Nell’agosto 2009 scoppiò il caso Ibs Forex, finanziaria con sede a Como i cui responsabili si volatizzarono tutto di un colpo con almeno 50 milioni di euro dei risparmiatori. Ad oggi le indagini proseguono.
La società viene iscritta nell’albo delle società di intermediazioni in cambi come da art.106 del Testo Unico Bancario con sede come detto a Como in Piazza Grimoldi, 8.
La società inizia quindi a raccogliere denaro fra i risparmiatori tramite brokers e promoters. In particolare offre un nuovo prodotto apparentemente sicuro: uno zero coupon collegato ad una gestione sul Forex. Uno zero coupon è un’obbligazione come i BOT i cui interessi non sono pagati tramite una cedola periodica ma come differenza fra il valore di rimborso e quello di sottoscrizione. Ibs Forex investiva gli interessi percepiti sull’obbligazione sui cambi valutari (mercato Forex). Il cliente poteva scegliere il rischio della posizione, vale a dire con che leva entrare sul mercato. Veniva comunque garantito il capitale investito.
Questa almeno la teoria, la realtà la vedremo ora.
Inizialmente sembra che tutti gli amministratori e gli intermediari della società siano spariti. E i soldi?
Subito clienti e magistratura inquirente si rivolgono alle banche depositarie di Ibs Forex: Invest Banca, Banca Popolare di Monza e Brianza, BCC Cantù.
Queste banche, comunque estranee alla vicenda, servivano solo per il deposito dei contanti dei clienti. Il cliente apriva un conto corrente e vi depositava il denaro investito lasciando mandato agli intermediari di Ibs Forex di operarvi per operazioni in cambi. Facendo la conta del denaro ancora presente sui conti correnti, si stima che circa 50 milioni di euro si siano volatilizzati.
Si apre quindi l’inchiesta sulla truffa Ibs Forex. Nel frattempo tutti i rappresentanti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale (organo di controllo) di Ibs Forex si dimettono.
Arrivano le denunce dei risparmiatori: oltre 400. Ma si scopre che pure la Provincia di Palermo aveva investito addirittura 30 milioni nella società . Come un ente pubblico possa aver investito tanto in una società finanziaria è inspiegabile, per questo si apre un altro filone di indagine a Palermo.
Il 9 novembre 2009 Banca d'Italia cancella definitivamente la società Ibs Forex dall'albo degli intermediare art.106 TUB.
A febbraio la prima svolta dell’indagine: l’accusa di bancarotta fraudolenta contestata a tutti gli amministratori (membri del CdA) e ai membri del collegio sindacale.
Nell’indagine balza evidente una stranezza. I fondatori sono quasi tutti campani e siciliani eppure scelsero come sede della società Como. La risposta al quesito ovviamente è la vicinanza con la Svizzera della città lariana.
Si indagano le modalità operative di Ibs Forex. E si scopre che i conti dei clienti erano movimentati con numerose, troppe, operazioni. Operazioni sulle quali i clienti pagavano commissioni. I soldi di queste commissioni però non si trovano. Potrebbero essere stati girati su qualche banca europea, in particolare a Londra.
Alla ricerca dei soldi si aprono una serie di di rogatorie internazionali.
L’indagine quindi sta ora cercando di rintracciare i soldi. Impresa lunga e difficile. Nel frattempo i risparmiatori truffati stanno organizzando una class action. Del resto è più probabile che ottengano risarcimenti dagli ex-responsabili di Ibs Forex (almeno quelli rintracciabili) piuttosto che si riesca a ritrovare il maltolto.
La vicenda insegna che non basta rivolgersi a intermediari autorizzati (figuriamoci ai numerosi intermediari non autorizzati che popolano il mondo del Forex). Occorre anche valutare storia e reputazione.
Ti rimando a tal proposito ai consigli per scegliere l'intermediario Forex.
Ultimi aggiornamenti (novembre 2010): arrestati gli amministratori di IBS Forex
La storia di Ibs Forex
Ibs Forex fu fondata nell’agosto del 2005.La società viene iscritta nell’albo delle società di intermediazioni in cambi come da art.106 del Testo Unico Bancario con sede come detto a Como in Piazza Grimoldi, 8.
