Il 2013 è stato un buon anno per gli investitori italiani visto l’andamento positivo sia delle Borse sia delle obbligazioni, in particolare quelle italiane a partire dai Btp. E’ quindi probabile che molti risparmiatori abbiano ora in portafogli alcuni titoli acquistati di recente che presentano guadagni in conto capitale (plusvalenze).
Gli anni passati non sono stati così generosi. E’ altrettanto probabile quindi che molti investitori italiani abbiano maturato negli ultimi anni le cosiddette minusvalenze, la differenza negativa fra il valore di acquisto e di vendita di un titolo. Il Fisco consente di compensare queste minusvalenze con future plusvalenze, ma ponendo un termine: entro i 4 anni successivi. Il 31 dicembre 2013 quindi scade il periodo per compensare eventuali minusvalenze conseguite nel 2009.
Verifica quindi se hai minusvalenze in scadenza. In genere la banca manda, solitamente con cadenza semestrale, un prospetto dello scadenziario in cui sono indicate anche le eventuali minusvalenze conseguite anno per anno. Puoi verificare questi dati anche online. Nel caso non trovi questa informazione, chiedi direttamente allo sportello bancario o postale.
Cosa fare se hai minusvalenze?
Se hai minusvalenze conseguite nel 2009 e ora hai in portafoglio titoli in guadagno, puoi valutare la vendita di questi titoli per poi nel caso riacquistarli. In questo modo potrai compensare, in tutto o in parte, la plusvalenza conseguita dalla vendita con le minusvalenze pregresse. E non pagherai, in tutto o in parte, il capital gain del 20% (o 12,5%) sui guadagni.Devi farti due calcoli se l’operazione conviene considerando l’entità delle minusvalenze, le commissioni di negoziazione e il guadagno fiscale conseguibile. In genere, salvo valori esigui di perdite o guadagni, l’operazione conviene.
Ricorda che passata la scadenza, la minusvalenza sarà persa per sempre. E soprattutto fai attenzione che fa fede la data di regolamento (2 o 3 giorni lavorativi successivi all’esecuzione dell’ordine) e non la data dell’operazione. Non attendere quindi gli ultimi giorni del mese per vendere perché il regolamento potrebbe essere fatto nel 2014 vanificando quindi tutto.
Tieni poi presente che il capital gain (plusvalenza) si calcola come differenza tra il prezzo di vendita al netto delle commissioni bancarie di vendita, e il prezzo d'acquisto maggiorato delle commissioni bancarie d'acquisto.
Se sei in regime amministrato (quello più frequente, in cui demandi all’intermediario tutte le incombenze), sarà la tua banca (o le Poste o la Sim) ad effettuare tutti i calcoli per la compensazione. Altrimenti dovrai provvedere tu nella Dichiarazione dei Redditi.
Quali plusvalenze puoi compensare?
Purtroppo il nostro sistema fiscale è notevolmente e inutilmente complicato. Mentre ovunque è tranquillamente possibile compensare guadagni e perdite finanziarie, da noi ci sono vari particolari ed eccezioni da tenere in considerazione.Anzitutto puoi compensare le minusvalenze con i guadagni conseguiti su azioni, obbligazioni, Etc e certificates e altri derivati. Per guadagni intendo la differenza positiva fra il valore di vendita e il valore di acquisto (il concetto però non vale per le obbligazioni senza cedola, come Bot o Ctz, che non sono compensabili). Non si possono compensare le cedole delle obbligazioni (inclusi i ratei interessi conseguiti al momento della vendita) o i dividendi delle azioni, che sono reddito da capitale che viene immediatamente tassato con la ritenuta fiscale.
I guadagni sui fondi di investimento non sono compensabili. Una situazione paradossale in quanto le perdite sui fondi generano minusvalenze, ma non sono eventualmente compensabili con i guadagni sullo stesso strumento finanziario. Eventuali minusvalenze su fondi di investimento (o Sicav) dovranno essere quindi compensati con i guadagni negli investimenti di cui sopra (azioni, obbligazioni etc.).
Ancora più complessa la logica degli Etf. I guadagni su un Etf si possono compensare solo in parte con le minusvalenze accumulate. Ai fini fiscali infatti, per gli Etf bisogna considerare due elementi. Il primo è il cosiddetto delta Nav: la differenza tra Nav (valore della quota del fondo) di vendita e Nav di acquisto. Il delta Nav è reddito da capitale: non è compensabile con la minusvalenza ed è subito tassato. La seconda componente è data dalla differenza tra il prezzo di vendita e quello d'acquisto dell'Etf (essendo quotati in Borsa i prezzi possono essere diversi dal Nav) meno il delta Nav. Questa componente è fiscalmente un reddito diverso, quindi può essere compensata, se positiva, con minusvalenze pregresse. Solitamente però questa componente è molto ridotta.
Cosa fare
L’argomento plusvalenze-minusvalenze è complicato, tornerò quindi sull’argomento in futuro. Per ora ricorda prima di fine anno (senza rimandare all’ultimo giorno, che come visto sarebbe ormai tardi) di:- controllare se hai minusvalenze conseguite nel 2009
- verificare se hai in portafoglio titoli compensabili (azioni, obbligazioni etc.) in guadagno che possono essere compensati con le minusvalenze. In caso positivo, fai due calcoli per valutare se il vantaggio fiscale conseguibile supera l’onere delle commissioni di negoziazione per la vendita (e il riacquisto successivo) del/dei titolo/i in utile.
ps. ovviamente questa verifica andrebbe effettuata ogni fine anno, verificando le minusvalenze in scadenza.
Luca dice:
RispondiElimina:"Verifica quindi se hai minusvalenze in scadenza. In genere la banca manda, solitamente con cadenza semestrale, un prospetto dello scadenzario in cui sono indicate anche le eventuali minusvalenze conseguite anno per anno".
(Verificate, personalmente, a me non hanno mai mandato nessun avviso di minus in giacenza.)
Ciao
ma non ho capito se ho delle minus valenze da recuperare e vendo delle azioni che hanno guadagnato viene fatto tutto in automatico o devo fare il 730 x recuperarle
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