Sul Sole 24 Ore di domenica a pagina 2 è stato pubblicato un articolo con il titolo “Le dieci azioni di Piazza Affari che battono la crisi”. Stranamente sulla versione online del giornale finanziario il titolo è stato inizialmente cambiato in “Le 10 azioni che battoni i conti deposito” per poi ritornare alla versione originale.
Il nuovo titolo attirava sicuramente più attenzione ma allo stesso tempo forzava la mano paragonando i conti deposito alle azioni.
Soprattutto la stampa non specializzata (tipico il Corriere Economia o Affari e Finanza della Repubblica) pubblicano titoli tipo “Le azioni XXX rendono il 6%”. Un calcolo approssimativo che si basa solo sul rapporto fra dividendo e prezzo dell’azione. Peccato che ci si dimentichi di ricordare che il prezzo delle azioni è volatile e soprattutto che dopo lo stacco del dividendo il prezzo dell’azione viene corretto per un importo pari al valore del dividendo stesso (non è quindi paragonabile ad una cedola obbligazionaria che viene pagata senza influenzare il valore del titolo).
Lo stesso articolo del Sole ricorda come oggi molti titoli con un rendimento (dividend yield) potenziale alto abbiano avuto un forte deprezzamento nell’ultimo anno. E’ il caso di Enel che offre un 9% potenziale ma ha perso oltre il 40% del valore nell’ultimo anno (vedi l’immagine iniziale).
Bisogna però saper selezionare i titoli, il solo rapporto dividendo/prezzo non dà alcuna garanzia di successo. Occorre quindi analizzare le società e i loro bilanci e saper riconoscere quelle solide che possono garantire flussi operativi di cassa stabili ed elevati.
Inoltre occorre costantemente seguire l’andamento economico di queste società. Enel per esempio era fra i titoli preferiti per questa strategia in quanto da anni offriva cedole pari al 5-6% del valore dell’azione. Ma è bastato un anno di recessione nei suoi mercati principali (Italia e Spagna) per far perdere al titolo tutte le cedole distribuite negli ultimi anni.
La selezione dei titoli azionari non è semplice e richiede un monitoraggio costante che non tutti possono permettersi. Per questo chi vuole approcciare il mercato azionario è meglio che lo faccia tramite un ETF azionario europero (investire solo su azioni italiane è un errore) e successivamente sottscrivendo anche ETF sui mercati USA ed emergenti.
Per l’investitore prudente però ora potrebbe essere prematuro investire troppo sulle azioni, in questo momento è preferibile rimanere sul breve periodo anche se i tassi sono in calo. Alcuni conti deposito come Conto Arancio e Che Banca hanno ridotto i tassi di interesse (3,5% a 12 mesi) ma rimangono comunque ancora più alti rispetto a BOT e buoni postali. In questo periodo consiglio You Banking del Banco Popolare di Verona che non ha ancora abbassato i tassi (4,25% a 12 mesi) e consente di operare anche tramite filiale.
Il nuovo titolo attirava sicuramente più attenzione ma allo stesso tempo forzava la mano paragonando i conti deposito alle azioni.
Azioni con alti dividendi
Le azioni in questione sono quelle che offrono alti rendimenti. Ma come ricordato anche nell’articolo del Sole 24 Ore, il confronto è fuorviante:Il confronto, in questi casi, potrebbe però essere fuorviante e condurre facilmente all'errore il risparmiatore che si lascia ammaliare dalle cedole: da una parte abbiamo infatti un prodotto, il conto deposito, che garantisce un introito relativamente sicuro (attorno al 4,25% annuo lordo, a meno che non si debbano svincolare in anticipo le somme consegnate alla banca); dall'altra uno strumento, l'azione, il cui rendimento complessivo è probabilmente quanto di più aleatorio possa esistere nel panorama delle attività finanziarie.Ho già avuto modo di scrivere in merito ad alcuni articoli di stampa che evidenziano troppo gli alti dividendi di alcune azioni, dimenticandosi dei rischi.
La caccia alle azioni dai grandi dividendi è strategia in gran voga di questi tempi.
Soprattutto la stampa non specializzata (tipico il Corriere Economia o Affari e Finanza della Repubblica) pubblicano titoli tipo “Le azioni XXX rendono il 6%”. Un calcolo approssimativo che si basa solo sul rapporto fra dividendo e prezzo dell’azione. Peccato che ci si dimentichi di ricordare che il prezzo delle azioni è volatile e soprattutto che dopo lo stacco del dividendo il prezzo dell’azione viene corretto per un importo pari al valore del dividendo stesso (non è quindi paragonabile ad una cedola obbligazionaria che viene pagata senza influenzare il valore del titolo).
Lo stesso articolo del Sole ricorda come oggi molti titoli con un rendimento (dividend yield) potenziale alto abbiano avuto un forte deprezzamento nell’ultimo anno. E’ il caso di Enel che offre un 9% potenziale ma ha perso oltre il 40% del valore nell’ultimo anno (vedi l’immagine iniziale).
Investire in azioni con alto dividendo
Investire in società che offrono un alto rapporto fra dividendo e prezzo è una strategia adottata anche da alcuni investitori istituzionali e che spesso ha portato buoni risultati.Bisogna però saper selezionare i titoli, il solo rapporto dividendo/prezzo non dà alcuna garanzia di successo. Occorre quindi analizzare le società e i loro bilanci e saper riconoscere quelle solide che possono garantire flussi operativi di cassa stabili ed elevati.
Inoltre occorre costantemente seguire l’andamento economico di queste società. Enel per esempio era fra i titoli preferiti per questa strategia in quanto da anni offriva cedole pari al 5-6% del valore dell’azione. Ma è bastato un anno di recessione nei suoi mercati principali (Italia e Spagna) per far perdere al titolo tutte le cedole distribuite negli ultimi anni.
La selezione dei titoli azionari non è semplice e richiede un monitoraggio costante che non tutti possono permettersi. Per questo chi vuole approcciare il mercato azionario è meglio che lo faccia tramite un ETF azionario europero (investire solo su azioni italiane è un errore) e successivamente sottscrivendo anche ETF sui mercati USA ed emergenti.
Per l’investitore prudente però ora potrebbe essere prematuro investire troppo sulle azioni, in questo momento è preferibile rimanere sul breve periodo anche se i tassi sono in calo. Alcuni conti deposito come Conto Arancio e Che Banca hanno ridotto i tassi di interesse (3,5% a 12 mesi) ma rimangono comunque ancora più alti rispetto a BOT e buoni postali. In questo periodo consiglio You Banking del Banco Popolare di Verona che non ha ancora abbassato i tassi (4,25% a 12 mesi) e consente di operare anche tramite filiale.
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