La società inizia quindi a raccogliere denaro fra i risparmiatori tramite brokers e promoters. In particolare offre un nuovo prodotto apparentemente sicuro: uno zero coupon collegato ad una gestione sul Forex. Uno zero coupon è un’obbligazione come i BOT i cui interessi non sono pagati tramite una cedola periodica ma come differenza fra il valore di rimborso e quello di sottoscrizione. Ibs Forex investiva gli interessi percepiti sull’obbligazione sui cambi valutari (mercato Forex). Il cliente poteva scegliere il rischio della posizione, vale a dire con che leva entrare sul mercato. Veniva comunque garantito il capitale investito.
Questa almeno la teoria, la realtà la vedremo ora.
Agosto 2009 Uffici vuoti
La vicenda monta sui giornali, soprattutto sulle cronache locali, nell’agosto del 2009. Si sparge la voce che gli uffici di Ibs Forex sono vuoti. Un numero sempre maggiore di investitori si accalca alla porta della sede, finché la polizia non fa irruzione negli uffici. Gli uffici sono vuoti.Inizialmente sembra che tutti gli amministratori e gli intermediari della società siano spariti. E i soldi?
Subito clienti e magistratura inquirente si rivolgono alle banche depositarie di Ibs Forex: Invest Banca, Banca Popolare di Monza e Brianza, BCC Cantù.
Queste banche, comunque estranee alla vicenda, servivano solo per il deposito dei contanti dei clienti. Il cliente apriva un conto corrente e vi depositava il denaro investito lasciando mandato agli intermediari di Ibs Forex di operarvi per operazioni in cambi. Facendo la conta del denaro ancora presente sui conti correnti, si stima che circa 50 milioni di euro si siano volatilizzati.
Si apre quindi l’inchiesta sulla truffa Ibs Forex. Nel frattempo tutti i rappresentanti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale (organo di controllo) di Ibs Forex si dimettono.
L’inchiesta
Dopo l’irruzione negli uffici di Ibs Forex, tutto viene messo sotto sequestro. La Guardia di Finanza sequestra computer e tutte la documentazione presente.Arrivano le denunce dei risparmiatori: oltre 400. Ma si scopre che pure la Provincia di Palermo aveva investito addirittura 30 milioni nella società . Come un ente pubblico possa aver investito tanto in una società finanziaria è inspiegabile, per questo si apre un altro filone di indagine a Palermo.
Il 9 novembre 2009 Banca d'Italia cancella definitivamente la società Ibs Forex dall'albo degli intermediare art.106 TUB.
A febbraio la prima svolta dell’indagine: l’accusa di bancarotta fraudolenta contestata a tutti gli amministratori (membri del CdA) e ai membri del collegio sindacale.
Nell’indagine balza evidente una stranezza. I fondatori sono quasi tutti campani e siciliani eppure scelsero come sede della società Como. La risposta al quesito ovviamente è la vicinanza con la Svizzera della città lariana.
Si indagano le modalità operative di Ibs Forex. E si scopre che i conti dei clienti erano movimentati con numerose, troppe, operazioni. Operazioni sulle quali i clienti pagavano commissioni. I soldi di queste commissioni però non si trovano. Potrebbero essere stati girati su qualche banca europea, in particolare a Londra.
Alla ricerca dei soldi si aprono una serie di di rogatorie internazionali.
L’indagine quindi sta ora cercando di rintracciare i soldi. Impresa lunga e difficile. Nel frattempo i risparmiatori truffati stanno organizzando una class action. Del resto è più probabile che ottengano risarcimenti dagli ex-responsabili di Ibs Forex (almeno quelli rintracciabili) piuttosto che si riesca a ritrovare il maltolto.
La vicenda insegna che non basta rivolgersi a intermediari autorizzati (figuriamoci ai numerosi intermediari non autorizzati che popolano il mondo del Forex). Occorre anche valutare storia e reputazione.
Ti rimando a tal proposito ai consigli per scegliere l'intermediario Forex.
Ultimi aggiornamenti (novembre 2010): arrestati gli amministratori di IBS Forex
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