quanto offrono rendimenti spesso generosi se confrontati con le alternative.
I Bot invece risentono della situazione di mercato. In questo momento di tassi ai minimi, il Bot annuale offre un magro 0,7% lordo. E a questo bisogna dedurre le commissioni per l’acquisto in asta, in genere lo 0,3%, la ritenuta fiscale sugli interessi (12,5%) e pure il bollo. Chiaro che in questo momento non sia, per il piccolo risparmiatore, un investimento da prendere in considerazione.
Il fondo liquidità è un’alternativa spesso proposta dalle banche di fronte a clienti che si mostrano titubanti e chiedono un investimento sicuro e a breve termine. Ma questi strumenti non sono mai efficienti, e in un periodo di tassi bassi come l’attuale ancora meno. I rendimenti attesi infatti non possono che essere bassi, e a questi bisogna sottrarre il costo di gestione del fondo. Inoltre, in caso di rialzo dei tassi, sussiste anche il rischio di una piccola perdita in conto capitale.
Gli Etf monetari sono simili, ma essendo a gestione passiva (replicano semplicemente l’andamento di un mercato o indice) hanno costi di gestione più bassi rispetto ai fondi (ma si paga una commissione di negoziazione all’acquisto e alla vendita). Valgono poi tutti i limiti dei fondi.
Occorre però allo stesso modo evitare di lasciare a lungo bloccati i soldi su un conto corrente non remunerato. Allo stesso tempo meglio evitare le forme di risparmio gestito a breve (fondi e ETF) in quanto poco efficienti. Abbiamo poi visto come i Bot non rappresentano al momento una valida alternativa.
Rimangono i soliti conti deposito che concorrono ora anche con le obbligazioni di medio periodo. Si pensi che un Btp a 4 anni rende circa il 2% netto, poco più del sicuro e noto Conto Arancio (vincolo a 12 mesi, tasso 2,40%).
In genere si mantiene liquidità per far fronte alle spese ordinarie e agli imprevisti, ma può essere anche una scelta di investimento. Scelta di investimento determinata da:
- obiettivi di breve termine: per es. devo acquistare casa o l’auto nuova tra un anno, per cui decido di non impegnarmi sul lungo termine
- incertezza sul futuro per cui per la paura di rischiare si preferisce rimanere liquidi.
Negli ultimi due anni è notevolmente aumentata la quota di risparmio degli italiani allocata sul conto corrente. La crisi e l’incertezza finanziaria degli ultimi anni hanno portato infatti molti risparmiatori a rimandare le decisioni optando per la liquidità.
Non sempre però questo rinvio è stata opportuno. Gli investimenti liquidi offrono infatti una remunerazione bassa e a volte, come nel caso dei conti correnti, praticamente nulla. Rimanendo liquidi si evitano rischi ma non si tiene in considerazione la perdita del potere di acquisto determinato dall’inflazione. Vero che oggi l’inflazione è ai minimi (+0,7%) ma occorre sempre tenerne conto.
Quali investimenti a breve termine?
Gli investimenti a breve termine più tipici sono:- conti correnti
- conti deposito liberi o vincolati
- titoli con scadenza massima di 12 mesi come i Bot
- fondi e Etf monetari
I conti deposito invece sono da anni un'ottima alternativa per i risparmiatori italiani, in quanto offrono rendimenti spesso generosi se confrontati con le alternative.
I Bot invece risentono della situazione di mercato. In questo momento di tassi ai minimi, il Bot annuale offre un magro 0,7% lordo. E a questo bisogna dedurre le commissioni per l’acquisto in asta, in genere lo 0,3%, la ritenuta fiscale sugli interessi (12,5%) e pure il bollo. Chiaro che in questo momento non sia, per il piccolo risparmiatore, un investimento da prendere in considerazione.
Il fondo liquidità è un’alternativa spesso proposta dalle banche di fronte a clienti che si mostrano titubanti e chiedono un investimento sicuro e a breve termine. Ma questi strumenti non sono mai efficienti, e in un periodo di tassi bassi come l’attuale ancora meno. I rendimenti attesi infatti non possono che essere bassi, e a questi bisogna sottrarre il costo di gestione del fondo. Inoltre, in caso di rialzo dei tassi, sussiste anche il rischio di una piccola perdita in conto capitale.
Gli Etf monetari sono simili, ma essendo a gestione passiva (replicano semplicemente l’andamento di un mercato o indice) hanno costi di gestione più bassi rispetto ai fondi (ma si paga una commissione di negoziazione all’acquisto e alla vendita). Valgono poi tutti i limiti dei fondi.
Come investire?
Quando si fanno le cosiddette asset allocation (ripartizioni del portafoglio finanziario) spesso si trascura la liquidità. In realtà tutti i portafogli dovrebbero prevedere una componente liquida, non solo per far fronte a spese e imprevisti, ma anche per attendere l’occasione giusta per fare un investimento a medio-lungo termine.Occorre però allo stesso modo evitare di lasciare a lungo bloccati i soldi su un conto corrente non remunerato. Allo stesso tempo meglio evitare le forme di risparmio gestito a breve (fondi e ETF) in quanto poco efficienti. Abbiamo poi visto come i Bot non rappresentano al momento una valida alternativa.
Rimangono i soliti conti deposito che concorrono ora anche con le obbligazioni di medio periodo. Si pensi che un Btp a 4 anni rende circa il 2% netto, poco più del sicuro e noto Conto Arancio (vincolo a 12 mesi, tasso 2,40%).
QUINDI UN INVESTIMENTO IN UN C/DEP. VINCOLATO CON RENDIMENTO AL 3.50% LORDO PER 18 MESI DI VINCOLO E' UN OTTIMO INVESTIMENTO,SE MI PAGANO ANCHE IL BOLLO DI LEGGE? GRAZIE PER LA RISPOSTA.
RispondiEliminaPure io sono riuscita a vincolare come il nostro amico Anonimo, e quella è stata una ottima occasione. Chiss@ quando si ripresenterà un altra volta.
RispondiEliminaE' come dice Luca,,, ora tolto conto arancio,..ti devi spostare su un btp a 10 anni, per avere un rendimento....ma sono 10 anni!
Scadenze intermedie!?
Grazie, ciao
Se porti nuova liquidita in Webank, il 3% per le somme vincolate per 12 mesi; io ne approfitto. Nicola B.
RispondiEliminaAnche i conti di deposito ormai hanno rendimenti bassi, in proporzione al rischio: solitamente si tratta di banche piccole non molto sicure (Banca Marche, Compass, Banca Ifis, lo stesso Conto Arancio è proposto da ING Italia, che non è esattamente ING). Poi con il fatto del vincolo non ci si mette al riparo da impennate dei tassi, aumenti che farebbero scendere il rendimento reale dei conti di deposito. Inoltre il fondo di tutela tanto sbandierato non si è mai visto in azione. Insomma, io non mi fido neanche dei conti di deposito. Preferisco obbligazioni a breve termine con cui eventualmente fare trading. Occorre però che i prezzi scendano, ora sono un po' alti. Anche i certificate cominciano a farsi interessanti (quelli più difensivi, con protezione del capitale).
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